Lo sai meglio di me.
Lavorare è uno schifo.
E spesso non dipende dal lavoro in se.
Magari il tuo lavoro ti piace anche, ammettilo.
Il problema è tutto quello che ci sta attorno. E quindi se sei contento dello stipendio, il problema è l’orario; se esci presto ti da fastidio la distanza; se sei vicino a casa ti lamenti dello stipendio.
Non dimenticarti il caffè delle macchinette, le riunioni alle 18 di venerdì, il pranzo davanti al PC, Facebook che va solo dalle 12 alla una.
Poi, qualunque lavoro tu faccia e in qualunque azienda tu ti trovi , l’invariante è sempre quella: il tuo capo. Magari non il tuo riporto diretto, magari del capo del tuo capo. Fatto stà che c’è sempre un’emerita e gigantesca testa di pongo per non dire di ca$$o, uno sfigato frustrato con nessuna vita al di fuori dell’azienda e che non capisce un gran Favazza nucleare del suo lavoro men che meno del tuo. Uno che da giovane è stato un mediocre ciclista dilettante ed ha fatto strada facendo il leccaculo e la spia dei potenti (cit.)
Essere uno in gamba spesso è utile a diventare un capo, così come in politica lo è essere onesti e così come un calzino di spugna bianca con le strisce serve per portarsi a letto una bella donna.
Fatto sta che l’azienda, la ditta, la fabbrica non sono un bel posto. A meno che siano tue ma a questo punto rischi di essere un capo e probabilmente hai già smesso di leggere.
Insomma, anche tu come tanti altri, sono anni che mediti il distacco o per lo meno valuti le alternative.
Magari non ti sei ancora deciso.
Ma c’è questa vocina dentro di te, che ti dice che forse dovresti scegliere la pillola rossa e vedere quanto è fonda la tana del bianconiglio.
Lasciare il tuo lavoro?
Tibor Fisher nel suo “La gang del pensiero” sostiene che tutti hanno pensato almeno una volta nella vita di fare una rapina in banca, scrivere un libro, aprire un ristorante. Per fortuna, continua, non tutti sono sufficientemente squilibrati dal buttarsi in una di queste iniziative. Alla lista vanno aggiunti fare il fotografo o la wedding planner.
Per me è stato un po’ così, volevo vedere se c’era qualcosa di diverso da quello che ero stato programmato per fare da anni di scuola, università, famiglia, catechismo, televisione, le ore mese, caballero, nando, il tromba, corna vissute.
Per molti lasciare il proprio lavoro è un gesto di coraggio: non lo è stato per me. I colleghi venivano da me a dirmi sei cazzuto, che palle hai avuto e blabla. In realtà ho mollato da vero codardo, non ce la facevo più e ho ceduto. I veri eroi stanno in open space. A combattere ogni giorno per mantenere la famiglia.
A loro tutta la mia stima.
Con questo post non voglio incoraggiare nessuno a licenziarsi ne tantomeno a mantenere un lavoro che si odia. Vorrei solo fornire il punto di vista di uno che ha satato e (colpo di scena) è tornato.
Il giorno in cui mi sono licenziato è successa una cosa strana.
A dire il vero due.
La prima che magari vi interessa meno è che, nonostante mi aspettassi notti insonni a meditare sul un incerto futuro, premonizzando notti all’adiaccio sotto un ponte, in uno scatolone cantando gospel e bruciando gasolio dentro un bidone, la prima notte da disoccupato (o da imprenditore) ho dormito come un bambino, come non accadeva da anni. Mi ha fatto capire molte cose su come fossi messo.
L’altra cosa più strana ed interessante è che tuttedentratto mi sono reso conto che come dicono i Jarabe de palo, dipende tutto dipende da che punto guardi il mondo tutto dipende (non è che vorrei cantarvela tutta ora…). Seguitemi.
Su uno dei mille libri inutili che mi sono passati sotto mano negli ultimi anni, ho letto che mappa e territorio sono due cose diverse. Ognuno mappa la realtà, in base alle proprie esperienze, alla propria educazione, alla società in cui vive. Per cui la stessa situazione può essere vista in modi diametralmente opposti.
Benjamin Zander, direttore della Boston Philharmonic Youth Orchestra racconta questo aneddoto: Ci sono due venditori di scarpe che si recano in una regione sperduta dell’africa. Tutti e due chiamano casa, il primo dice disastro, non usano le scarpe il secondo spettacolo non c’è manco uno che abbia un paio di scarpe. Dipende.
Stephen Covey in The Seven Habits of Highly Effective People racconta quest’altro: La gente è in metro che aspetta di rientrare a casa dopo una giornata di lavoro. Chi legge, chi ascolta musica, chi siede tranquillo. Arriva quest’uomo con due bambini che attaccano a far casino e strappare i giornali dalla mano delle persone e urlano e via dicendo. Il sentimento di rabbia cresce forte nell’autore che quando je girano a frullino sbotta e dice all’uomo non vede che i suoi bambini disturbano tutti e blabla? L’uomo lo guarda distratto e dice ah si mi scusi ha ragione è che veniamo ora dall’ospedale dove mezz’ora fa è mancata la loro madre. All’improvviso la rabbia si trasforma in solidarietà, bisogno di dare aiuto.
Si chiama shift di paradigma.
Un cambio radicale nella maniera di vedere la realtà, qualcosa che a volte è complicato da ottenere a causa soprattutto di anni di condizionamenti. Spesso solo eventi importanti sono in grado di farci aprire gli occhi su quella che viviamo realmente. Un figlio, un nuovo amore. La prospettiva di perdere qualcosa di importante come la vita. Sono molto spesso le persone che non hanno più niente da perdere che trovano la forza di affrontare e realizzare cose che non avrebbero mai pensato di riuscire ad ottenere. Malati terminali che fanno il giro del mondo, gente che perde l’uso delle gambe e vince le paraolimpiadi. Gente che ha visto le cose in maniera diversa. Lester Burnham che si licenzia dopo essere stato per 15 anni la puttana dell’editoria.
Dipende.
Venendo al dunque ecco quindi 5 motivi validi per cui secondo me devi licenziarti oggi.
1) Il futuro non esiste.
Quando avevo 24 anni suonavo in un gruppo.
Un gruppo della madonna.
I miei compagni d’avventura erano fichissimi.
Gente coi capelli lunghi e le palle quadrate a suonare e sul palco. Non so perchè mi tenessero ma io con loro ero il padrone del mondo. Avevo i capelli lunghi e suonavo vestito col Kilt e gli anfibi. Mi pagavo gli studi si fa per dire, il sabato sera sapevo sempre dove andare.
Ad un certo punto loro hanno deciso di fare il salto e di provarci seriamente. Io mi stavo laureando e non me la sono sentita. Ho mollato, soprattutto pensando: ” Ma quando ho quarant’anni poi cosa faccio?” 40 anni all’epoca mi parevano +infinito. Loro i 40 li hanno passati. Nel frattempo hanno campato di musica. Sono felici e vivono in case di cemento e mattoni. Guidano auto, fanno la spesa al supermercato.
E questo è un’altro degli errori che fai quando sei giovane: pensi che una certa età non arriverà mai e pensi che poi ci sia il precipizio, l’abisso la tenebra.
Giovine giovinastro, ti devo deludere: il tempo scorre velocemente (e inesorabilmente). La cosa positiva che però non sai è che, per fortuna, non è mai troppo tardi per nulla.
Questa è una delle cose che ci tiene più attaccati a quello che abbiamo: l’incertezza sul futuro. Se ci pensi, però, nulla è più incerto del futuro.
Privarsi del presente per un futuro che NON PUOI AVERE LA BENCHEMINIMA idea di come sarà è quanto meno (si scrive attaccato?) azzardato. Pensa a chi ha cominciato a lavorare 20 anni fa con la prospettiva di lavorare per 40 anni nello stesso posto, beccarsi una bella liquidazione e godersi la pensione.
Fantascienza pura oggi.
Ha fatto i suoi calcoli.
E li ha sbagliati.
La liquidazione di fatto non esiste più, va a integrare la pensione. Che non avrai mai.
Pensa a come era la vita 30 anni fa. Ce li hai almeno 30 anni tu che stai leggendo? Io si, 13 in più e ti posso dire che i miei genitori avevano aspettative molto diverse da quelle che ho io ora. Fare la cicala e vivere alla giornata è da stupidi (ma rischia di non essere malaccio).
Essere pragmatici al punto giusto ha già più senso.
2) La vita è un viaggio non una destinazione
Boom, qui non cito nessuno perchè è talmente banale come frase che mi vengono in mente a naso almeno tre canzoni che la riportano.
Ocio, entro in modalità nostalgia: La mia povera mamma diceva sempre che avrebbe voluto studiare le lingue, e le sarebbe piaciuto viaggiare. Ma era la maggiore dei tre ed era femmina e non si poteva.
E quando ha potuto non se l’è sentita e ha sacrificato tutto per la famiglia. Piangiamo insieme dai.
Se cito anche un nonno chiudo il blog, giuro. Beh insomma la pagina triste è per dire che non devi aspettare che sia tempo di bilanci per fare bilanci, ogni giorno è buono.
Hai passato tutto il tempo che volevi con i tuoi bambini? Hai preso quel fiore che volevi per tua moglie? Hai regalato quel basso di quel liutaio canadese col top in acero fiammato al tuo marito (ma anche quel 35mm f/1.4 potrebbe farlo felice non credi?)
Hai fatto le foto che volevi, stai provando a seguire la via che ti senti di seguire e non quella che ti sei trovato a percorrere? I Jalisse mi fanno un baffo.
Quindi goditi il viaggio perchè per quanto tu sia bravo a seguire la cartina, non sai dove stai andando.
3)Se non fai cose diverse non succedono cose diverse.
Io e Marta stiamo andando in montagna con i piccoli demoni. Siamo sull’autostrada da ore, paesaggio montano, curve morbide, poco traffico, tutto tranquillo a parte il fatto che è finito il mio turno di Chick Corea Elektric Band e mi devo sorbire Pitbull feat. JLo. A un certo punto siccome col tempismo che mi contraddistingue mi accorgo che abbiamo tipo 2 km di autonomia, siamo quindi costretti a prendere la prima uscita.
Ed ecco che come d’incanto ci troviamo in una vallata meravigliosa. Tutto verde, caprioli per strada, bambini che corrono per i prati, donne nude a servire nei bar, birra gratis e nessuno ha mai sentito parlare di Mario Biondi.
Se resti sulla stessa strada vai sereno, nessun intoppo, niente buche. Se devii puoi finire nel paesello di Big Fish così come all’inferno. A te la scelta. La storia recente ci insegna però che ultimamente anche sull’autostrada più dritta e tranquilla può abbattersi uno Tsunami.
Il succo della vicenda è che se continui a fare le stesse cose, continuano a succedere le stesse cose. Belle o brutte che siano. Ed è quando agisci, quando cambi, quando fai delle scelte che le cose accadono. Belle o brutte.
4) Ti puoi adattare!
Sono millenni che il mio consulente globale (?) mi insegue propinandomi fantomatiche pensioni integrative. Mi è indispensabile sostiene, altrimenti quando smetterò di lavorare non sarò in grado di mantenere il mio tenore di vita.
Tenore di vita?
Avere spirito di adattamento è qualcosa che ti può garantire una serie di vantaggi, in una giungla tropicale così come in quella del welfare.
Quando ero un giovine sbarbato, laureato da qualche anno, vivevo con mammà e avevo uno stipendio a sei cifre, potevo certo permettermi qualche pacchetto di figurine in più. Adesso che sono padre di due pischelli che presto impareranno a vedermi come un bancomat con le gambe, che ho un mutuo trentennale sul gobbone, che Marta lavora spesso in part time e, soprattutto che faccio il fotografo, giocoforza mi devo adattare.
Il succo è che TI PUOI ADATTARE. Si lo so, qui sto per risultare antipatico ad alcuni. Qualcuno sta per postare un insulto. Ecco, non lo faccia da uno smartphone da 700$. C’è una interessante teoria. Hedonic Treadmill, adattamento edonistico, routine edonistica in italiano. Sostiene, lo dico in maniera molto semplicistica che non necessariamente è il livello assoluto delle cose a produrre soddisfazione.
Applicando il tutto al denaro ad esempio, non è il livello assoluto di ricchezza a fare la felicità. Boom, altra banalità del lunedì (o di quando state leggendo): I soldi non fanno la felicità.
Felicità ed infelicità paiono essere uniformemente distribuite tra ricchi e poveri. Anzi pare che i paesi in cui la gente si dice mediamente felice non siano affatto quelli in cui c’è meno disponibilità di denaro. Qui ci potete credere o no. Potete leggere o no. Potete leggere e non credere, dipende sempre da come percepite la vostra realtà ancora una volta. È dipende anche dal fatto che troppo spesso ma davvero troppo se ci pensate, usiamo come unico parametro per valutare la nostra felicità il denaro.
Personalmente ritengo ci siano delle cose che non possono essere monetizzate. Il tempo che passò coi miei piccoli non sarei disposto a scambiarlo con nessuna somma.
Dato un minimo garantito la percezione di questo minimo alla fine è quella che fa la differenza. Se non hai nessun panino stai messo male. Se ne hai uno ti sfami appena. Se ne hai dieci c’è ne hai d’avanzo. Se ne hai cento sei davvero più felice di quando ne avevi dieci?
Qual è stato il prezzo per arrivare a cento?
Ecco, quanta fame hai fa la differenza. Ognuno ha un livello stabile di felicità a cui tende. La ricchezza di un uomo si misura in base al numero di cose a cui è in grado di rinunciare. Non so dove l’ho letta ma mi pare funzioni bene in questo contesto.
Se puoi rinunciare ti accontenti di una Panda (facciamo una Yaris…) sei appena diventato 28.000€ più ricco di uno con una BMW da 40.000€. (o forse no? boh)
5)La vita è fatta di scelte, non puoi sapere quale sia la migliore.
Il 4 gennaio 1999 comincio a lavorare. Seriamente. Primo impiego, primo contratto a tempo indeterminato. Dopo una stampa unione da Word e 141 CV inviati (praticamente metà Carrier Book, conservo ancora il file originale) e una 30ina di colloqui, ho sul piatto una decina di offerte. Rifiuto un tempo determinato a 6 mesi come beta tester di Windows NT 5 in Microsoft, perchè sto puntando ad HP. Non dormo una settimana pensando di aver fatto la più grande vaccata della mia vita. Dopo una settimana mi richiamano per un tempo indeterminato e sei mesi in Inghilterra a certificarmi. Sliding doors.
Al settimo colloquio mi fa un’offerta HP. Lo stesso giorno arriva quella di Computer Associates. Rifiuto e mi permetto di segnalare un mio compagno di università che accetta e diventa nel tempo Vice president EMEA. Porte che si aprono e porte che si chiudono. E tempi profondamente diversi.
Accetto alla fine UUNET, una startup americana che ha, per me senza esperienza lavorativa alcuna, il grandissimo pregio di offrire più degli altri.
Dopo un anno scarico un modello per le dimissioni, lo stampo lo compilo e in 5 minuti sono disoccupato. Ai mia mamma e mio papà racconto rispettivamente che non vado a messa dal ’75 e che sono Juventino. Così quando gli racconto la verità si sentono sollevati. Non faccio in tempo a disperarmi e nemmeno a far passare il preavviso che ho già un altro impiego col 30% di stipendio in più.
Ma duro solo un altro anno, stesso cinema delle dimissioni e, botta di kuelo, altro impiego e altro 30%.
Duro 4 anni questa volta prima di scoppiare quasi definitivamente. Ora i tempi sono cambiati e mi muovo con cautela. Accetto un lavoro pagato meno, più lontano da casa, con meno responsabilità. Ma cambio mentre altri restano a lamentarsi. A quelli che restano dopo un paio d’anni l’azienda offre 48 mensilità, due anni di mobilità, un programma di outplacement, il viaggio di ritorno in cabina letto, due puttane (cit.) Porte che si aprono e porte che si chiudono.
Dopo altri 4 anni sono veramente alla frutta, ma i tempi sono profondamente diversi stavolta. Aziende che chiudono, cassintegrazione, la crisi greca, i bond argentini, i mutui subprime, lo spread, l’allineamento dei pianeti.
E io decido di cambiare comunque. Parlo con l’azienda, raggiungiamo un accordo per la risoluzione consensuale. 12 mensilità per starmene a casa. Per la gioia del sig. UBI banca e il suo vorace mutuo, non li vedo manco transitare. Festeggio con una spesa pazza: un paio di Converse Star Player viola.
Bene, nel frattempo però mi chiama una startup inglese. Hanno bisogno di un profilo come il mio. Ma come, lasciano a casa tutti, io mi voglio licenziare e questi mi chiamano per offrirmi un posto di lavoro? Al destino non manca il senso dell’ironia.
Fatto sta che faccio un primo colloquio telefonico, scendono da Londra per altri due colloqui ed ho in mano un’offerta. Non voglio accettare ma nemmeno dirgli di no, così rilancio: gli faccio una proposta che non possono accettare.
Accettano.
Come il Rag. Ugo Fantozzi quando, a casa in malattia riceve dei biglietti omaggio per il circo. E’ la prima volta che gli regalano dei biglietti omaggio in vita sua. Passa la notte seduto a letto con i biglietti in mano. Ecco immaginate il braccio teso con in mano l’offerta e io che sveglio Marta e le dico: “Accetto”.
Duro 4 mesi. Il 19 dicembre sono all’ultimo piano del mio albergo in Waterloo station. Fuori vedo la ruota sul Tamigi e sullo schermo del PC Marta, Andrea che sta per compiere un anno e le lucine dell’albero di Natale sullo sfondo. Quando chiudo il PC so cosa devo fare.
Vado in ufficio il giorno dopo e gli dico: “Torno in Italia”.
“Ok, merry Christmas”
“And happy easter too…” aggiungo io.
Ed eccomi, a mantenere una famiglia di 4 persone. In un periodo non facile per l’economia. In un settore in non propriamente florido come quello della fotografia. Ad occuparmi di un’istituzione come quella del matrimonio che pare non essere tra le più celebrate, a prescindere dalla congiuntura.
AGGIORNAMENTO DEL NOVEMBRE 2014: A gennaio di quest’anno stufo di lavorare nei weekend piuttosto che stare coi miei e anche un po’ infastidito da un ambiente che non mi piaceva più, ho deciso di accettare un contratto a progetto di tre anni per una società di consulenza. Sono durato 10 mesi: a ottobre ho firmato un contratto a tempo indeterminato per una multinazionale di consulenza IT. Bello, sono abbastanza gasato, ho tutti i weekend per i miei, la mia scrivania è a fianco di quella di mia moglie e, si, ne sono felicissimo!
Sono stato fortunato? ASSOLUTAMENTE!
Però, dice qualcuno (forse Seneca ma vi ricordo i miei studi da perito industriale): “La fortuna è quella cosa che accade quando l’opportunità incontra la preparazione”
Se non sei pronto, in tutti i modi possibili, tecnicamente, mentalmente, fisicamente, a cogliere le opportunità, o semplicemente ad accorgerti di averne, non le coglierai mai.
Detto questo, aggiungo che personalmente, quello che mi da benzina tutti i giorni, che mi gasa, è la stessa cosa che all’inizio mi terrorizzava: non sapere cosa accadrà domani.
Andrà sempre bene? CHIARAMENTE NO! E allora ci penseremo, con il succitato spirito di adattamento e tutto il resto.
E proprio perchè ormai so che fare programmi a lunghissima scadenza ha un senso del tutto relativo, è in maniera relativa che approccio la cosa.
Avrei mille altre cose da dire ma sono tre mesi che sto scrivendo sto post e immagino che sia da troppo che sei fermo su sta pagina, tra un po’ il tuo capo ti sgama.
Qualcuno di voi capirà moltissimo di quello che ho scritto, altri dissentiranno, qualcuno mi odierà. E’ proprio questo il bello. Io vorrei sentire la vostra, voglio sapere com’è per voi. Se vi va. E se vi va e se pensate che a qualcuno possa essere utile, condividete a manetta con gli appositi tastini.
Enjoy.
Ah i 5 motivi per non lasciarlo? Ci vuole un postapposta: eccolo!
Sei geniale. ieri ne ho parlato con luca ma voleva ammazzarmi di botte perchè ho detto che anche io avrei voluto cambiare lavoro. mi ha detto di star zitta e di pensare a scegliere le foto per l’album del matrimonio…
quello che hai scritto lo condivido appieno e, a volte, il senso dell’incertezza, ti dà una carica emotiva tale da far si che tu in qualche modo reagisca. per me questo è sentirsi vivi!anche io sotto sotto vivo un po’ alla giornata (a parte lavorativamente parlando), non programmo nulla perchè non mi piace fare programmi, perchè poi se le cose non vanno come le hai programmate poi ti tagli le vene. invece è bello rimanere sempre con l’adrenalina a mille, non sapere cosa succederà domani, non sapere chi vedrai, dove andrai in vacanza, chi conoscerai!dal punto di vista del lavoro devo ammettere che pur essendo soddisfatta in realtà io da piccola sognavo di fare altro. volevo fare i documentari per gli animali, andare in giro per la savana e fotografare i leoni o in nuova zelanda e fotografare animali strani. ma quando l’ho detto ai miei mi hanno costretto a studiare giurisprudenza perchè andava di moda, quindi addio sogni!
però adesso non si può più tornare indietro, dovevi scrivere questo posto un anno fa, quando ancora non era nata claudia, allora ti avrei detto: HAI RAGIONE, vaff…..lascio tutto e tutti e vado a fare ciò che mi piace, ma ora no. devo aspettare che cresca un po’ così che poossa decidere di seguirmi!
Silvia!
Come ti capisco e quanto sono stato nella tua situazione. Per me i tempi hanno girato diversamente. Quando ho @mollato, Andrea aveva poco più di un anno, un anno dopo sarebbe arrivata Valentina. Io credo che se ci credi davvero, alla fine le cose vanno come devono andare. Soprattutto per le persone in gamba come te, su questo non ho dubbi. Così come non ho dubbi che un giorno, quando il momento sarà quello giusto, sarai la magnifica mamma che puoi essere e la persona che ha scelto di seguire la strada che era giusta per le. Mi sento un po’ un Tony Robbins dei poveri quando parlo così ma sono cose in cui credo, altrimenti me ne stavo zitto 😛
Grandioso Ciccio, sottoscrivo e condivido al 100%. Non ti tedierò con i dettagli (tanto un po’ già sai) ma ti dico che è proprio così, è stato così anche per me per un sacco di cose. Dalla scelta “e adesso faccio il musicista o mi iscrivo all’università” all’illusione della carriera, dalle botte di culo al lento deperimento in quello space appena un filo meno open làdifianco. Credo che alla fine l’unica cosa che conti per sé stessi sia di prendere in mano le redini della propria vita, di superare lo scoglio della preoccupazione per il futuro perchè (ti mancava nelle citazioni dotte) il futuro è un’ipotesi, una scusa & il prossimo alibi che vuoi. Spero che in tanti ti leggano e magari ne ricevano una piccola spinta per sbilanciarsi e tentare qualcosa di nuovo. Io sono una putrida testa di cazzo (cit.), ne ho fatte di ogni perchè avevo letteralmente bisogno di esplodere eppure sono ancora vivo, e anzi ho scoperto che qua fuori il mondo è molto meno pericoloso di come lo si dipinge. In bocca al lupo a tutti & grazie a te per il post, zio 😉
Bella Sam, so che hai fatto e probabilmente stai facendo come me il tuo persorso verso l’ignoto 😛 Vediamo di farli incrociare sti percorsi, magari dalle tua parti, davanti a un bel bicchierello di rosso 😉
Ciao Ciccio,
ho scoperto questo post perchè linkato da un amico su facebook. Che dire? Io ho 41 anni (classe ’72, sembra passato un secolo!) e due bambini, un mutuo, una famiglia, due pesciolini e uno spirito da adolescente. Ho sempre amato la letteratura e da un po’ mi sono buttato nello scrivere. Ho scritto il mio primo romanzo in un anno (di notte mentre la famiglia dorme, che esperienza!) e me lo sono pubblicato da solo, un po’ perchè non mi sembrava un granchè e un po’ perchè non vedevo l’ora di avere tra le mani mezzo chilo di carta con in copertina il mio nome. Contro ogni aspettativa le persone che hanno letto la mia opera prima (che emozione chiamarla così) mi hanno dato tutte riscontri positivi. Così ho già scritto un secondo romanzo che però ho inviato in giro per case editrici a vedere se qualcuno mi fa il piacere di pubblicarlo.
Concordo con buona parte di quello che dici, soprattutto sul fatto che non è mai troppo tardi per sognare. Nulla dovrebbe spegnere quella piccola fiamma che è in ognuno di noi e che rappresenta la nostra occasione, chissà quando e chissà dove, di accendere la miccia che farà esplodere le nostre potenzialità.
Crederci sempre, continuamente, anche quando sembra che tutto sia contro di noi, anche quando siamo depressi e ci viene voglia di mandare tutto a quel paese.
A me basta guardare in faccia i miei figli per ricaricarmi, anche perchè con due gemelli (ora di 9 anni) o ti ricarichi o non ti rialzi più.
Mi è piaciuto così tanto il tuo post che se mi risposo ti chiamo come fotografo ufficiale!
In bocca al lupo per tutto!
Salvatore! Innanzitutto non ti risposare! o almeno fallo con tua moglie. (a meno che tu non sia separato o peggio e allora scusa vado a infilare la testa nel water)
Vedo un sacco di analogie, dall’età, ai figli alle esperienze. E ogni volta che sento la storia di qualcuno che devia e riesce, per me è un’altra bella giornata. Mandami i riferimenti per i tuoi romanzi, sono curioso!!!
Ciao Ciccio,
è il primo post che leggo sul tuo blog ed è fantastico!
Forse la mia situazione è un po’ diversa dalla tua, ho 24 anni, sono diplomato e ho intenzione di lasciare un lavoro che faccio da 2 anni ( non mi piace ma mi offre un contratto a tempo indeterminato), per iscrivermi ad un’accademia musicale per studiare chitarra (suono da un po’ ma sempre autodidatta, teoria zero, giusto un po’ di tecnica… strimpello).
Ti prego dammi l’input per non fare questa cazzata!! ahah
grazie!
CIAO
POLLO
Pollo,
licenziati oggi.
Purtroppo tu ancora non lo sai ma davanti a te non hai una vita ma almeno 4 o 5. Se penso al miliardo di cose che mi sono passate davanti da quando avevo la tua età…
Fare esperienze sbagliate è meglio che non fare esperienze.
Un po’ come con le donne: tutte le storiacce brutte che ho avuto prima, mi hanno aiutato ad amare mia moglie come la amo ora.
Sappi chiaramente che facendo il chitarrista non andrai da nessuna parte 😛
Scherzo, magari è così, magari no: Guy Laliberté faceva il giocoliere e il mangiafuoco per strada.
Ora è CEO di Cirque du soleil.
Vedi tu 😉
saro’ sincera… questo post era troppo lungo e a meta’ ho iniziato a leggerlo a pezzi 🙂 mi ha fatto riflettere questa frase: stai provando a seguire la via che ti senti di seguire e non quella che ti sei trovato a percorre.
ecco perche’ il mese prossimo saro’ felicemente disoccupata dopo 10 anni nella stessa azienda. ecco perche’ ad agosto partiro’ felicemente per una nuova vita in giro per il mondo, prima tappa nuova zelanda. non chiedermi cosa faro’ perche’ non ne ho la minima idea!!! 😉
Il mio Amico Sandro, classe 61, è partito per Auckland mercoledì. Moglie e due figli lo raggiugeranno fra poco alla ricerca di un posto migliore in cui crescere.
Ci tiene un posto anche a noi 4, chissà…
In bocca al lupo, andrà bene, è chi sei, non dove sei.
Ciao Greta! Sono passati quasi 3 anni da quando hai scritto questo commento e, dato che sto facendo lo stesso tuo salto, vorrei sapere cosa hai fatto, come ti è andata, come ti sei sentita e, se tornando indietro, rifaresti tutto quello che hai fatto e se rilasceresti di nuovo quel lavoro che ti toglieva la voglia di vivere come la toglie a me!
A leggere questo post e i relativi commenti, ho i brividi.
Perchè racconti sensazioni a me molto familiari. Essere intrappolati (lavorativamente parlando) in una dimensione che non si sente propria è rinunciare, giorno dopo giorno, a sè stessi, a vivere la vita che si sogna.
Io vorrei che la fotografia diventasse la mia professione. Penso tutti i giorni a quando sarà finalmente il momento di poter fare questo salto nel vuoto.
Ma intanto ti devo ringraziare perchè, contro decine di persone che ci scoraggiano ad inseguire il nostro sogno, tu ci testimoni che sì, ce la si può fare.
Ora vado, altrimenti veramente il capo mi “sgama”. 😉
🙂
Poi Alessia, sei dell’87!!! Comincia subito a sognare, a svegliarti sei sempre in tempo!!!!
Stica$$i!
Io sono Ingengere come te Ciccio. Ed ho esperienze lavorative della durata molto simile alle tue. Quando ho constatato che passare da una azienda all’altra per migliorare le mie condizioni di vita, di fatto non è successo allora mi è partito il demone interno. Alla fine del peregrinare per aziende, botta di culo e trovo una che sembra ok, che mi offre prospettive dirigenziali e apparentemente crescita professionale. Realtà: manipoli di serpenti e leccachiul, stipendio uguale a quello di un operaio (che sono degli eroi davvero), responsabilità elevate, tensione sempre a manetta, straordinari dovuti ogni giorno e non retribuiti mai, crescita professionale zero. Mi sono rotto ed ho pensato di mettermi in proprio. Detto fatto, licenziamento con soddisfazione immensa. Ora sto cercando disperatamente di aprire una piccola attività nel settore impiantistico, ma la realtà è che sono tanto tentato dal fare il fotografo. Mi piace tanto, è il lavoro che reputo più bello al mondo. Ho un’attrezzatura che definirei sufficiente per fare i primi lavori e la passione mi ha portato a studiare tanto la tecnica, la ricerca della luce giusta, a divorare letteralmente i libri di fotografia, fino al fotoritocco (che però preferisco meno) e amici e parenti ne hanno subito approfittato per farsi fare dei lavori (un’ anteprima di matimonio, un battesimo, due compleanni, due comunioni e tutti rigorosamente non pagati…sigh) che tutto sommato sono venuti bene….ora la domanda è: sbattersi per aprire un’azienda o fare il mestiere più bello al mondo?
Grazie! Grazie. grazie, grazie, grazie!
A un mese e mezzo dalla fatidica “scelta” che dovrò fare per l’ipotesi ventilata dall’azienda alla mia idea di “cambio vita” (meditata per mesi insonni e spenti) continuo a pensare che “mollare tutto” e ricominciare sia la soluzione e la scelta più “sana”. E grazie al tuo post sono contenta di non essere folle da sola.
Non ho ancora scelto; ma sapere di poter fare una scelta è comunque una cosa meravigliosa. E, come te, quello che da una parte mi terrorizza, dall’altra mi rende euforica: non sapere cosa accadrà domani. Non sentire di avere davanti un baratro, ma un ventaglio infinito di infinite possibilità. Meraviglioso!
E allora un sorriso per te, grande grande come quello che mi ha fatto sorgere il tuo post.
E grazie ancora.
Oè Grazie a te Bianchi!
L’approccio giusto c’è tutto!! Avanti così, non puoi fallire!!!
Ciao a tutti,
Voi almeno avete lavorato. In 29 anni di “vita” , io ho vagato e navigato come se la vita fosse un oceano. Infatti, mi ritrovo a quasi trent’anni senza esperienza professionale a non saper dove andare se non tentare strade equiparabili alla vittoria del superenalotto.
Ho lavorato quando si sono presentate raramente le occasioni. Vivo in una piccolissima realtà e sono semplicemente diplomato.
Come ha detto qualcuno: bisogna sbagliare per vivere!
Ho scritto poche righe in una delle tante notti insonni cercando di smorzare l’ansia per il futuro, ma, soprattutto, di cosa fare e quale lavoro è adatto a me. Credo che non avrò mai queste risposte e mi toccherà fare ciò che Dio mi farà fare. Spero qualcosa…
Ciccio…questo post mi mette i brividi e accende le luci…
sai come l’ho trovato?
perchè lo cercavo.
ho digitato su san google, lasciare il lavoro…
perchè è un anno che medito su ciò. ma ancora non ne sono sicura.
nella lista pro e contro la bilancia pende alternandosi…a seconda del momento
E poi un’alternativa non ce l’ho… ho buoen idee, ma che richiederebbero soldi da investire che non ho
ho quella stessa situazione comune a molti…2 figli (2 e 4 anni), io 33, un tempo indeterminato e anche la fortuna di un tipo di lavoro in linea con gli studi…ma io sono una creativa e mi sto appiattendo 9 ore qui dentro + le 2 ore fisse al giorno di trasporto…e soprattutto io ho voglia di stare con i miei figli…ffffffffffffffffff
ti terrò aggiornato!
graz<ie dello spazio per lo sfogo
Beh! Che dire… sei un grande. A volte penso che mi sarebbe piaciuto scrivere cose così vere e interessanti; poi per caso capiti in un post così… leggi e capisci che per fortuna c’è gente come te (e ce ne vorrebbe tanta), che ti dà passione, motivazioni e verità.
Grazie
Leonardo
Leonardo,
io sono l’ultimo dei cazzoni, uno che scappa continuamente, un vigliacco.
Sono curioso, un esploratore, quello si.
Passione, motivazione e verità: mi piace, quello che dovrebbero avere tutti!!!
Ciao,
Max
mi son ritrovato in questo post perché cercavo testimonianze come la tua e hai acceso speranza in tutti noi… ho 23 anni a 18 anni ho fatto 2 anni in un lavoro che non era mio svegliandomi con il magon…. ho detto basta!! son stato 1 mese disoccupato e non sapevo nemmeno per quanto…ma ho fatto la scelta giusta ora stessa cosa 3 anni a essere sfruttato e ora basta!!! a breve sarò libero a far cosa non lo so ma libero!!!
Lorenzo!
Che prezzo ha la libertà?
Non è una domanda retorica, te lo chiedo sul serio.
Io credo per ognuno sia diverso.
Per alcuni una moglie è una prigione.
Per altri un lavoro noioso è invece una certezza, qualcosa che li fa sentire tranquilli e da barattare con la libertà.
Per molti, soprattutto alla tua età, va ancora scoperto quale valore darle!
Vai, scoprilo, metti sul piatto della bilancia e decidi!
Fammi sapere poi!
Ti senti sempre solo tu e i tuoi problemi esistenziali, ma poi capisci che in realtà sono i problemi di tutti. Ho 21 anni lavoro da 2 e mezzo come apprendista in un supermercato. La mia occasione si è presentata all’improvviso,nel momento più sbagliato, proprio ora che ero riuscito a farmi andare bene questo lavoro, un viaggio in Messico in programma. Ma improvvisamente mi offrono un corso biennale di gestioe alberghiera con 1500 ore di pratica in un albergo gestito dai 15 fortuanti partecipanti prescelti. Faccio le selezione mi prendeno e adesso è l’ora dell’ardua scelta e per la prima volta nella mia vita sono da SOLO nessuno vuol spilanciarsi dandomi un consiglio nessuno proprio nessuno….Io sono in crisi nn so più cosa fare…
Ti rispondo purtroppo in ritardo ma spero tu abbia fatto la scelta giusta e cioè tu abbia accettato.
Ce l’avessi avuta io un’opportunità così quando avevo 21.
Ricordati che ancora non lo sai ma a quell’età tu sei il SINDACO DEL MONDO!
L’assessore globale, presidente totale se vuoi.
Ma hai un grosso vantaggio: tutto il tempo del mondo per sbagliare, imparare e rimediare un numero pressochè infinito di volte!
Per cui vai a spacca!
E sbaglia, altrimenti vuol dire che non stai imparando.
E fammi sapere!
non so cosa sto cercando, non so cosa mi riserverà il futuro e non so cosa vorrò fare da grande. Ho 23anni e lavoro, in una S.p.A che conta circa 25.000 dipendenti tra Nord e Centro Italia, da quasi 2 anni con un tempo indeterminato.
Ovviamente sfruttato e ovviamente sono un numero.
Forse per una delusione d’amore, forse perchè il Paese non riesce a darmi una visuale chiara di ciò che mi aspetterà, è un po di tempo che penso di lasciare il lavoro per far spazio ad un cambiamento, a togliere le radici da qui.. Ma poi penso: dove vado? I soldi chi me li da? Avrò una casa? Avrò un lavoro? Ed ecco che i mille dubbi prendono il sopravvento e mi riportano con i piedi per terra facendomi pensare al posto sicuro (continuerà ad essere sicuro) altro dubbio..
Sono proprio un indeciso…purtroppo non ho idee chiare.
Ad ogni modo, leggendo il tuo post, be complimenti! Hai la mia stima!
Un saluto.
Andrea.
Te le chiarisco io le idee:
di sicuro non c’è niente.
E questa è solo una buona notizia perchè quando non hai nulla da perdere sei libero.
Siamo già nudi alla meta come dice Jobs.
Io ci penso tutti i giorni: perdessi i miei cari? Il lavoro? I soldi? gli affetti? la salute?
Non hai un cazzo da perdere per cui vai, sbaglia, impara, ripeti.
Almeno nel frattempo hai vissuto.
Ciao!
Cic
Caro Ciccio,
il tuo post è stato per me come una boccata d’aria fresca… trovato per caso e letto la scorsa notte tutto d’un fiato, mentre non riuscivo a dormire, presa dalla domanda “queste dimissioni le presento oppure no??”… Ho 29 anni, laureanda in Lingue, e da 5 anni lavoro in un albergo, la mia mansione è pulire le stanze, servire ai tavoli… insomma chiunque può facilmente immaginare che lavoro sia. Sono oltre due anni che sono scontenta, e da qualche mese scontentissima 🙂 non è tanto la fatica del lavoro che mi butta giu, o il fatto che la maleducazione altrui renda certe cose ancor più spiacevoli 🙂 è piuttosto il clima umano ormai invivibile, e l’impossibilità di poter apportare qualsiasi miglioramento al sistema, perchè “bisogna solo ubbidire e portare a casa lo stipendio”. Il tutto, unito a scorrettezze fatte dal mio capo alle mie spalle, mi spinge sempre più a sentire che sto sacrificando la mia vita ingiustamente… ogni mattina mi sveglio con l’ansia perchè so già cosa mi aspetta, e sono stufa di vivere cosi! Sono una persona onesta, ho il senso del lavoro, non sono di quelle che si imboscano al telefono o a fumare… Quando ho fatto il colloquio per questo lavoro ero più ingenua, anche i miei hanno un pò pressato, essendo un indeterminato per loro era come dire “oro”… ma ora le cose sono cambiate. Mesi fa, oltretutto, si è anche interrotta una lunga storia, anche per colpa del mio atteggiamento sbagliato, della mia paura dei cambiamenti… ero sempre nervosa e insicura, e questo si ripercuoteva sul mio rapporto. Riguardo a questo io non posso fare nulla, ovviamente, ma riguardo al resto si… sono stufa di avere paura! Di sottovalutarmi ed essere sottovalutata… credo proprio di aver preso una decisione 🙂 Mi hai trasmesso molto entusiasmo, so che non puoi dirmi se faccio bene o male a dare le dimissioni (certo, se puoi fallo pure!! ), ma la mia vita non è questa… mi prenderò un attimo per me stessa, per dedicare alle lingue il tempo che avrei dovuto dedicare fin da subito, e vedere dove vado a finire… magari farò un altro lavoro che non c’entra niente, magari farò altre esperienze all’estero… Ma anche io preferisco correre il rischio di fare un bel coretto sotto un ponte, piuttosto che continuare così. Non voglio mancare di rispetto a chi un lavoro non ce l’ha, io ho “dovuto” accettare il mio attuale lavoro… ma la vita cambia, ti cambia… credo sia una realtà che bisogna affrontare in qualche modo… Ti chiedo scusa per questo commento infinito, ma…hai davvero espresso i miei pensieri in parole 🙂
Un grande in bocca al lupo per tutto… le tue foto sono bellissime!!! Si vede che sono “vive”, hanno un’anima 🙂
Mamma mia,
ogni volta che sento storie come la tua divento tristissimo.
Intanto, da come scrivi e da quello che dici, SO che hai tutte le possibilità per cambiare.
Cambiare ci spaventa, ma sempre e solo prima che questo accada. Te lo dice uno che ha cambiato spesso e che (aspetta il prossimo post) continua a cambiare.
Ci sta avere culo nella vita ma dopo un po’ capisci che il rischio che vada male è più che altro una paura ingiustificata.
Sono pronto a dire domani che sono stato un baggiano a fare scelte azzardate una volta che cambia il vento, sia chiaro.
Detto questo, hai 29 anni!!! Hai almeno 4 o 5 vite davanti e, fidati, non è mai troppo tardi, te lo dice un 43enne che sta cambiando ancora.
Cambia, buttati, stai all’okkio ma vai. Magari farai errori ma non avrai rimpianti.
Poi fammi sapere 🙂
Un abbraccio
Caro Ciccio,
ti ricordi di me? 🙂
Alla fine ho dato ascolto a me stessa e alla mia anima “ammaccata” e ci ho dato un taglio… ora mi sto dedicando ai miei studi e a cercare un nuovo lavoro, e sto pensando a un trasferimento per l’autunno, per un corso di specializzazione… Sono molti cambiamenti, e anche grossi… cosa strana, per me, che dei cambiamenti ho sempre avuto paura, tanto da cercare sempre di arginarli e minimizzarli.
Spesso mi ritrovo a chiedermi “avrò fatto la cosa giusta?”, e non so mai darmi una risposta certa… Ma quella di abbandonare quel postaccio è stata la prima decisione che ho preso per me stessa dopo anni e anni di torpore.
Ti ringrazio ancora, perchè in quel momento, indirettamente mi hai aiutato a chiarirmi le idee e a prendere coraggio! Nessuno sa cosa succederà domani, io ho dovuto pensare all’oggi e mi sono resa conto che mi stavo spegnendo ogni giorno un pò di più… Preferisco correre un rischio piuttosto che avere un altro rimpianto nel cuore!
Un abbraccio!!
Grande…..mentre leggevo mi ripetevo “vedi Fede?? Fai bene !! ” si perché dopo mesi di tormento interiore ho preso la mia decisione, quella di partire. Qualche mese fa dopo la fine di una storia importante mi sono chiesta che diavolo ci facessi in una cittadina che non mi è mai piaciuta a fare un lavoro che potrei fare ovunque ..mi ero trasferita dalla mia città natale x fare la stagione estiva invece sono rimasta per 4 anni. Non rinnego nulla di ciò che ho fatto fino ad oggi,tutto va messo nella valigia dell’ esperienza, ma ora sento che è il momento di vedere nuovi posti, conoscere altre persone,fare altre esperienze. Cosi a giugno parto x Brisbane,biglietto solo andata!!! Avevo appena trovato lavoro come commessa,comodo ,sotto casa…ma non voglio che questa comodità mi faccia arenare e ritrovarmi poi a 50 anni a dire ” lo avessi fatto” Avrò fatto bene a licenziarmi o avrò fatto male? Io credo bene perché in ogni caso mi arricchiró, non di soldi ma sicuramente di Vita, quella vera, fatta anche di rischi…
Bravissima! L’unica cosa che non condivido è quel “ritrovarmi poi a 50 anni”: io ce li ho quasi!!! Quindi rispetto per gli anziani 😀 Scherzo, in bocca al lupo per tutto!!!
Ciao
scrivo solo ora anche se ho letto già molto tempo fa
Forse scrivo solo ora perché ho preso quella decisione che a tutti sembra folle. Lasciare il lavoro a tempo indeterminato per …….il nulla…….. Si è così. Non ho nulla di concreto davanti a me, in termini di lavoro alternativo. Per ora lo considero il nulla. Ma mi è impossibile andare avanti. E non perché lavori troppo; è esattamente il contrario, NON HO NULLA DA FARE da un anno e mezzo. L’azienda precedente ci ha venduto e nel frattempo ci hanno fatto a pezzi. Eppure guadagno abbastanza bene, ci vivo più che dignitosamente. Ma mi faccio tre ore di macchina al giorno per andare e tornare dall’ufficio più almeno nove li dentro per dire che “ho lavorato”……
Tralascio le conseguenze fisiche di tutto sto casino, per non parlare di quelle relazionali (spesso non si può quantificare il costo di questi aspetti)
Però ora mi sto strizzando dalla paura. Sono marito, padre..insomma HO DELLE RESPONSABILITA’……….così diciamo tutti, così ci hanno insegnato.
Ma tutto quello che ho scritto è comune a tutti, credo
Quello che più mi spaventa è che non so davvero cosa farò, cosa andare a fare. Spesso si sottolinea la possibilità delle passioni che si trasformano in lavoro. Io non ne ho una che davvero possa diventare tale. E quindi ? che faccio aspetto ? e cosa….?
Michele, ti rispondo solo ora:
Ho lasciato uno dei miei lavori precedenti proprio per i tuoi stessi motivi. Un anno e mezzo a guardare divx, senza crescere, senza imparare. E’ stata dura, ho dovuto (voluto è più corretto) accettare un lavoro meno qualificato, più distante da casa, pagato il 30% in meno.
Lo rifarei 1000 anzi un milione di volte!!!
Ciao Ciccio! X prima cosa ti ringrazio! Come tanti ho molto apprezzato il tuo modo di scrivere! mi ha fatto sorridere e riflettere! Vista la tua notevole esperienza voglio quindi chiederti un consiglio! Prima una doverosa parentesi! Sono pugliese e sono venuto al nord a 21 anni molto speranzoso e con una laurea! Ora sn responsabile di reparto in una catena di abbigliamento! Mi piace, ma sento che mi succhia tutta la mia energia! Vivo qui! E col tempo ho cambiato le mie priorità! Voglio godermi la mia famiglia i miei amici la mia ragazza! Sto pensando di mollare tutto e tornare giù! Poi, però, come ad altri, subentra il realismo e la paura di tornare indietro invece si andare avanti, la paura di rendere vani tutti i miei sacrifici! Il consiglio che ti chiedo è… Come si fa a capire cosa vuoi fare, quali sono le tue passioni? Io le avevo, ma il lavoro me le ha lentamente portate via…
ps ho 26 anni!
Grazie
Vale
Ciao Valerio, tu sei giovine!!! hai davanti 3 vite ancora. Non te la menare e fai quello che ti senti, non hai nulla da perdere. Vai avvincere!
Ciao Ciccio, senti qua,
ho 35 anni, convivo da 5 anni con una donna con la quale sto assieme da 11 anni e dalla quale ho avuto una splendida bimba che oggi ha due anni.
Il mio lavoro mi fa schifo, mi sveglio con l’angoscia vado in ufficio e alle trasferte di lavoro come se stessi andando al patibolo, mi sveglio il venerdi sera e mi riaddormento la domenica sera…Il tutto da ben 14 anni.. Non sono mai riuscito a cambiar lavoro un po perchè ai colloqui mi proponevano sempre per la stessa mansione e un po perchè non ho mai ricevuto alcuna proposta concreta realmente interessante.
Vivo nel “ricco” nord est in cui uno che a 20 anni non lavora viene considerato un mentecatto oppure un drogato. I miei genitori, staccanovisti e privi di alcuna ambizione nei mie confronti non mi hanno di certo spronato a coltivare le mie attitudini anzi, mi hanno spesso “castrato” e sminuito ed io ho finito per convincermi che avevano ragione e che il tempo che dedicavo ai sequencers e le tastiere era tempo sprecato.
Vabeh, credo di aver passato la fase in cui si scaricano sui genitori le colpe per i propri problemi esistenziali già da tempo, poi mio padre non cè più e mia madre poveretta, credo abbia fatto del suo meglio.
Giungendo alla questione fulcro di questo narrare..oltre alla mia compagna e alla mia bimba c’ho anche un mutuo sulla casa che sto costruendo, un affitto per la casa in cui sto, l’asilo della piccola, una moto…si insomma lo stipendio mi serve e quindi sono assolutamente daccordo con te e con i tuoi 5 e più motivi per lasciare il lavoro ….epperò poi uno deve pur mangiare e guardare anche le esigenza della famiglia che ha creato e per la quale darebbe la vita..Il disagio di far qualcosa che non ti appaga ma che ti paga finisce per sopperire l’esigenza di inseguire l’autorealizzazione…con tutti gli annessi e connessi di derivazione socio/psicologici che ne derivano. Mi piacerebbe sapere come l’ha presa tua moglie quando le hai comunicato il repentino cambio di direzione e se dal tuo hobby/lavoro (fotografia) ci ricavavi già dei soldi.. quanto a me, non sarei un tuo competitor per via che io vorrei sopravvivere con la musica elettronica che faccio ormai da 20 anni (nei buchini di tempo che mi rimangono). Divento rosso e mi viene da ridere solo a scriverlo figurati quanto ci credo.
Ad ogni modo gran bel articolo, devi essere una bella persona. Byez 🙂
Dario, sei un grande, e il post che sto per scrivere potrebbe stupirti… stai sintonizzato 😉
Ciao, che bello leggere le tue parole ed i commenti di tanti che come me stanno cercando di cambiare in qualche modo la propria vita.
Io ho 30 anni freschi freschi, lavoro da parecchi anni al sindacato…penso di essere stata tra quei pochi fortunati che mentre studiava all’università al termine del tirocinio obbligatorio ha trovato qualcuno che non ha semplicemente dato una calorosa stretta di mano, ma una proposta di lavoro.
Nel mentre ho iniziato e poi terminato la laurea specialistica, non mi dilungo sulla mia iniziale condizione di precaria/lavoratrice in nero (in una organizzazione sindacale eh già quello che dicono è vero: è il peggior datore di lavoro possibile). Finalmente dopo qualche anno mi fanno un contratto a tempo indeterminato, pensavo di aver raggiunto l’obiettivo della vita: un lavoro a tempo indeterminato, buono stipendio, in uno di quei posti in cui in teoria non ti licenzieranno mai….finalmente capisco che questa è la fotografia (marito e figli annessi) che i miei genitori mi hanno impresso nella mente. Adesso a distanza di quasi un anno da quel momento, dopo attente/sconvolgenti riflessioni e auto-ammissioni di verità scomode anche solo a pensarle, ho capito (e lo dico senza ipocrisia) che voglio essere una professionista affermata ed avere un buon stipendio, voglio quello che si chiama riconoscimento sociale, avere un lavoro che ovunque si capisca cosa è e non dovermene vergognare. Sfortunatamente in Italia ci sono decine e decine di lauree, da me rinominate “Scienze delle Merendine” che ti fanno investire 5 anni della tua vita praticamente in nulla, perchè tolta la bellissima filosofia e lo sviluppo di un sano pensiero creativo, il minuto dopo la laurea concretizzi che adesso ti devi letteralmente inventare una identità professionale e sperare che la tua pensata sia sufficientemente credibile da convincere qualcuno a pagarti per insegnarti un lavoro.
A 5 anni dalla laurea la frustrazione per questa mia situazione indefinita è aumentata, mista alla frustrazione per un lavoro che odio e che credimi è umiliante, ed è così che fatti gli opportuni conti economici decido di mollare tutto e iniziare odontoiatria in Spagna, il 18 luglio ho avuto la splendida notizia di essere stata ammessa, ad ottobre mi trasferisco ed inizio questa nuova vita (di natura sono una formichina, tra disoccupazione tfr e soldi da parte riuscirò a vivere in Spagna tutti e 5 gli anni, senza lavorare durante le lezioni, solamente nei mesi estivi). Ora rimane l’ultimo scoglio, confessare ai miei che per la mia vita non sogno di fare 5 figli e trovare un uomo che mi mantenga o peggio ancora fare il concorso alle Ferrovie perchè “c’è da leccarsi i baffi con un lavoro del genere visti i tempi..” voglio essere felice ma soprattutto libera ed indipendente, lo capiranno?!?
Ps: se te lo sei chiesto non studierò in Italia perchè è praticamente impossibile entrare e non ho intenzione di studiare tanto per un test e scoprire di non essere stata ammessa, temevo di non essere abbastanza forte per superare la delusione e perseverare.
Beh Elisa,
leggo nel tuo commento il percorso di disillusione che hanno fatto molti di noi. Il problema per dire una banalità è che “I tempi sono cambiati”.
E forse una volta quello che pensavano i nostri vecchi aveva senso. Loro hanno voluto per noi quello che era giusto per loro! Se ti sposi a vent’anni, dopo 10 hai già due figli e hai fatto tutto quello che hai da fare, è chiaro che punti al tfr, alla pensione e a goderti quello che ti resta.
La pensione non ce l’avremo più, moriremo lavorando, le donne a 40 fanno figli e sono ancora giovani.
Ci sta pensare in maniera diversa.
La colpa non è di chi ci ha inculcato (con la c in mezzo) certe cose, è nostra che ci abbiamo creduto!
Io ti dico brava, vai e guarda cosa c’è la fuori, ti accorgerai che non hai nulla da perdere, anzi tutto da guadagnare.
E scappa da questa Italia che tanto brutta ci sembra: è l’unica maniera per capire se quanto e come ti mancherà!
In bocca al lupo, anche se da me non avrai un soldo maledetti dentisti!!! 😛
Ciao Ciccio!! Ho letto il tuo post tutto di un fiato- la mia situazione? Sono nella gabbia d’ oro del sistema bancario da 7 anni.Ho avuto la “fortuna” di vincere un concorso ad appena 20 anni e dopo 4 anni di cassa ( lavoro alienante e freddo pur se pagato bene) adesso sono consulente finanziario,ho il mio ufficio ed i miei clienti da seguire.Veniamo al problema: questo lavoro mi fa ca..re letteralmente, soffro molto di ansia già di mio e lì dentro implodo. Siamo un negozio finanziario più che un istituto di credito, siamo dei venditori di prodotti finanziari – Le pressioni son molte e la cosa più deprimente è che non vedo l’ utilità del mio lavoro,che nonostante la nausea quotidiana che mi provoca ,svolgo benissimo alla vista dei capi e persino a quella dei clienti. Io che sono un ragazzo solare, brillante energico mi sn fatto ingabbiare da un sistema che odio- La mia disgrazia ahimè è stata quella di non esser sostenuto dai miei- Sono figlio unico, mamma oppressiva e babbo alla vecchia maniera. Se lasciassi il lavoro mi caccerebbero di casa ( ma magari cazzarola!!!) – Per loro sono un vanto,mi vedono sistemato- ed io, intanto, soffoco. E lo sai caro mio qual è la cosa più tosta? Che a parte ballare e saper cucinare non so far altro oltre che il bancario- Per me la banca è la morte dell’ anima… E sono confuso, molto confuso sul da farsi. Mollo tutto e poi? Non ho granché da parte visto che appena ho ferie scappo lontano in cerca di me stesso e di relax – La mia famiglia non mi sosterrebbe economicamente. Credo che piuttosto preferirei fare l aiuto cuoco rispetto al mio attuale lavoro, o il barman. La giungla in testa- sto percorrendo una strada dritta e sicura che porta alla tomba delle aspirazioni e del sapore della vita. E non me lo merito, affatto. Voglio sperimentare, vivere a mille, come faccio quando la mia personalità dirompe con prepotenza. E il prezzo da pagare per la libertà? È tempo di saldi, magari me la cavo!
Alla vista di molti lasciare un lavoro da 1600 euro al mese sarebbe da coglioni ma è la mia vita; che faccio, mi butto?
Ps il materasso di salvataggio non c è
Se faccio bene i conti (e non sono molto bravo) hai 27 anni: due cose ti devo dire.
1 – stai avendo la crisi dei 30anni un po’ in anticipo. Tranquillo io che l’ho avuta dai 30 in poi ad intervalli regolari di due anni
2 – lo sai vero che hai davanti a te 4, 5 vite almeno?
Dice il saggio: “Abbiamo solo due vite. La seconda comincia quando ti rendi conto di averne una sola”.
Il saggio probabilmente non aveva mutuo e figli ma certamente ragione.
Io sto male solo a sentire le cose che dici… non voglio immaginare come ti senti tu, anche perchè da una situazione tipo la tua ci sono passato…
Vorrei evitare di dirti vai e fai l’aiuto cuoco, per non avere sulla coscienza un possibile fallimento.
Ma non ce la faccio quindi vai e fai l’aiuto cuoco. Vuoi sapere una? Ho accettato un contratto a progetto di tre anni per fare quello che facevo prima e mollare la fotografia. Vuoi saperne un’altra? Sono contento, più di prima. Approccio con un altro spirito e del fatto che fra tre anni sarò per strada… me ne strabatto la ceppa per ora, qualcosa inventerò. Sapere che hai delle possibilit di scelta, che puoi cambiare, che sei tu a scegliere quello che fai, fa si che tu lo faccia con tutto un altro spirito.
1600€/mese?
Questo vale la tua vita?
Vivessi coi miei sarebbero +infinito. Certo sei disposto a rinunciare a iphone e bmw? Sei o non sei il fighetto banchiere che sembri? datti sta risposta.
I tuoi hanno accettato il kiodo, i kapelli lunghi, l’orecchino, accetteranno anche un cambio di lavoro. Anzi, i credo che a loro importi più la tua felicità che la tua stabilità economica.
T’ho detto tutto, spero solo di averti detto le cose giuste.
In bocca al lupo!
Io vorrei lasciare il mio posto in “banca”!!! Help.
Lascialo Arianna o Samanta che tu sia! Anzi no, non lasciarlo!!!!
in questo post leggo la tua vita. Leggo riflessioni che ti sei sparato per mesi interi, discorsi che hai fatto con il tuo migliore amico e hai consolidato delle opinioni che dovevi sfogare in qualche modo.
Hai scritto tutto molto bene, e non si scrive questo in poco tempo, e con tempo indico una marea di riflessioni precedenti, non di tempo materiale a scrivere l’articolo.
Ogni scelta l’ho fatto in base alla ragione, e in ogni cosa sapevo di dover sacrificare qualcosa, nel senso positivo del termine(ad esempio il tempo dato ai figli e non a se stessi).
L’ambiente del posto di lavoro ad ogni modo e’ legato al carattere delle persone. In qualsiasi ambiente di lavoro dove mi trovavo trovavo il meglio che mi potesse dare. Rendevo piacevole il lavoro e le persone intorno a me da grigie diventano in qualche modo piu’ “libere” piu’ motivate nuovamente per intenderci. La cosa piu’ dura e’ l’attaccamente al denaro. Credo che sia la cosa piu’ incatenante per una persona, una specie di ricerca di un affermazione verso la generazione precedente, del tipo ” ecco vedete? ne valevo la pena, ho fatto meglio di voi” …perdendo di vista il significato di migliorare non tanto se stessi ma quanto cio’ che ci circonda.
quella frase della fortuna e preparazione che hai citato e’ fondamentale. Mentre lavoro ho sempre cercato di migliorarmi di costruirmi opportunità. Se fossi stato licenziato sarei andato a fare istruttore di nuoto, se non fossi andato li sarei andato nel settore informatico, se non ero li avevo già la patente per guidare articolati. Mi sono servite nella vita saper certe cose? spesso no, mai utilizzate pero’ potevano, potevano salvarmi il sedere ma soprattutto mi hanno dato una sicurezza di dire “se voglio posso tranquillamente cercare altro”.
Se si e’ sicuri di se, basta, non occorre altro, non ti scalfisce niente, vedi automaticamente le cose diversamente, non serve nemmeno sforzarsi.
Sono giovane rispetto a te, o due bimbi e crescendo vedo che in ogni caso cambio il mio modo di vedere le cose, ed e’ piu’ facile quando sai le cose, quando ti informi. Come hai scritto se non cambi, se non ti muovi rimani fermo, ma comprendo le persone che non lo fanno perche’ a causa dell’insicurezza dei genitori, delle bastonate prese dalla vita, dalle persone sbagliate frequentate, sono rimaste indietro, e nessuno si ferma per porgere una mano.
Io stesso posso scrivere,dare consigli ma mi ritrovo che a volte verso certe persone per dare una mano dovrei rinunciare a qualcosa, e non me la sento. Solo a chi riesce a rialzarsi e fare qualche passo mi arrischio, ma ho la forza per la mia famiglia e per pochi altri.
Quindi come i tuoi sono solo aiuti passivi la maggior parte. Sta alle persone coglierle, ma prova a pensarci, quale categoria di persone legge questo articolo? Da un certo livello in su, e quelli sotto? Che come hai detto nel tuo articolo manca il minimo accettabile? mi sembra sempre di fare comunque solo le cose per me stesso, egoisticamente parlando. tu?
Ciao Ciccio,
leggo anche io ora il tuo post, un po’ in ritardo. Sembra quasi che questo post sia diventato il rifugio di chi googla “lasciare il lavoro” oppure, come nel mio caso, “dare le dimissioni non vedo crescita”. Adoro ed ho sempre adorato l’informatica. Sono ingegnere, 29enne, laurea magistrale in ingegneria informatica. Dopo un primo anno di consulenza ho abbandonato cercando un lavoro più legato allo sviluppo software (ho sempre adorato l’idea che qualcuno possa lavorare o possa divertirsi attraverso software fatti da me). Ammetto che volevo poi fare anche un po’ di gavetta… per chi non lo sapesse, spesso in Italia lo sviluppatore software è visto come un lavoro da bassa manovalanza (“sviluppa di merda ma fallo funzionare e fattura il più possibile!”), nonostante io lo consideri un’arte. Sono in una ditta non troppo grande e lavoro per un grosso cliente dell’area bancaria. E’ da 3 anni che gestisco un software, non inizialmente creato da me, con pochi poteri decisionali (mi arrivano le specifiche dal cliente, io eseguo decidendo in parte gli strumenti da utilizzare… ma dato che siamo di fronte ad un software molto grande gli strumenti son sempre gli stessi). Poche volte mi son capitati lavori interessanti (dovuti al fatto che in alcuni periodi ero particolarmente scarico) ed a questo si aggiunge un capo voglioso di tenersi i lavori più accattivanti e innovativi e che accentra tutto di sé (ammetto comunque che è bravo nel suo lavoro). Diciamo che è uno spalamerda buono, anche se a volte dubito della sua bontà e mi girano un po’ i coglioni. La speranza è che arrivi qualcosa di nuovo, anche perché adesso potrebbero aprirsi diversi progetti in cui è quasi certo il mio coinvolgimento. Il problema è che tutto dipende dall’approvazione del cliente. Il problema è proprio quel “potrebbero aprirsi”. Potrebbero. Lo stipendio è buono, o perlomeno era buono quando mi hanno assunto, ma in giro c’è sicuramente di meglio. Ho deciso di parlare con il grande capo per chiedere innanzitutto il parere della dirigenza (in 3 anni non ho mai avuto modo di veder valutato il mio lavoro, non è un’usanza aziendale, nonostante sia andato sempre bene). Gli chiederò le loro aspettative, gli dirò che non vedo più crescita professionale qui (se non per qualche progetto in approvazione). Chiederò anche un aumento, data la soddisfazione del cliente e la mia iper-disponibilità. So già che verrò farcito di buone parole, so già che cercheranno di intortarmi come un bambino, ma ho sempre parlato sinceramente e voglio farlo anche ora, prima di un’eventuale lettera di dimissioni. A differenza tua voglio comunque rimanere nel mio ambito, ma abbiamo fattori in comune: entrambi ci siamo rotti le palle e vogliamo cambiare la nostra situazione. Dopo il colloquio, infatti, deciderò se cercare un nuovo posto di lavoro. A volte penso che dovrei direttamente cercare un nuovo posto, altre volte penso ai vantaggi che potrei avere qui se mi si aprissero nuove porte. Voglio quindi capire bene e se deciderò di andarmene so che lo farò a testa alta, dopo aver spiegato le mie ragioni sinceramente e magari lasciando un po’ di rimorso nella controparte (giusto per soddisfazione personale). Il futuro mi spaventa, certo, questo è un mio difetto. Il ritrovarmi in un’azienda piena di squali è una possibilità. Ma penso proprio che sia ora di mettere le cose in chiaro per poter valutare come cambiare la mia attuale posizione.
Grazie per il post, mi hai regalato un’ottima lettura. Ciao!!!
Ciao Gig, ti rispondo con altrettanto ritardo 😛
Leggiti il Blog di Seth Godin http://sethgodin.typepad.com/
Troverai un sacco di dritte per chi, come te, ha tutto sommato un lavoro che gli piace, sono le condizioni al contorno che non vanno bene.
Poi fammi sapere 😉
Ciao Ciccio,
ammetto mi ero dimenticato completamente del mio commento qui. Grazie del link, ne farò tesoro! Capita comunque a fagiuolo il mio ritorno su questo post, dato che proprio oggi ho dato le dimissioni e ne vado fierissimo. Avevo anche ricevuto un aumento, ma penso che attualmente la cosa più importante sia quella di ampliare la mia conoscenza, cosa che qui non posso fare. E quindi ho deciso di andarmene e non vedo l’ora di iniziare il mio nuovo futuro 🙂
Chi vivrà vedrà!! Grazie di nuovo!!
Sei un mito.
<3
Ho letto il tuo post molte volte. Scrivo x mettere nero su bianco il vortice si pensieri che mi ha suscitato. Sono mesi che mi si e’ intrufolata dentro una voglia pazza di mollare il mio lavoro a tempo indeterminato da turnista che faccio da ben 27 anni ( ne ho 50)… Ho due figli di 8 e 11 anni che mi richiedono molte piu attenzioni adesso di quando erano piccoli ( scuola amici attività pomeridiane ecc ecc) e una vita fatta di salti mortali x cambiare il turno ,sabati sera a letto presto perche domenica mattina alle 430 suona la sveglia, pranzi domenicali persi o una bella mattina il primo dell’anno!!! Finche’ ero giovane e single mi poteva anche stare bene fare una vita ” diversa” dalla massa , ma adesso che ho un marito e dei figli con i quali ADORO stare e programmare cose, questo lavoro mi sta portando sempre piu’ alla desolazione.!!.. Ho un marito collaborativo ma c’è molto poco perche’ il suo lavoro lo tiene tutto il giorno fuori casa….. Sono sul bordo dello scoglio che oscillo e non trovo il coraggio di ..tuffarmi e rassegnare queste dannate dimissioni…. Coraggio,, !! Tra poco mi tuffo!!!grazie x il post..mi stai dando una spintona salutare!!!!!
Anna, se vedi arrivare un treno ti sposti perchè sai che se resti muori, di botto, di colpo.
Se lasci la tua vita in un posto che non ti piace, giorno dopo giorno, anno dopo anno, muori un pezzo alla volta, senza accorgertene. Rischia di essere molto peggio.
Molla prima che sia troppo tardi.
Io ho seguito un sogno che non avevo e da poco sono tornato in azienda, indovina perchè?
Ero stufo di lavorare i sabati e le domeniche e non vedere mai i miei. Ora ci vediamo soprattutto nel weekend. Ma non è quanto stiamo insieme, è come.
Qualità vs quantità.
Mi sembra tu le abbia chiare le tue priorità, fagli il giusto spazio.
Hai 50 anni che aspetti, la pensione? 😛
Oh, falla bene, pensaci e costruisciti questa benedetta via di uscita.
Hai tutte le risorse per farlo.
e ricorda quello che dice il saggio: abbiamo solo due vite. la seconda comincia quando ci rendiamo conto di averne una sola…
Ma perchè quando si parla di lavoro si intende sempre un lavoro di ufficio?vi ricordo che ci sono anche altri lavori,quindi non è detto che la pausa si davanti un pc su facebook se uno lavora in fabbrica o pulisce i gsbinetti,uscite dal solito conformismo sembra una chat di impiegati.
E’ una chat tra impiegati. Gli impiegati sono i nuovi operai, tutto lì.
E ti ricordi che stai parlando con uno che ha fatto per anni il fotografo, a casa sua, davanti al PC.
ciao ciccio,sono proprio felice di essere incappata in questo articolo.ho 32 anni,sono impiegata da 8anni,tra un’azienda e l’altra,ma il lavoro é stato sempre dequalificante (negli ultimi anni ho fatto,per dire,una montagna di fotocopie).ma sono laureata in lingue,master post laurea e tutto,requisiti per l’insegnamento a posto.Regolarmente abilitata per fare la guida turistica,da 3 anni rodo vedendo in facebook le mie colleghe guide che lavorano,mentre io non posso perchè lavoro 8ore al dí in ufficio.difficile lasciare il lavoro perché tre cose mi piacerebbe fare e tre precarie:l’insegnante d’inglese,la guida turistica e la traduttrice. ma é giusto vivere la vita invidiando coloro che hanno il coraggio di fare quanto tu non osi fare?é questo che mi ha fatto decidere.
quindi,colpo di scena:ho dato le dimissioni avendo come obiettivo le professioni di cui sopra.come qualcuno ha scritto sopra,i miei quando lo sapranno mi diserederanno.le aspettative che loro hanno per me sono in realtâ l’ostacolo peggiore,quello che mi fa automaticamente pensare che le mie scelte siano sempre quelle sbagliate.ma va bè..pazienza.
Leyla!
Hai fatto la cosa giusta ma per i motivi sbagliati!
Ma chettefrega degli altri in primis.
Poi, non fare l’errore di paragonare l'”Highlight reel”, il best of altrui con il “behind the scene” tuo!
Su Facebook sono tutti ricchi famosi, alti biondi e con gli occhi azzuri. Fanno surf, volo a vela, vanno in vacanza in posti esotici. Poi stanno in casa col pile che fa i pelucchi e le mille rate del macchinone.
Comunque di persone che campano facendo l’insegnante o la traduttrice ne conosco. Tu sei meglio di loro sicuramente visto che leggi CiCCiO.it 😛
Andrai alla grande!
Spettacolo! Hai dato voce e parole ai miei pensieri! Grazie.
😀
Bell’articolo e bei commenti!! Mi hanno ridato la carica, l’entusuasmo di fare!! Ma riuscirò a dare una svolta decisiva alla mia vita??? Sono laureato in ingegneria meccanica…che è la cosa più lontana che ci possa essere dalla mia personalità!! Perché? Perché, da cazzone quale ero, mi sono ritrovato a percorrere una strada che non avevo scelto io e, quando è arrivato il momento, non ho avuto il coraggio di raddrizzare la rotta per perseguire la mia felicità. Tu dirai: “fallo adesso!”. Lo so, lo so. Ma quando ti proponi per fare il panettiere e vedono che sei un ingegnere meccanico non ti considerano proprio. Gli puoi dire che è una tua passione (e quando un lavoro lo fai con passione rendi centomila volte di più) tanto che hai preso a farti il pane in casa da solo e che hai già acquisito una certa manualità, che per sopperire alla mancanza di esperienza (e per dimostrare la tua buona volontà) vai a lavorare all’inizio gratis…ma niente…non ti caga nessuno!! cmq vedrò di far tesoro dei tuoi consigli e delle esperienze di chi ha commentato il tuo aritcolo (che a quanto pare stiamo tutti nella stessa barca!): meglio tardi che mai! sapere che non voglio fare l’ingegnere (e quindi smetterla di passare intere giornate a cercare un lavoro che non voglio fare) è già un primo passo! Spero in un pizzico di fortuna, magari c’è qualche panettiere un po’ pazzo che vuole assumere laureati 😛
Ciao Ciccio 😉
Edoardo,
se sono riuscito io a fare il fotografo, figurati che difficoltà puoi avere tu a fare il panettiere.
E comunque non fare l’errore di aspettare “che qualcuno ti assuma” Vai e fallo, trova il modo.
Dipende da te non dagli altri!!!
In bocca al lupo!
Insomma mi associo a quanto detto sopra. Stamattina mi sono partiti i dieci minuti di viulenza ed atrocità: sono entrata in ufficio e ho sfanculato la manager di turno. Niente preavviso, niente saluti, niente bestemmie, le ho solo detto quello che c’avevo sul groppone da un pò, ho messo su il cappotto e sono uscita a testa alta. Al momento vivo a Dublino e lavoro (LAVORAVO!!!) per una multinazionale americana presso cui ero già impiegata da un paio d’anni a Milano, parlo correttamente Inglese e Spagnolo e comprendo senza problemi Portoghese e Francese. Ho sentito dire troppe volte “vai via dall’Italia che non è rimasto più niente di buono per voi giovani!” oppure “nei paesi anglosassoni è tutta un’altra roba: ti pagano bene e puoi costruirti un futuro” e nananana. Non ho mai sentito dire a nessuno però, di ritorno da una trasferta in terra celtica, che un italiano o uno spagnolo o un greco al Nord è considerato un perfetto coglione, un esemplare affascinante perchè passionale ed emotivo, ma al contempo un ritardato da ridicolizzare e beffeggiare, con quel tono di voce troppo squillante e quel suo modo buffo di gesticolare. Nessuno vi racconterà mai delle umiliazioni che ha subito immotivatamente, di tutte le volte che ha detto sì quando invece c’era da rispondere solo ‘SUCA’, delle false promesse con cui lo hanno rimbambito pur di farlo restare e poterlo sfruttare fino all’osso perchè “come sapete cavarvela e trovare una soluzione a tutto voi latini nessuno mai”, dell’indolenza anglosassone (perchè questi qua voglia di lavorare saltami addosso, nè!), dei soldi che in realtà non sono poi tanti di più di quelli che prendi in Italia perchè la vita qua costa molto più cara e fa di gran lunga più cagare. Io al Nord ci sono andata, mi hanno ingolosito con una promozione e un aumento di stipendio, ci sono rimasta per quasi un anno. Ci sono cascata con mani e piedi. Ho rinuciato all’affetto costante della mia famiglia, agli amici, ad una vita sociale per un lavoro che faccio con vero piacere ma che non merita simili sacrifici. Perchè nessuno ti regala niente e l’erba del vicino spesso è più verde solo perchè ha adoperato qualche barba-trucco per farsi invidiare dai pirloni mediocri che lasciano stabilire agli altri il proprio valore. Io oggi ho detto basta. Rivoglio la mia vita italiana fatta di levatacce e di insicurezze economiche, una vita dove non pago 60€ per una visita di 5 minuti dal medico generico o 140€ per un abbonamento mensile a mezzi di trasporto comunque in ritardo e conciati nè 40€ secchi al mese di telefono. Io oggi non ho più paura: ho tentato la sorte, ho patito la solitudine più disperata e l’infelicità più concreta ma ho preservato la mia dignità ed il valore del mio lavoro. Dicono si lavori per vivere e non viceversa. Sono pienamente d’accordo. Il mondo è troppo grande e magnifico per rimanere tutta una vita col culo attaccato alla stessa sedia davanti alla stessa scrivania ad invidiare l’imprudenza di chi ha viaggiato, di chi ha goduto, di chi ha vissuto affrancandosi dal timore del cambiamento.
Cacchio Milla…
certo che anche il tuo è una “bella” storia, ancora diversa da quelle che sono passate nei commenti.
Fa “piacere” sentire che non è tutto rose e fiori fuori dai confini anche se fa impressione il fatto che quando parli dei difetti dell’Irlanda, pare tu stia parlando… dell’Italia!
80€ per un certificato medico (o meglio della firma su un foglio) per mandare tuo figlio in piscina. Sei mesi sei per una TAC con il SSN, due gg come privato. Io lavoro a Milano e coi mezzi non vai da nessuna parte o meglio ci vai se sei fortunato. Di telefono pago 45€/mese…
Ho un’amica che è partita molto giovane per Dublino e come te è tornata delusa, complice forse la delusione amorosa. Ne ho un’altra che è partita, forse un po’ a caso, ha lavorato in Dell, Google, poi è rientrata ma è durata un paio d’anni.
A Dublino (a Cork in realtà) ci ha fatto due figli (no uno è nato qui forse ma dettagli) e adesso è lì, lavora in Amazon e non credo tornerebbe. Ancora una volta, credo non esistano assoluti.
Percezione della realtà, da questo dipende. E purtroppo o per fortuna la percezione della stessa cambia, a seconda dei modi, dei tempi o semplicemente da quella che è la somma delle nostre esperienze precedenti.
Detto questo, applaudo la tua scelta di agire di fronte a una situazione insostenibile. Io che ho cambiato mille volte, credo fermamente che porti solo a cose nuove, cose che non ci aspettavamo, spesso, cose belle. In bocca al lupo, in qualunque nazione tu sia.
Grazie della tua lettera!
E soprattutto grazie anche di tutte le belle discussioni che hai aperto con essa!
Mi chiamo Elisabetta, ho 27 anni, e dopo aver lavorato per tantissimo tempo come scenografa nei villaggi turistici, adesso da tre lunghissimi anni mi ritrovo intrappolata in uno studio notarile…non sto neanche a dirti le condizioni di lavoro, perchè sono le stesse che tutti quanti in questo blog hanno ampiamente elencato…tre mesi fa aspettavo un bambino, e l’ho perso dopo pochissimi mesi di gravidanza, mi hanno dovuto operare di urgenza e ho rischiato la vita quel giorno….ho capito che la mia vita era una sola e dovevo cercare di iniziare finalmente a viverla.
Mi sentivo bene, ma è durato molto poco, sono ricaduta nel baratro della mia vita… ma ho una fortuna enorme, il mio amatissimo marito che mi supporta e conforta ogni giorno!
Ieri sera abbiamo deciso che questo mese rassegnerò le dimissioni dal mio sicurissimo lavoro di impiegata a tempo indeterminato per iniziare a riprendere in mano la mia vita….
Ho un sogno nel cassetto: poter lavorare come sarta da casa e fare le feste di compleanno per i bambini (cosa che già facevo nei villaggi turistici dove lavoravo prima), sono già riuscita a prendere dei contatti per ricominciare a farle nella mia città!
Da anni frequento una scuola di sartoria, ma lo faccio solo per due piccolissime ore a settimana, adesso lo voglio fare seriamente, voglio che il mio mestiere diventi tale, e soprattutto voglio prendermi cura del mio compagno come non ho potuto fare per questi anni…
Mi spinge al cambiamento la voglia di poter lavorare a casa, di potermi gestire il lavoro con le tempistiche che dico io, e quindi poter dare al mio compagno, e alla mia futura famiglia la priorità assoluta su tutto e tutti…è finito il tempo in cui Elisabetta si lasciava trascinare dalla vita, ora voglio essere io ad avere le redini in mano!
Brava Elisabetta!
Ti sono solidale più di quanto immagini per la triste parentesi, credimi.
Per il resto mi sembra tu abbia le idee piuttosto chiare. Farai la cosa giusta anche perchè a 27 anni qualunque cosa fai è giusta!!!
Ciao Elisabetta,
il tuo commento mi ha commosso e trasmesso grande positività e forza… continua così!! 🙂
Ciccio, sei un grande.
Io lavoro (bah… lavoro, si fa per dire) in Sic#####lia come… non so manco cosa. Ci fanno un contratto (illegale perchè peggiorativo rispetto ai CCNL) come “soci”, ci trattano peggio che schiavi egizi (ferie negate, riposi saltati, tutti i fine settimana a lavorare), e ci pagano la bellanda cifra di 5 euro LORDI orari.
Sì, ok, abbiamo la sicurezza di un rimborso spese fisso ogni 20 del mese (non chiamiamolo stipendio, per favore), le ferie pagate (ancora meno, ma pazienza…), la mutua (tranne i primi 3 giorni che misteriosamente non vengono pagati…)e la sicurezza di fare un lavoro ricco di prospettive, stimolante, dinamico e di responsabilità (col 90% dei servizi totalmente fuori dalle nostre competenze contrattuali, in condizioni da terzo mondo ed orari da cani). Cambiare? sì, il solo problema è la paura dell’incertezza…
Poraccio, (lo dici tu) il tuo commento è diverso da quello di tutti gli altri: tu non è che potresti tenere, ma vuoi/pensi di meritare di meglio. Tu sei proprio in una situazione barbina… Chiaro che per cambiare devi avere o ti devi costruire delle alternative. O avere la possibilità di costruirtele. Un vantaggio sugli altri ce l’hai però: lasciare una lavoro dimmerda è più semplice di uno che, tutto sommato, potresti anche tenere… pensaci!
Fantastico!!
E’ quello che penso da un po…e a breve la mia scelta!! Sarà come la tua…una scelta che sembra impossibile ma che aprirà nuovi scenari!!
Raccontaci però!!! 🙂
io ti ho trovato con una ricerca di quelle che fai ,quando al posto di eplodere e scegliere di camminare armata di spranga,digiti cazzate per vedere se c’e’ una risposta…io avevo digitato,metterla nel c…a tutti…la mia esperienza è quel che voi avete scelto di fare,io l’ho vissuta passivamente. Ma questa è un’altra lunga,noiosa,mortale storia che magari racconterò in quel presunto libro che dovrei scrivere,poichè non voglio fare il fotografo,ma vorrei aprire un ristorante.
Dato che qui ,Fantozzi sono io,reputo impossibile la cosa,sono nata bella,molto capace e intelligente (dicono) e per mezzo di questi strumenti anche poco sudati,ho avuto mille occasioni,da proposte di ottimi lavori ad un fidanzato facoltosissimo,ma di cui ho rifiutato offerta di matrimonio,ha rimpiazzato facile con una in vendita…io non riuscivo a quotarmi come una mucca da macello,un cavallo di razza o meglio ancora ,come un televisore (che cambiava ad ogni uscita di un polllice in più).
Non ci sono stati mezzi,auto in regalo,trilogy,gioielli e viaggi che mi abbiano potuto convincere a “fottere” in questo modo la mia genetica ,imbastardendola con quella di un idiota.
la scelta la faccio troppo tardi,passano dieci anni,una laurea incompleta per una manciata di esami ed una vita che ad oggi,nonostante figlia di benestanti,mi vede costretta a qualsiasi lavoro (che cmq faccio e con soddisfazione ed impegno) ,ho aperto un alberghino in passato,ma la mano della ricca prepotenza ha portato via tutto con se,compresi i miei animali ,l’auto e il famoso trilogy,che ,a faccia tostissima,mi sono ripresa….e bene,oggi mi ritrovo paralizzata in me stessa,reputo che ogni giorno sia sempre più difficile ma non so se tutte le cose che ho fatto negli ultimi 3 anni,compreso trasferirmi altrove,le avrei potute fare in quella prigione d’oro e prepotenza!!! viva la libertà di poter scegliere anche come morire di fame!!!! ma con la propria capoccia!!!
Fabiola,
la prima cosa che mi viene da dirti è di andare a cagare 😀
Amichevolmente eh?
Però mi pare, prima di tutto un fake, un racconto fasullo, in seconda battuta il lamento di una bimba viziata.
I soldi la famiglia solida, essere figa, l’alberghetto… dai su…
😉
Ciao io sono in forte disagio….il lavoro che faccio non mi piace, il mio capo è uno privo di responsabilità, i miei datori di lavoro considerano tutti noi dei “ladri “di stipendio, le donne galline da “palpare” e “abbracciare” gli uomini cretini, peccato che portiamo avanti la loro impresa !!!!!!!!!!!!!mio marito mi ha chiesto di trasferirci in germania (relocation aziendale con “paracadute” di rientro in Italia).
a sentire i genitori e i fratelli siamo dei pazzi a lasciare due lavori sicuri (ma sono veramente sicuri?) in questo momento e con due figli piccoli.
ci sono giorni che mi sento di mollare, altri in cui la paura e l’incertezza fanno da padrona.
nessuna ha la sfera magica per dire quale sia la scelta giusta, ma dopo anni di gavetta, una laurea in economia essere trattata come un animale e senza rispetto, con uno stipendio di 1000 euro mi demoralizza parecchio ma poi mi freno …. è sempre un aiuto alla gestione familiare. e poi ci sono i genitori anziani…come faranno da soli???????
invidio chi ha avuto il coraggio di osare come te.
come uscirne fuori???
Stefania,
come si impara a nuotare? Ti buttano in acqua, annaspi e poi vai.
Mai ti buttano, mai impari. Oppure impari a 40 anni. O non impari mai.
Buttati e vedrai che impari.
O non imparerai mai.
😉
Grazie Ciccio!!!
Condivido pienamente!!! Dopo 11 anni di sofferenze nel mondo di lavoro da dipendente, sempre maltrattato, sfruttato, facendo prendere i meriti sempre ai leccaculi, ipocriti, grattapalle, mi sono rotto davvero, ed ho dato le mie dimissioni.
Adesso mi sono messo i proprio, ed apro una piccola attività. Il sogno di tutta la vita. Di lavorare in proprio, anche se tutti mi danno dello scemo, capisco che tutti quelli come me, come te, e quelli che hanno scritto qui sopra, siamo diversi da questa società, attaccata al contratto di lavoro, come alla bibbia. Importante credere in se stessi, certo, le difficoltà sono tante, ma gli affronti con uno spirito diverso. Con lo spirito di essere padroni della propria vita.
Buona vita a tutti ragazzi!!!
Vincent,
volevo commentare ma hai detto tutto tu! Bravo, hai lo spirito giusto, non c’è possibilità di fallire. In bocca al lupo!
Ciao Ciccio, ho trovato molto interessante questa lettura!
Ti scrivo di me, ho 27 anni e il mio primo lavoro è in una vet clinica 24h, ma è ormai un anno che sto pensando di andarmene e non ci riesco mai.
I turni sono estremamente lunghi ed impegnativi, non tanto i diurni quanto i notturni, faccio 24 ore e più di seguito, odio le notti lì, sia perchè dormo poco e male, sia per l’ansia di stare da sola, sia perchè capitano volte in cui non dormo affatto e sto a pezzi.
Inoltre il rapporto con la direttrice: è una persona molto burbera, spesso mi ignora totalmente/umilia/mette in difficoltà sul lavoro/insulta e per me è estremamente pesante stare tutte quelle ore lì, senza poter parlare con nessuno,siccome le da fastidio perfino se mi vede stare al cellulare nei momenti di pausa (cosa che odia solo se faccio io), nonostante io abbia il ragazzo a distanza e spesso è l’unico modo per sentirci (infatti lo devo chiamare di notte quasi sempre).
Non è propriamente una persona cattiva, ma dal carattere difficile, ed estremamente stressata per vari problemi di gestione della clinica, infatti andandomene so che metterei tutti ancora in difficoltà, siccome già da ora c’è carenza di personale.
Ho provato più di una volta a parlare delle mie difficoltà, ma ci sono stati solo dei miglioramenti brevi. Fondamentalmente vorrei andarmene, trovare un altro lavoro, con orari più sereni, ma essendo il primo lavoro sono piena d’incertezze per il futuro e paura di sbagliare…non so davvero che fare.
Tu mi dirai: che resti a fare allora?
I lati positivi ci sono:è un posto abbastanza vicino casa, facendo anche turni di 24h ore ho più di un giorno libero a settimana, ho uno stipendio (è il mio primo lavoro, per quel che faccio guadagno pochissimo, ma, anche se vivo coi miei genitori, posso almeno permettermi le spese personali), sono molto affezionata ai nostri animali.
Inoltre conoscendo la situazione difficile, mi dispiace davvero mettere tutti loro in difficoltà e non vorrei essere la persona meschina che contribuisce ai problemi che ci sono capisco perfettamente tutto lo stress che c’è, ma non mi va di essere la pallina antistress della situazione.
E poi non so effettivamente come andarmene. Nel senso che voglio lasciarmi aperta comunque una porta, ma non riesco a trovare un modo, non saprei cosa dire per andarmene senza essere schifata (diversamente da una collega che è riuscita a scappare, letteralmente, perchè aspetta un bambino)…
“I lati positivi ci sono:è un posto abbastanza vicino casa, facendo anche turni di 24h ore ho più di un giorno libero a settimana, ho uno stipendio (è il mio primo lavoro, per quel che faccio guadagno pochissimo, ma, anche se vivo coi miei genitori, posso almeno permettermi le spese personali), sono molto affezionata ai nostri animali.”
Scusa ma, questi sarebbero i lati positivi? Mi pare piuttosto, tu stia giustificando il tuo permanere in una situazione che non ti piace, cosa peraltro comprensibile.
Però se capisci da te che le motivazioni che ti legano a quel lavoro sono davvero deboli, tutto cambia prospettiva.
Il rischio è di rimanere con una che non ami per anni, solo perchè… tutto sommato si beh… si capisce?
Non penso che siano poi così deboli, siccome provvedo alle mie spese, certo non devo pagare un affitto (perchè in quel caso sarei proprio sotto un ponte a quest’ora) ma uno stipendio non fa certo male, come non fa male avere qualche giorno in più libero (il mio ragazzo non abita esattamente dietro l’angolo, quindi mi tocca viaggiare per poterci vedere), tralaltro penso che a livello emotivo sia un lavoro sensibilmente diverso da un lavoro d’ufficio, mi riferisco al rapporto con clienti e pazienti.
Però è vero che la situazione non mi piace e se seguissi l’istinto, me ne andrei.
Però non ho il coraggio di prendere una decisione definitiva, andandomene loro ne subirebbero le conseguenze (nonostante siano bravi a farsi detestare,si) ed io ho una gran paura del futuro…come fate voi ad armarvi di tutto questo coraggio?
Lily…
Ma sti “loro” che ne subirebbero le conseguenze?
Perdonami se sono franco ma a me pare tanto una scusa.
Cosa sei un ente benefico? E’ un eccesso di altruismo che pensi prima di tutto ai tuoi datori di lavoro che a te stessa?
Sindrome di Stoccolma?
E’ una scusa per giustificare una situazione che non ti piace davvero o in effetti tutto sto disagio non c’è?
La risposta a ste domande la devi dare a te, non a me…
Accidenti uno si prende due minuti in pausa pranzo al lunedì per cercare la soluzione delle proprie insoddisfazioni e si imbatte in un disgraziato senza ritegno come te che esorta alla defezione e alla ribellione! Cazzo se hai ragione! E te lo dice uno che definire schiavo del senso del dovere è un eufemismo…
Scrivo anche io in breve il mio percorso (mini-percorso, essendo ancora uno sbarbatello neolaureato). Dopo la laurea in legge, preso dal panico di non dover restare con le mani in mano e di non pesare un giorno di più sulle spalle die miei, mi sono gettato a capofitto nel’agghiacciante mondo degli studi d’affari. Sei predestinato, dicevano; non ci sono altre possibilità, rimarcavano; non puoi che diventare quello, additavano; sarebbe uno spreco non fare altrimenti, sentenziavano; non esiste soluzione più razionale, vaneggiavo io. Ebbene mi sto rendendo conto seriamente che nonostante il lavoro di “prestigio” (mah), la paga interessante, i capi gentili e apparentemente soddisfatti di me, io che faccio il secchione, i colleghi simpatici, il supporto dei conoscenti, le prospettive ottime di inserimento, le materie tutto sommato interessanti… non faccio altro che sentirmi sempre più frustrato. Saranno le 50h a settimana più le due orette di pendolarismo andata/ritorno? La totale assenza di tempo libero? lo svegliarsi al sabato con l’ansia accorgendosi di non avere le forze né il tempo per vedere un amico essendosi accumulate diecimila commissioni da sbrigare, visto che il resto della settimana sono in ostaggio in ufficio? L’idea di dover fare da schiavetto vitanaturaldurante per risolvere le beghe a ricchi businessmen con l’abbronzatura da sci e ad anonime e grigie entità finanziarie senza volto dedite solo al bieco profitto? D’altra parte ho iniziato e completato gli studi universitari nel tentativo di conciliare per quanto possibile “spendibilità sul CV” e capacità di raggiungere buoni risultati in una materia almeno un poco interessante. A mia parziale discolpa, ciò che mi sarebbe servito per “quello che volevo fare da grande” non esiste in Italia, ero totalmente all’oscuro di altre strade alternative e comunque alla fine del liceo non mi sarei mai potuto permettere di pagarmi un’emigrazione all’estero tout court.
Ora però i nodi vengono al pettine.Puoi fuggire da tutto, ma non da te stesso. Meglio tardi che mai, mi dirai. Bene, si delinea un clamoroso revirement che comporterà una mie risistemazione non solo per il lavoro, ma anche per mettere a posto alcune lacune di competenza/formazione non gravissime ma che devo colmare per poter essere credibile, e per le quali però devo metter da parte dei soldi per “autofinanziare la mia pazzia”.
Perché non l’hai fatto prima? Mi chiederai.
1) perché sono un moccioso pirla e sprovveduto che vive nell’iperuranio e che non era capace di seguire né di capire le proprie aspirazioni prima di fare un casino di errori di valutazione
2) perché gli ostacoli che mi sono trovato davanti mi hanno schiacciato ancor prima che tentassi di svalutarli un po’, oltre ad essere oggettivamente di non facile soluzione.
3) perché come accennavo, io e il senso del dovere coltiviamo una relazione morbosa che dura dalla notte dei tempi.
4) perché mi avevano convinto che quello che volevo fare non esiste.
Bon: ad ogni modo grazie al cielo ho scoperto che quello che voglio fare tutto sommato esiste, l’ho scoperto nei primi mesi di lavoro, e forzando un po’ le cose non dovrebbe essere impossibile attuare il mio diabolico piano aggiustando semplicemente il tiro del mio percorso, senza necessità di stravolgere ogni cosa. Però è innegabile che sarà un gran cazzo di salto nel buio. Dunque tentenno.
Ora, forse mi sfanculerai chiedendoti ma cosa cavolo vuole sto moccioso viziato: io posso risponderti che il compromesso su ogni aspetto della vita è obbligatorio; ma vediamo se è possibile non esagerare al ribasso.
Mi piacerebbe ora capire se devo seguire un cambiamento alla francese, con rivoluzioni giacobine eclatanti, o magari qualcosa di più pacato e riformista, alla tedesca diciamo, con una lenta transizione verso la novità.
Il tutto nella speranza di aggiustare il tiro senza sfracellare il mirino e preparandosi alle accuse di scelleratezza, alle facce perplesse e ai commenti sconsolati e dissuasori che arriveranno da più parti.
Oh, devo ammettere che sputtanare in pubblico sei anni di convinzioni esistenziali non è poi tanto male. Massì, clicchiamo Pubblica vah.
Neo: Cosa cerchi di dirmi? Che posso schivare le pallottole?
Morpheus: No, Neo. Cerco solo di dirti che quando sarai pronto, non ne avrai bisogno.
Mi pare che non hai bisogno che ti dica nulla, questo commento era per te più che per me 😉
Ma è servito anche a me e, sono sicuro, ad altri.
Poi se ti va, dimmi cosa combinerai, sono curioso!!!
Ciccio ho dato il preavviso! sono giunto al limite della sopportazione, avevo quasi problemi psicosomatici e non reggevo più lo stress, così gliel’ho detto, gli orari che faccio sono orribili e non li sopporto più. Gli ho detto che volevo andarmene, e senza nemmeno avere alternative certe, solo alcune proposte del tutto vaghe e poco interessanti.
Il problema è che mi hanno preso in contropiede, dicono che mi vogliono assolutamente tenere, che il mio contributo è importante, che hanno grandi progetti per me… la cosa mi fa rabbrividire, però hanno iniziato a farmi proposte indecenti, del tipo due ore in meno per 3 giorni su 5, affitto agevolato in una casa vicina per non pendolare, aiuto con lo stipendio…
All’inizio non volevo sentir ragioni, ma adesso durante il preavviso (1 mese) sono diventati tutti gentili, mi lasciano solo le incombenze che mi piacciono, non rompono se decido io come organizzarmi…
tutti quanti mi dicono di ripensarci, mi dicono che me ne pentirò, e intanto io che prima ero felice della mia decisione, perché avrei avuto modo di riorganizzare da zero la mia vita, inizio ora a vacillare, le condizioni di lavoro dopo la mia “rivelazione” mi sembrano meno gravose di quanto non lo fossero prima, e mi sento in un limbo in cui non so cosa accadrà nonostante sia io stesso a dover dare l’ultima parola…
GRANDE GRANDE GRANDE!
Adesso ascolta me: Resta.
Hai il coltello dalla parte del manico, nel senso che te ne puoi andare quando vuoi.
In più adesso sei forte di una grande consapevolezza: HAI DELLE ALTERNATIVE.
Non solo adesso sai come ho scritto io che se fai cose differenti, succedono cose differenti!
Stai, vedi, decidi, laffuori c’è tutto un mondo. Migliore, peggiore, diverso.
Non sei in gabbia almeno.
Bravo!
Ciccio la tua risposta mi lascia un po’ interdetto.
Rimanere dopo tutta la fatica che ho fatto per maturare la decisione di andarmene?
Però effettivamente vogliono venire incontro alle mie esigenze, lo hanno ribadito più volte…
Ciccio è successo. Ho retto un altro anno accettando la controproposta che mi avevano fatto, ma ecco che alla fine tre mesi fa me ne sono andato. Mi avevano ricattato, togliendomi il micragnoso privilegio che mi avevano concesso (puoi uscire prima delle 20 se devi prendere il treno) e io non ho ceduto. sono felice, sono orgoglioso. E’ una scelta che ho preso quasi ridendo.
Ci credi che adesso guardo i fili d’erba in mezzo ai marciapiedi, i gatti sui tetti, sassi nei campi e mi sembra tutto stupefacente e meraviglioso?
Tornando con i piedi per terra, ora ho anche paura, inizio a sentire i sensi di colpa che salgono, inizio a sentire le pressioni di chi mi sta intorno, inizio a temere che non riuscirò a imbroccare il lavoro giusto perché ci devo spendere su dei soldi in corsi di specializzazione e quasi tutti i miei risparmi sono stati divorati dall’Inps…
Argh! La libertà è meravigliosa ma angosciante!
No dai devo farmi forza, dovendo ripartire da zero e accetterò come “strumento momentaneo” tutto ciò che mi permetterà di realizzare i miei sogni, forse anche un lavoro che non mi piace ma che mi permette di metter da parte qualcosa. La strada sarà molto più lunga dle previsto, ma ci devo almeno provare, altrimenti non me lo perdonerò.
Ho resistito al patto col demonio e ora devo giocarmi la partita con l’umiltà del colono e la perseveranza dell’esploratore.
Ciao,
come tutti coloro che hanno lasciato un messaggio qui sopra, sono passato per varie fasi della mia vita sino a ritrovarmi in un limbo di annientamento psicofisico. Ho 32 anni lavoro da 6 per un’importante società a livello Regionale che fa analisi finanziaria. A 22 anni(2004), durante gli studi di Economia ricevo una buona offerta di lavoro e lascio l’università . Contratto a tempo indeterminato buono stipendio macchina bella, casa in affitto e tutto quello che ne consegue. Finalmente avevo l’acclamato posto fisso… Lavoro d’ufficio con un responsabile di dubbie capacità e problemi che voi tutti avete riscontrato, insomma la faccio breve, un bel giorno, indeciso se dare un bel pugno in faccia al mio capo d’area o scrivere una bella lettera di dimissioni scelgo la seconda e dopo 4 anni lascio a testa alta. Invio cv dappertutto e faccio un po di colloqui con un po di società. Scelgo la proposta di un’azienda che ha sede lontano dalla mia città, con la promessa (da loro denominata “progetto”) di aprire nell’immediato futuro una sede nella mia città natale dove avrei avuto ruolo dirigenziale. Sono passati ormai sei anni e nulla è cambiato, stipendio invariato, livello idem, (per intenderci 5°commercio per fare analisi finanziaria mi sembra un leggermente sotto soglia), mai un corso di aggiornamento. L’unica cosa che funziona è la regolarità dello stipendio. Circondato costantemente per 8 ore al dì da persone che non aspettano altro che ti alzi dalla sedia per potersi sedere, politici che “spingono” per finanziare progetti assurdi e fallimentari, tiratori di giacche dirigenziali e ritrovandomi ancora a 220 km da casa senza neanche una vita sociale, finalmente mi sento dire che la sede si aprirà!! Finalmente!! I miei problemi sono finiti, starò finalmente bene sereno non userò più la valigia se non per andare in ferie, costruirò casa con la mia ragazza, potrò vedere gli amici non solo il fine settimana, potrò proseguire con la mia passione della musica, potrò andare a trovare mia nonna di 93 anni quando voglio… Tre giorni dopo aver ricevuto questa bella notizia, mi convoca il direttore (massima autorità vivente con potere di vita e di morte sui dipendenti…) “Mi dispiace ma nella nuova sede dobbiamo per forza di cose inserire questa ragazza, che non ha esperienza ma è nipote di…. non posso fare altro che lasciarti qui come sei…”
Mi caddero le braccia. Andai via sconcertato ed incredulo. Ora molti di voi direbbero, “certo mandalo a quel paese al volo” e cosi ho fatto. Ad oggi che scrivo a te Ciccio, mi trovo ad affrontare la mia ultima settimana di lavoro in un posto in cui ho fatto sacrifici per sei anni in attesa di una “pacca sulla spalla” per ritrovarmi solamente abbracciato ad uno stipendio. L’incertezza mi pervade, ma la proiezione della mia immagine da qui a 10 anni, seduto ancora in questa scrivania, mi terrorizza e mi perseguita. Rimanere sarebbe quasi come privarsi dell’opportunità di fare un bel viaggio in un isola deserta vista solo in cartolina, quasi come imporsi un limite che non esiste. Ho deciso che quell’isola chiamata libertà la voglio visitare. Ho deciso che farò altro e seguirò le mie passioni. Butto via dieci anni di carriera per i quali ho rinunciato anche agli studi? No! penso che sia tutta esperienza che non andrà persa. Ora avrò la mia vita in mano e deciderò io dove vivere. Augurando a tutti un grosso in bocca al lupo vi ringrazio per le testimonianze che avete lasciato, nei giorni scorsi sono state di grande conforto.
Non sarò di sicuro l’unico a dirti che hai fatto bene.
Sei anni non sono un bel nulla!!! Soprattutto alla tua età.
E poi credimi, non butti via nulla. Te lo dice uno che è rientrato in azienda dopo 5 anni passati a fare il fotografo (e a 44 anni)
Vai e finalmente costruisciti un futuro. Migliore, peggiore, boh. Diverso.
Ma quello che ti stai scegliendo.
Chips
Questo post è interessantissimo, l’ ho letto tutto di un fiato come anche i relativi commenti.
Mi ha fatto ricominciare a sperare.
Sono una ragazza del sud problematico trasferita in una famosa città del centro-nord da poco.
Ho 27 anni quasi 28, dopo la laurea a 25 anni ho lavorato presso un sindacato di categoria (nella mia città di origine) sottopagata e in nero.Sfruttata, perennemente umiliata e vessata ho continuato perché mi servivano quei pochi spicci e anche perché credevo di non avere altre chance inoltre stavo attraversando un periodo particolare ed avevo la stima sotto le scarpe.Fino a quando per motivi personali legati alla sfera sentimentale lascio l’impiego,non serve spiegarvi che vengo congedata con un misero contentino e con la firma di un verbale di riconciliazione fatto a tavolino per non incorrere in problemi futuri.
Bene mi dico,lascio tutto alle spalle, cambio regione e cambio città, raggiungo il mio amore e magari è la volta buona per trovare di meglio.Si ricomincia voglio essere ottimista!
Purtroppo non è andata proprio benissimo e nonostante cv inviati, colloqui, lavorettini vari trovo lavoro in un campo che non mi compete per nulla.
Attualmente infatti lavoro di sera in una cucina di un ristorante, a nero per 5 euro all’ora e sottolineo che lavoro solo quando mi chiamano ed hanno necessità altrimenti nada(anche se i patti erano diversi). Per cui non esiste mai una certezza di guadagno.Basti pensare che questo mese avrò lavorato si no una settimana.
Ovviamente nei giorni che non lavoro li non mi gratto la pancia e mi adopero in altri lavori di bassa manovalanza facendomi il mazzo continuando nello stesso tempo la ricerca di un impiego migliore.
Sono molto frustrata forse ho sbagliato un po’ di cose ma vorrei avere possibilità di cambiamento.
Ho idea di cambiare e andare a tentare all’estero ma ho paura di un ennesimo salto nel buio e relativo fallimento vorrei uscire da questo loop ma la paura e la necessità di questi quattro soldi mi paralizzano.
Perdonate il racconto prolisso ma avevo necessità di confrontarmi con voi.
Grazie.
Ciao Ciccio.
Sono una mamma single di un bambino di 8 anni.
Io sono alla soglia dei 40 e mi sento a pezzi come se ne avessi 80…
La cosa che mi distrugge di più a livello psicologico è il mio lavoro.
Prima lo amavo molto, ma adesso che i vertici sono cambiati, é diventato uno schifo.
Passo le mie giornate a fare conti a pc e la sera a tirare le somme della mia vita…
Non sai quanto vorrei dare una svolta alla mia vita mettendomi in proprio. Sono un’anarchica e non sopporto le catene….
Se non faccio il grande passo però, non é per mancanza di coraggio, bensì per il senso di responsabilità verso mio figlio. Se fossi stata da sola o avessi avuto un marito al mio fianco, credimi che avrei già fatto il salto ne vuoto!
Ma ora se mi va male, cosa ne sarà del futuro di mio figlio?
Ovviamente ho anche un mutuo sul groppone da sola e non posso rischiare di andare sotto i ponti…
SOS!!!
Mamma disperata
Liz,
cosa suggeriresti a tuo figlio se fosse nella tua situazione?
Cosa gli vuoi insegnare?
Cosa vuoi che si ricordi di sua madre?
Stai bene ora? Vuoi che lui stia come te un giorno?
Sono domande vere, non retoriche.
Datti una risposta e scegli.
Il rischio è che sia una ruota che gira: i miei si sono abnegati una vita per i figli, così i loro genitori e via andando risalendo l’albero genealogico.
Qualcuno vuole decidersi a vivere prima di morire?
Piedi per terra ma c’è una vita anche fuori dai confini segnati da altri.
L’ho vista, te l’assicuro.
Un grosso in bocca al lupo.
Hai ragione eccome Ciccio!
Vivo ogni giorno per gli altri, escludendo a priori la mia felicità. Non che stare con mio figlio non sia per me una gioia ogni giorno anzi! Dal punto di vista lavorativo però, non sono per niente appagata (come scritto sopra)… É ora di darmi una mossa seria, per non dover un giorno dire “ah se l’avessi fatto….”
Grazie di cuore della risposta. Fa bene ogni tanto sentirsi dire che non tutto è perduto…
In bocca al lupo anche a te!
Ciao
Ciao Ciccio mi chiamo Alessia sono di Roma ho 32 anni e da 12 lavoro in una società di recupero crediti a tempo indeterminato quindi dovrei ritenermi fortunata e invece ormai sento di essere arrivata al limite e ogni giorno è sempre più dura…ma come fare se non si hanno altre passioni e interessi e se non si sa fare nulla in particolare? Vorrei licenziarmi ogni giorno ma non trovo il coraggio e non vedo alternative…
Cribbio Alessia,
è da quando hai 20 anni che lavori in quel posto!
Mi chiedo cosa aspetti… Non devi licenziarti oggi sarebbe da scriteriati ma comincia a trovarti un’alternativa.
Vai la cameriera la sera, la parrucchiera nel weekend, qualunque cosa, ma costruisciti una via d’uscita.
Tieni presente che ormai, azienda che durano 10, 20 anni sono l’eccezione, non la regola.
La tua azienda, verrà assorbita, acquisita, smembrata, delocalizzata.
Oppure il boss morirà, andrà in pensione, subentrerà il figlio che sperpererà tutto in signorine.
Fuggi e considerà chehai SOLO 32 anni, hai davanti una vita e, soprattutto, più di 40 anni di inutili contributi!
😉
Da brava insicura ho scritto su google la frase “lasciare un lavoro a tempo indeterminato” e magicamente mi è apparso questo post. Ho 26 anni, mi sono laureata in lingue ad aprile dell anno scorso e a luglio già lavoravo per un’ azienda con contratto a tempo indeterminato. Dirai: bene, in un momento di crisi come questo non poteva capitarti botta di culo migliore! Eh già! Peccato che questo posto non me lo sono proprio guadagnato ( mio padre è andato in pensione anticipata per farmi “un regalo”)! E adesso penso solo che ho studiato per 5 anni inutilmente; che non sono stata capace di dimostrare quanto valgo (e se valgo); che il lavoro che faccio non mi piace, anzi lo odio, anzi non mi piacerà mai; che vorrei levare le tende e partire per fare l’unica cosa che mi sia mai piaciuta davvero: scrivere,parlare e raguonare in un’altra lingua. Ma il problema adesso non è trovare il coraggio per farlo, è trovare il coraggio di guardare in faccia i miei genitori e vedere a rallentatore i loro cuori che si spezzano inesorabilmente. Si, sono la figlia strana, quella che non ha voluto studiare nè giurisprudenza nè medicina e che adesso si trova a sputare nel piatto in cui centinaia di italiani vorrebbero mangiare. Sono pazza? Devo mollare lo so! Grazie per aver scritto tutto quello che hai scritto. Non ti conosco ma penso di doverti, in parte,la più grande scelta che abbia mai fatto in vita mia!
Simona,
io per mollare tutto ho dovuto aspettare che i miei non ci fosserò più.
Non pensavo consciamente che avrei potuto dar loro un dispiacere ma mi sono accorto quando non ci stati più che era “per loro” che non avevo aperto un negozio di strumenti musicali, non avevo fatto il conservatorio, il musicista o quant’altro.
In realtà è solo ora che sono genitore di due dinosauri che mi rendo conto che quello che conta davvero per un genitore, è la felicità dei propri figli!
Prova a pensarci, preferiresti avere una figlia infelice e insoddisfatta ma con un bel lavoro o magari una figlia con qualche grattacapo ma che vive serena facendo quello che sogna.
Certo, esistono degli animali mitologici che minano i nostri giudizi: ci piacerebbe avere dei figli felici e a tempo indeterminato.
Non sempre si può e anche i tuoi genitori, tolto quello strato di superficialità che ci ricopre tutti, in fondo in fondo lo sanno e ti capiranno!
E poi oggi il mondo è piccolo, l’Irlanda è a un’ora e mezza dall’Italia!!!!
😉
Ciao Ciccio, complimenti, mi hai dato delle cose su cui pensare.
Io sono immerso nel frullatore emotivo e decisionale dei miei 25 anni, purtroppo sono costantemente indeciso sul da farsi, non ho neanche ben chiaro cosa voglio, ed è la cosa piu difficile da affrontare. Lavori ne ho cambiati parecchi, anche se sempre nel campo della ristorazione, abitazioni e città pure, e adesso dopo due anni di tempo indeterminato in un ristorante, buon stipendio, casetta arredata che sembrava di stare a marrakesh (nel senso buono e artistico del termine) ho lasciato tutto e mi ritrovo a Parigi. Mosso dalla voglia di far succedere qualcosa, per fuggire da quella monotonia che mi stava striturando l’anima. Ma morale della favola, mi sento esattamente come prima, dopo il primo mese di estasi, mi ritrovo in una bottega alimentare italiana a scotennare prosciutti di Parma, solita routine, se non peggiore, di quella in italia, con la differenza che son lontano da tutti i miei affetti, da quegli amici a cui ultimamente non davo il giusto valore, e in una citta, che per quanto bella sia, mi obbliga a parlare una lingua in cui per dire “ottanta” bisogna dire “quattro venti”!Mi rendo però conto che quello che dici tu, ossia, se fai sempre le stesse cose non cambierà mai niente, è una verità assoluta, perchè il mio cambio di vita drastico mi ha trascinato si in una medesima routine, ma facendomi pian piano schiarire le idee su quello di cui ho bisogno. I cambiamenti penso dunque che siano sempre positivi, nel bene o nel male. Detto questo, ogni volta che mi sentirò confuso rileggerò il tuo articolo, che comunque dà una mano 🙂
Dopo il mio piccolo monologo che era piu uno sfogo che un punto di vista (per altro magari un po confuso, esattamente come me), ti faccio i miei auguri per un roseo futuro, o meglio, presente!! ciao 🙂
Resto sempre di sasso quando leggo che ad avere dubbi come quelli che esprimi è un 25enne. Si ok a 25 anni io avevo le idee chiare, ma semplicemente perchè sapevo che mi sarei laureato, sarei partito per militare, avrei cominciato a lavorare. Un bel percorso programmato per tenermi buono, a bada, sotto controllo.
Quando questi strumenti per il controllo vengono meno, allora siamo liberi, questa cosa ci turba 😛
Tra l’altro mi pare tu abbia avuto occasione per non annoiarti finora. Cambia ancora!
Io ho dovuto cambiare parecchio per trovare quello che andava bene per me, fossero aziende o donne 😛
Comunque te lo dico, stai un bel pezzo avanti e di consigli da me non ne hai davvero bisogno 😉
Ciao Ciccio,
ho letto tutto il tuo post e devo dire che mi hai fatto anche sorridere, in alcuni punti mi è sembrato come se mi legessi nella mente, e poi la frase sul capo che ti sgama finale…fantastica!
Ma veniamo al dunque, ho quasi 26 anni e sono quasi 3 anni che lavoro per un azienda che all’inizio mi sembrava “l’America” e che oggi invece si è rivelata per quella che soltanto una “gabbia dorata”…lavoro dall’età di 17 anni e sulle spalle mi sento il peso di almeno il doppio dei miei anni…Sono arrivata al tuo blog digitando la frase “trovare il coraggio di cambiare lavoro” questo perchè sono mesi che rimugino su questo fatto, da quando mi avevano promesso un contratto a tempo indeterminato e invece me ne hanno riappioppato uno a tempo determinato campando su fantastiche scuse…ma questo è il minimo…l’azienda ha solo una facciata dentro è lo sfacelo è totale, non funziona nulla, è tutto vecchio e obsoleto, lavoriamo come penso non si faceva più nemmeno 20 anni fa,e nessuno vuole provare l’ebbrezza del cambiamento…senza parlare che vengono prima le tasche del mio capo e poi forse le nostre, che non vediamo 13 e 14 dal 2012, e per quanto mi riguarda ho già un cospicuo gruzzolo di soldi da prendere che probabilmente vedrò solo facendo le capriole all’indietro…ma lo stipendio per il tipo di settore in cui sto è molto alto e quindi…..detto ciò devo continuamente fare fronte a tutti quelli che mi dicono “ma sei matta a lasciare un posto come il tuo?????” e immediatamente penso a tutte quelle persone che ad oggi tirano a campare e non trovano un lavoro e mi sento un egoista al solo pensiero di prendere e andarmene…ma dentro sento che non posso resistere…ogni giorno che passo qui mi si intossica la vita…ho avuto dei problemi di salute e tutti i medici mi hanno detto che sono stressata e non mi devo stressare, ma come faccio in questa situazione? E poi come la metto con il mio compagno e tutti i perbenisti che mi circondano se mando tutto a quel paese?
Spero presto anche io di riuscire a prendere consapevolezza e capire quello che fare del mio presente, grazie per aver scritto questo post 🙂
Sara,
devi sapere una cosa che ancora non sai e non potrai sapere ancora per anni. Cioè non puoi sapere come vedrai le cose fra vent’anni. Guarderai a te stessa come a una pischella, una che ha davanti non una ma 4,5 vite da vivere ancora! Fidati, a 26 anni puoi permetterti di sbagliare, imparare e ripetere il processo. Sbaglia, impara, ripeti.
Lo dico sempre a mio figlio, se non sbagli vuol dire che non stai migliorando. Lui gioca a basket e io gli dico che se è diventato bravo a fare canestro da un metro e non ne sbaglia uno, se non si sposta di un altro metro, non diventerà mai bravo a fare canestro da due metri. Certo ne sbaglierà di più ma poi migliorerà.
Ora tu puoi restare a un metro a tra l’altro mi pare che di canestri non è che ne entrino così tanti… oppure puoi migliorare, puoi anche cambiare sport 😛
E non lasciarti condizionare da tutti quei luoghi comuni messi insieme ad arte per controllarci. Ci sono figure mitologiche tipo l’operaio monoreddito con a carico 4 persone create apposta per spaventarci, per farci sentire in colpa.
Certo, ci sono tante situazioni di disagio. Per molti il disagio non è una colpa: non hanno i mezzi, la cultura, l’istruzione o banalmente l’intelligenza e/o il buon senso per uscire da tali situazioni. Spiace. Non mi pare il tuo caso.
Per altri è una scelta perché, credimi, cambiare spesso comporta fatica, lavoro, impegno.
E allora uno metta sul piatto della bilancia queste cose e faccia le sue scelte.
Tu mi sembri una che ha capito da che parte pende la bilancia ed è solo questione di tempo prima che tu faccia la scelta giusta.
In bocca al lupo!
CiCCiO
Ciao Ciccio, ho scoperto questo blog googolando la frase “consigli per cambiare lavoro” e sono arrivato a questo post… che devo dire, semplicemente fantastico, le citazioni su Fantozzi poi sono veramente una roba da “novantadue minuti d’applausi!!!”
Comunque sono anni che mi interrogo su questa cosa: cambiare? per cosa? e il mutuo? e la macchina? cosa penseranno i miei che faticano ad arrivare a fine mese? che senso di responsabilità mostrereri nei confronti di mia moglie (che come me e il 90% delle persone vive questi conflitti ogni giorno). Anche se nonostante tutto sono molto lontano dal presentare le dimissioni.
Inoltre a dicembre un’azienda mi ha cercato (poi non se n’è fatto più niente per motivi loro) ma quando c’è stato la reale possibilità di un cambiamento ho cominciato (e non mi vergono di dirlo) a cagarmi adosso (si può dire?!)
Pensi che quando ho cambiato io non mi sia cagato addosso? La prima volta si, la seconda meno. Ora, temo piuttosto il contrario: la paura di non cambiare, che tutto resti così per troppo tempo ce l’ho appollaiata sulla spalla!
E non farti intrappolare da senso di responsabilità e quelle cose lì: sono una trappola precostituita, creata da anni di condizionamenti da parte di scuola, clero, politica e tutto il resto.
Ormai la vocina ha cominciato a parlarti. O la sopisci e accomodi o le dai libero sfogo…
Ciao!
Intanto ti ringrazio per la tua risposta e i tuoi consigli.
Tra meno di un mese sono dieci anni che lavoro nella stessa azienda (una piccola azienda familiare), nello stesso ruolo con sempre crescenti rotture di scatole…Matricola 7829/bis!!!!!!
Sono spaventato non solo dal perdere una fonte di reddito per me fondamentale per tirare avanti (mutuo, bollette, spesa) non avendo altre entrate (oltre allo stipendio part time di mia moglie che si barcamena in lavori a casa per sbancare il lunario) o i genitori che mi possono dare una mano, ma oltretutto non saprei cosa fare. Tu per esempio se ho ben capito hai trasformato la passione nella fotografia in un lavoro, io sinceramente non so da che parte iniziare ne tantomeno ho voglia di passare dalla padella alla brace andando a fare lo stesso tipo di lavoro in un’altra azienda (magari con quei bei contratti che ti fanno adesso)… Insomma sono in una posizione che molti mi inviderebbero quindi mi vergono pure di lamentarmi (mai uno stipendio in ritardo, contratto a tempo indeterminato). Rispetto molto chi, come te, ha il coraggio di rimettersi in gioco costantemente.
Fantastico!!!! Grazie…
Questo diventerà il post dell anno. Perchè tutti vogliono cambiare lavoro! Perchè oggi lavorare non da più soddisfazione! Uno può continuare a lavorare ma manca un concetto fondamentale. Una persona lavora per costruire qualcosa utile agli altri, non per guadagnare soldi! Nel periodo in cui siamo, si lavora solo ed esclusivamente per soldi! Niente di più. E questo ci riempie il corpo di m….a e insoddisfazione. Ho 27 anni…cerco di fare il programmatore con estrema insoddisfazione! Sto cercando un altro lavoro…ma niente mi ispira. L’unica cosa che mi ispira è fare cocktails su un isola, non per i soldi, ma per la pace che troverei.
Tu sei stato fortunato perchè uscendo dagli schemi sei riuscito a trovarti un altro percorso. Io sono uscito dagli schemi ma non sono ancora riuscito a crearmi un percorso alternativo, perchè ovunque guardo vedo sempre tanta stradine che si collegano alla solita grande strada, che mi porta troppa insoddisfazione.
Io il mio posto fisso l’ho lasciato 6 mesi fa. Senza rimpianti e senza farmi il sangue amaro. E’ stata una scelta naturale e di cui vado molto orgogliosa. Qui parlo della mia avventura, magari vi può essere utile 🙂
http://www.danieladelli.com/contratto-a-tempo-indeterminato/
Non mi odiate ma anche io ci ho pensato un sacco di volte. Ho uno stipendio piuttosto alto, orari flessibili che spesso posso scegliere io, una sicurezza lavorativa eterna, un lavoro che mi piace, il capo non lo vedo mai e non sa che esisto e una serie di tanti privilegi!
Nato e cresciuto in un banalissimo ristorante oggi i miei genitori hanno aperto il secondo ristorante sul mare… la vicina del cervello non mi lascia in pace. Aiuto!!!
Non ti odio Dave ma voglio sapere che ti dice la vocina…
Mollerei il mio posto di lavoro sicuro e redditizio per lanci armi nel vuoto più totale..
🙁
Ahah e fallo tanto, mi pare, hai le spalle coperte! Vai tu che puoi!
Ciao,anche io dopo 17 anni in un centro commerciale,ho deciso di mollare..2 bimbe e orari pazzeschi…ora mal di pancia e notti insonni..insomma passo dal pensare..ho fatto bene oppure ho fatto la cavolata piu grande della mia vita? Insomma sta di fatto che passo dall essere euforica, con la convinzione che cosi nn potevo andare avanti,e che sicuramente un posto qua fuori è riservato a me,, al pensiero del..ma ora come farò? ??sta di fatto che questa maledetta..ho benedetta..vocina mi perseguitava.ora quando mi trovo un po giù leggo questo articolo che mi aiuta tantissimo! !!! Grazie
Bene, ricorda che oggi è il primo giorno del resto della tua vita.
Adesso goditela, non muore nessuno. Di quello bisogna preoccuparsi.
No, manco di quello.
In bocca al lupo e fammi sapere!!!
IN GABBIA
Ciao Ciccio, mi sembra quasi che quello che hai messo su sia una sorta di confessionale quindi provo ad approfittarne… La mia situazione, descritta nel modo più stringato possibile, è quello di un perfetto INETTO messo in una GABBIA buttato nella piene di un TORRENTE. Cerco di spiegarti la precedente affermazione: da quando ho iniziato a lavorare a 22 anni (sono dell’86)non una cosa di ciò che è successo è dipesa da me… ho sempre avuto molta fortuna nel non affondare, in un modo o nell’altro se lasciavo/perdevo un lavoro lo ritrovavo subito ma sempre a causa di quel torrente in piena che mi trascinava e invece la gabbia non mi faceva agire secondo mia coscienza, come si suol dire “trascinato dagli eventi”. All’inizio la gabbia era debole ma ero debole pure io, ora sono più forte ma questa forza mi permette solo di rimanere a galla perché la gabbia sta diventando esponenzialmente più resistente e piccola. La gabbia è composta da tutti i vincoli che ho intorno… l’affitto e le bollette da pagare, la mia compagna che dipende in tutto e per tutto da me, mia madre e mia sorella da cui non posso allontanarmi più di tanto perché altrimenti sarebbero sole, i miei colleghi che contano molto su di me (per motivi burocratici sono indispensabile) per far andare avanti la ditta. Lavoro 7 giorni su 7 dalle 7:30 alle 18:30 e non riesco a mettere da parte niente. Molti mi ammirano perché mi reputano una roccia ma la realtà è un’altra… una roccia avrebbe avuto la forza di svincolarsi da tutto e dire finalmente VOGLIO VIVEREEEEE… BASTA essere ostaggio di questa città asfissiante BASTA continuare sui binari che altri ti costruiscono d’avanti BASTA avere paura di deludere BASTA BASTA BASTA.
La cosa peggiore di tutto questo è che ormai il mio lavoro è la mia vita, fuori da esso entro nello sconforto, non so cosa fare, come passare il tempo, come divertirmi e quindi me ne sto chiuso in casa a fissare il pc sperando che mi venga un idea in mente. Ho paura di perdere quel poco tempo libero che ho a disposizione e quindi non vorrei sprecarlo a fare cose inutili e finisce che non faccio niente e in un batter d’occhio si ricomincia a lavorare.
…cosa fare
Ti dico una cosa che non vuoi sentirti dire: non è che non puoi, non vuoi.
Messo come stai, molla, e guarda quello che succede.
Hai scritto BASTA 7 o 8 volte.
Per me o molli, o scleri o te ne fai una ragione, non ci sono alternative.
Quella più salutare è MOLLARE.
Non succede nulla, anzi spesso…
Ciao Ciccio! Non conoscevo il tuo blog, l’ho scoperto per caso giusto adesso che non riesco a dormire e che sono alla ricerca di lavoro. Ti racconto la mia.
Ho 23 anni, ho preso la laurea in Economia e Commercio a marzo 2014 con l’intenzione di non fare i due anni di specialistica (gli anni all’università per me sono stati duri, avevo problemi di salute e faticavo molto a concentrarmi). A fine Aprile di quell’anno ottengo il mio primo lavoro, rappresentante porta a porta per Enel. Non era il lavoro dei miei sogni però ho accettato perché essendo un po’ timido l’ho presa come un’occasione per diventare più spigliato.
Poi a metà giugno arriva un’offerta di stage da una piccola azienda di commercio all’ingrosso che cerca un contabile: mio padre ha fatto per un sacco di anni il contabile e mi diceva sempre che é un lavoro gratificante, così ho voluto provare. Sembrava che avessi talento, in effetti ero molto rapido e poi per due settimane sono andati tutti in ferie a parte un mio collega, così mi hanno chiesto di occuparmi anche di mansioni logistiche. Al ritorno degli altri (a settembre), il manager mi convoca e mi dice che é molto soddisfatto di me e che per il gennaio successivo vuole assumermi con un buono stipendio.
Rifletto sull’offerta, ma il mio lavoro non mi stimolava molto e la sede era molto distante da casa mia (lavoravo 8 ore al dí + 1 di pausa + 4 di pendolarismo), così declino e preso dalla paura di rimanere indietro rispetto ai miei compagni che stavano per iniziare la specialistica mi rimetto a studiare e cerco di passare il test per accedere alla specialistica.
Risultato: studio per il test ma non lo passo, nel frattempo avevo giá seguito le lezioni del primo semestre. Rifletto per un po’ e mi rendo conto che ho fatto una cazzata, ho agito senza pensare con la mia testa. So di non essere più fatto per studiare, voglio imparare qualcosa di concreto, gettare le basi per il mio futuro e diventare indipendentemente economicamente. Mollo gli studi a Febbraio e da Marzo ad oggi cerco lavoro.
Sto facendo qualche colloquio ma per ora niente di concreto. Mi piacerebbe lavorare in ambito commerciale o logistico, insomma ricoprire un ruolo che mi permetta di migliorare le mie doti comunicative e di ascolto. Evito la contabilità come la peste, lo trovo un lavoro noioso e alienante, tuttavia i miei genitori mi martellano continuamente dicendo che devo badare al concreto e trovarmi anche un lavoro che mi fa cagare ma che mi dia stabilità.
Io non pretendo di fare l’attore di Hollywood, cerco solo un lavoro ordinario che mi permetta di interfacciarmi con i clienti o comunque con altri partner aziendali. A volte mi sento di essere un ragazzino viziato che vuole il lavoro tagliato su misura ma io son convinto che in certi ambiti della vita o si fanno le cose bene o é meglio non fare nulla. Leggere il tuo articolo mi ha sollevato molto, così come mi ha sollevato leggere le testimonianze di tutte queste persone. Mi fa sentire un po’ meno sbagliato! Scusate per lo sproloquio 🙂
Andrea
Andrea, hai 23 anni!!!
Hai tempo di capire cosa vuoi quando e come lo vuoi. Non solo, io ti dico che cambierai idea e prospettive alemno una decina di volte.
O per lo meno te lo auguro sennò sai che noia!!!
Stai sereno e continua ad esplorare, il lavoro arriva, quello che cerchi tu.
Ciao!
Ciao Ciccio, ti ringrazio per questo post, mi ha illuminato la giornata.
Come molti, leggendo i commenti, so arrivato qui digitando su google ‘cambiare lavoro a 30 anni’ e una cosa che mi da sollievo è constatare che mi rispecchio in molti dei commenti letti, sopratutto nell’ultimo di Andrea, ma anche Dario,Simona ed altri.
Lavoro nella stessa azienda da 11 anni e negli ultimi mesi convivo con un senso di angoscia che mi pervade dentro. Sento di essere intrappolato da un lavoro che non mi piace (o almeno non mi piace lavorare in questa azienda) e il pensiero di stare ancora lì magari tra 10 anni, ancora con gli stessi compiti, a dover rendere conto alle stesse persone, mi sta logorando.
Ho parlato con i miei di lasciare il lavoro, ma loro, quali lavoratori di vecchio stampo, non mi appoggiano per niente, anzi.
Mia madre ha detto:”Ma come, vuoi cambiare un altra volta?”
Si, un altra volta, perchè 11 anni fa ho osato cambiare lavoro per quello attuale. Evidentemente per lei bisogna lavorare tutta la vita per la stessa ditta.
Mio padre invece:”Ricordati che i titolari sono tutti uguali!”
Quindi diciamo che non è l’appoggio che cercavo, visto anche che gle ne ho parlato soprattutto per informarli della mia decisione, più che per la loro benedizione, visto che ho più di 30 anni.
Quando si parla di lavoro con amici(non tutti per fortuna),conoscenti,parenti, viene sempre fuori il discorso di come sia dura trovare un lavoro decente, perchè c’è la crisi…LA CRISI…Forse è la parola che odio di più al mondo.
Mi chiedo quando la gente capirà che la cosiddetta CRISI non esiste!!
La crisi non esiste, o meglio non si può parlare dopo 7 anni ancora di crisi.
Tutti i paesi del mondo, a parte qualche eccezione, sono ripartiti più forti di prima e noi invece sia ancora qua a parlare di CRISI!!
Si tratta semplicemente di un adeguamento del mercato internazionale, in parole povere il fiorenti anni 90 non torneranno più.Fatevene una ragione. Prima lo si capisce, prima ci risolleveremo.
Scusate lo sfogo, ma ne avevo bisogno.
Ritornando a noi, quindi vorrei lasciare il mio lavoro, ma quello che mi frena è il dopo.
Cosa troverò?
Che farò?
Me ne pentirò?
Ho 33 anni e mi sento come se stesse per partire l’ultimo treno a disposizione, ed io intanto sto con il biglietto in mano fermo a pensare se salire a bordo e rimanere alla stazione.
Che faccio, lo prendo?
Mi ricordo gli utlimi due esami di ingegneria, due esami di economia. Ricordo i cicli economici. Ogni due cicli di propserità ce n’è uno di recessione. Ogni ciclo dura 20. Bah, panzane pensavo ed invece eccoci qui. Tornerà il benessere, torneranno gli eccessi. e poi se ne andranno. E alla fine staremo tutti meglio di come stiamo ora così come ora stiamo meglio dei nostri genitori quando avevano la nostra età.
Per il tuo lavoro te ne pentirai? cosa troverai?
Boh, ma non è proprio uesto il bello?
La vita è troppo breve per menarsela, per qualunque cosa.
Salta sul treno ma sappi che non è affatto l’ultimo. La pensavo come te a 30 anni su questa cosa ma la mia vita è cambiata radicalmente almeno 5 volte da allora!
Buon viaggio allora!
Ciao,
mi chiamo Laura, sono da poco diventata mamma e mi sono presa tutto il tempo necessario e non pagato per stare con la mia piccola (1 anno). La maternità ha coinciso con la fine del precedente contratto.
Ho un contratto TD e prima 8 anni a progetto. Per cui ho dieci anni di lavoro alle spalle, e sai in che azienda? La RAI. L’ennesimo baraccone italiano. Che poi io lavoro col Sociale, con le Onlus che chiedono di avere uno spazio in Rai. In teoria non sarebbe male.Anche lì invece c’è la mafia dei raccomandati.
Sono entrata in un bacino in cui mi devono richiamare per forza (a causa dei giorni che ho lavorato in azienda. però a condizioni da fame.)
Mi hanno fatto un contratto TD di 6 mesi e, ascolta bene, 937 euro lordi come impiegato livello 6. Quanto prenderò al netto?
Praticamente dopo 10 anni mi ritrovo al punto di partenza.
Sono incappata nel tuo articolo per cercare chi ha lasciato un lavoro sicuro.Non so nemmeno tu che mansioni e competenze hai, probabilmente sei un tecnico per essere chiamato e richiamato così tanto anche dopo aver lasciato il lavoro.
Naturalmente se lo facessi io avrei tutti contro. Sto fuori casa 11 ore al giorno, mi alzo alle 5,10 per portare la bimba da mia madre e poi andare a lavorare, e quando torno è talmente stanca che dorme…La vedo un’ora al giorno.
Ovviamente io dormo pochissimo perchè la sera fino alle 23 mi occupo della casa e durante la notte la bimba si sveglia.
Dice mio padre “però ci passi i week end!”.
Figurarsi pensare a un altro figlio (mio sogno e desiderio)!
Il mio compagno è un operaio specializzato entrato in Alitalia a 20 anni a tempo indeterminato con concorso (ripara i motori degli aerei). Hanno parzialmente venduto la sua struttura ….e ora rischia il posto perchè c’è una riorganizzazione.
Nel 2019 probabilmente sarò assunta. Almeno fino ad allora avrò ancora questo stipendio da fame e mi perderò molte cose della vita di mia figlia.
Ogni tanto mi chiedono di fare la fotografa di matrimoni (credo sia anche il tuo lavoro), perchè ho iniziato con un’amica e poi c’è stato un passaparola. Ma ho fatto 6 matrimoni in 10 anni, perchè non lo considero il mio lavoro e non mi considero una “professionista”.
Non so esattamente cosa cercare da te e dal tuo articolo, forse una speranza, un sostegno, una condivisione, quel pizzico di coraggio per mandare affanculo questa azienda di merda (io manco guardo la tv). Probabilmente tu sei una persona che sa parlare molto bene, presentarsi bene, brillante (a quanto evinco dal tuo post)e dimostrare quello che vale. Io non lo so, sono timida, mi emoziono, non sono capace di essere furba. Eppure ho una bella laurea e credo di essere intelligente (lo dicono).
Vabbè, grazie per avermi fatto sognare di poter uscire da questo “mostro”. Non so che fare, ma comunque il tuo articolo mi ha sollevata.
Ciao
Laura
Laura,
il tuo è un commento che merita una bella risposta.
Partiamo da quello che mi riguarda.
Si sono un tecnico e lavoro in un settore che per fortuna offre ancora delle possibilità.
Ma ci sono conosco tante altre persone che fanno il mio lavoro che non hanno la mia stessa fortuna.
E’ fortuna?
Me lo sono chiesto parecchie volte e cambio dopo cambio mi sono convinto che c’è dell’altro.
Non sono particolarmente brillante, si, me la cavo con la dialettica e credo di essere mediamente intelligente. Furbo proprio no.
Quello che credo mi aiuti e di avere un approccio sempre positivo.
Credo di essere uno con cui è piacevole lavorare, uno che si impegna quando serve e che non lascia mai a piedi gli altri.
Poi si, io mi reputo fortunato, molto.
Io credo però che il duro lavoro e l’impegno paghino.
Non è sempre facile, lo so. Lo so perchè l’ho imparato sulla mia pelle.
Ti faccio un esempio stupido, stupidissimo, concedimelo: è un anno che cerco di perdere due chili. Sport, alimentazione, sto attento a tutto ma zero. A volte sono tentato di mollare perchè è più semplice, meno faticoso. Ma poi tengo duro, so che i risultati arriveranno.
Non dovessero arrivare, ho fatto quello che dovevo fare.
Quello che devi fare, mi permetto di suggerirtelo, è costruirti una strategia di uscita.
Come?
Non lo so, ognuno deve trovare la sua.
Può essere fare la fotografa di matrimonio perchè no.
Ma richiede impegno, molto.
Io per lasciare il mio lavoro ho fatto il doppio lavoro per due anni. E non navigavo nell’oro.
Mia moglie era in part time perchè aveva appena avuto il nostro primogenito. Poco dopo è rimasta incinta di nuovo.
Il primo anno ho chiuso in perdita di 6.000€.
Abbiamo risparmiato su tutto anche sulla carta igienica che sembrava cartavetra, me lo ricorderò per sempre.
Ma poi è andata meglio.
Sono stato per tre anni coi miei piccoli, li ho visti crescere.
E’ stata dura ma pieno di soddisfazioni.
La vita è quello che tu fai di essa.
E sopratutto è troppo breve per menarsela.
Ho 44 anni e mi sembrava ieri di averne 30.
Sai cosa non mi fa pesare il fatto di invecchiare?
L’aver vissuto, aver avuto una vita piena, alti e bassi.
E sapere che il futuro, vada come vada, è pieno di sorprese, belle o brutte che siano.
Esci dal mostro e vivi.
Fallo presto.
Ciao e fammi sapere.
il CiCCiO
Ciccio, grazie per la risposta. Sembra stupido, ma anche un incoraggiamento motivato come il tuo, nonostante venga da uno sconosciuto, tira un po’ su il morale.
Purtroppo ti fanno credere (famiglia in primis) che alternative alla vita di merda che conduciamo non ce ne sono (e forse è vero). Così, siccome ho due fratelli più grandi ancora precari, io, che pure precaria sono….ma precaria più “stabile” (con promessa di assunzione per legge)…vengo additata come un’incosciente.
Come se invece stare lontana 12 ore al giorno da mia figlia fosse una cosa che le fa bene.
Ma l’alternativa c’è: avere meno soldi e evitare sprechi, in cambio della libertà e del tempo passato con i figli e il proprio compagno/a. Mi fa piacere che tu faccia esempi terra-terra come la cartaigienica in offerta che sembra cartavetrata.
Ho scoperto che esiste il congedo parentale di 6 mesi. Che se me lo sparo tutto in un contratto TD di 6 mesi non mi richiameranno più. Ma mi importa? In fondo ho già fatto il culo 10 anni per questa azienda che mi ha solo promesso che nel 2019 sarò assunta a stipendio minimo (come ora).
La cosa importante in questi casi è veramente chi hai vicino, una persona con i nervi saldi più dei tuoi, che ti supporti e ti sopporti. A volte litighiamo perché i nervi sono a fior di pelle, ma pare che mi voglia “supportare”.
Ho troppo sonno per ricordarmi se fai ancora matrimoni a Roma. Ti serve una spalla, una flashista, una portaborse?
Ho capito che se non sei aperto alle possibilità, le possibilità non arrivano. Può darsi pure che non arrivino mai, ma se non ti metti in quella condizione di poterle catturare ti passano davanti e non le vedi.
Sei forte comunque, sei positivo, sei disponibile con chi scrive, sei generoso a condividere il tuo vissuto.
Sono contenta di essere “incappata” nel tuo Blog. Ciao!
Laura
Caro Ciccio,spero tanto avrai un paio di minuti da spendere anche x me…sono una ragazza siciliana di 25 anni,lavoro in un negozio a tempo pieno x una paga misera.Non solo.Devo sopportare ogni giorno (da circa 3 anni) sfottó,in pubblico e in privato,da parte dei miei titolari…ma partiamo da molto prima…
15 anni fa mio padre ha deciso di mollare mia madre x un’altra e non si é curato completamente di darmi un minimo di mantenimento…mia madre quando si sono conosciuti faceva la maestra,una volta sposati ha mollato.dopo questa vicenda se l’é trovata elegantemente nel didietro…da 15 anni conviviamo con il fratello di mia madre e la sua famiglia…non ti dico che anni di merda che sto passando…mia madre ha cercato sempre di lavorare e io nel frattempo mi sono diplomata…neanche il tempo di una settimana dall’esame orale ho iniziato subito a lavorare…ne ho fatte di esperienze!!! Ma una mattina di 3 anni fa mi arriva una mail di amici di famiglia che mi chiedevano se avevo voglia di lavorare con loro…beh…ero appena sveglia,rincoglionita,brutta e puzzona…in 5 minuti mi sono rimessa a nuovo e sono andata da loro. Inizialmente ero entusiasta…poi il loro cambiamento…le prese in giro davanti i clienti,l’invidia ogni volta che qualcuno mi fa dei complimenti x come svolgo il mio lavoro…e poi quelle volte che mi sono assentata x l’influenza cosa fanno?Mi tolgono i soldi dei giorni che non ho lavorato!!!premetto che quando non sto da schifo sono l’anima della festa…amo ridere e scherzare!!
Insomma da quando sto qui dentro mi sento finita…vecchia fuori ma soprattutto dentro.
La mia passione é la musica…faccio la cantante (quando ho il tempo) e facevo l’animatrice (prima di rinchiudermi in questa prigione)
Dopo averti rotto le palle con la storia della mia vita andiamo al sodo (sempre se non ti sei addormentato o non hai chiuso la pagina xke mi sono dilungata)…lunedi la mia migliore amica ha iniziato a lavorare in un campus estivo e le hanno chiesto un’altra animatrice e lei ha pensato subito a me…ho subito sentito l’impeto di dirle si e l’ho fatto(la paga settimanale corrisonde al doppio di quello che prendo ogni settimana qui fancendo la commessa) .. ma ahimé ho un grosso problema…io e mia madre stiamo prendendo una casa in affitto e il lavoro al campus dura solo due mesi…la cosa positiva é che finalmente ho il tempo di cercare altro dato che lavoro solo di mattina.Ho il tempo di fare dei corsi,il tempo di mettermi sotto con il mio trio acustico x fare le serate nei locali…diciamo ritrovo il tempo di VIVERE…ma c’é anche il rischio che dopo il campus non trovo un lavoro alternativo e quindi vengono a mancare quei 100 euri settimanali che prendo qui svendendo l’anima ai diavoli…ho dei progetti ma non ho abbastanza fiducia in me stessa anche se so di avere le potenzialitá x dare vita alle mie idee…sono qui al negozio,seduta in un angolino con un nodo alla gola e le lacrimucce…non so che fare…pillola blu? Solita vita da OLD-INSIDE…Pillola Rossa? Vediamo quanto é profonda la tana del BIANCONIGLIO…
Grazie della tua attenzione 🙂
La differenza la vedi da te…
A un certo punto, non hai altre alternative. Ti devi chiedere da dove arriva il malcontento. Se hai letto i commenti precedenti, vedrai che c’è gente che sta molto meglio di te che si lamenta comunque. Ecco, forse sei titolata a lamentarti. E allora anche a rischiare.
Hai poco da perdere quando stai male, anzi hai solo da guadagnare.
E’ quando hai da perdere che diventa difficile prendere decisioni.
Ancora una volta, tu sola puoi pesare i pro e i contro e decidere.
Io ti dico solo che le alternative ci sono, ci sono altre vite al di fuori della tua, delle vostre.
Se va male potete emigrare, cercare lavoro altrove, adattarvi.
Basta la salute.
In bocca al lupo!
ciao, mi chiamo felice e anche io come te mi ritrovo in una situazione che ad oggi mi turba non poco. a 19 anni ho avuto il mio bel contratto a tempo indeterminato in un industria metalmeccanica, ma aime ben presto mi accorgo che non era affatto la vita che avrei desiderato. pertanto parte la mia domandina in marina militare e manco mi stessero aspettando, mi arruolano per un anno, poi faccio il concorso per il tempo indeterminato ed oggi dopo 6 anni sono ancora li. adesso pero mi ritrovo nella stessa situazione di 6 anni fa. totale insoddisfazione professionale. ho 26 anni sto per sposarmi ed ho una paura assurda di cambiare lavoro. in fondo il mio lavoro mi garantisce 1500 euro mensili fissi senza diacutere. oggi ho un sogno, avviare un’attivita di impiantistica edile con mio cognato lavoratore in nero professionista ma con idee identiche alle mie. ho tutti contro tranne la mia futura moglie che mi sostiene con una forza ed un coraggio assurdo. ho tanta voglia di tuffarmi in questa nuova avventura ma non nego le mie paure…
Io ti dico due cose:
la prima è che la vita militare, soprattutto da ufficiale in marina, non è affatto male 😀
La seconda è: ma cosa aspetti??? Vai e avrai un sacco di soddisfazioni. Un sacco di grattacapi anche, scotto di avere una partita IVA in Italia.
Ma vuoi mettere?
Vedrai come ti sveglierai la mattina carico di energia e di voglia di fare, di costruire qualcosa di tuo.
Magari un giorno l’impiantistica edile non avrà più nulla da dire…
E magari un giorno non esisterà più un esercito.
Hai capito il succo 😉
Oh, tutto in regola mi raccomando 😉
Ciao Ciccio! Non ho fatto caso se questo post sia di un mese o di dieci anni fa, perché quello che conta e’ che e’ perfettamente in linea con il turbine sconnesso dei miei pensieri. Ti dico in due parole.. forse tre. Il mio sogno da bambina era fare la giornalista o qualunque altra cosa avesse a che fare con la scrittura. E questo sogno continua a rovinare le mie notti anche adesso che sono vicina ai 30. La vita ha preso strade strane e ci sono stati molti stop dovuti a molti troppi problemi. Ho cominciato a lavorare presto e al momento mi occupo della gestione di un locale. Faccio questo oramai da un po’ e devo dire che questo settore mi piace perché va a toccare un’altra mia passione. Quando si tratta di organizzare allora li mi sento bene, più lavoro, più responsabilità ci sono e più mi sento pronta. Il punto e’ che lavoro con amore per chi non lo merita e sono stanca di fare per altri quel che potrei fare per me. Si e’ prospettata l’opzione di mettermi in proprio ma la paura mi prende alla gola. Non si tratta dei soldi o dell’incertezza ma della consapevolezza di non aver inseguito il mio vero sogno. E’ come se questo un fosse solo un piano b. Avevo frequentato un corso qualche anno fa nell’ambito del giornalismo con relativo stage. Tanti sacrifici e tanta passione. Due anni di articoli e quando manca solo un mese per presentare la domanda da pubblicista l’agenzia vende e il mio sogno sfuma con una telefonata. Questo grandissimo fallimento rovina le mie decisioni in merito al futuro. E rimane dentro di me la certezza di non aver fatto il possibile, perché so di non aver bussato alle porte di tutte le redazioni di roma. So di essermi fermata e a 29 anni ho capito che non diventerò mai quello che avevo ben chiaro a 5.Quello che mi chiedo quindi e’ se sia uno sbaglio aprire un’attività nella ristorazione poiché nonostante ne abbia le capacità forse non mi renderà mai felice. O forse si… Non lo so. Sono cambiata negli anni e amo anche quello di cui mi occupo adesso.Sono una codarda. Perdona il mio sfogo scritto anche in maniera indecorosa ma la stanchezza ha la meglio sul mio cervello. Sei una persona che vive di sole, sei aria e respiro per chi come me può affrontate battaglie ma se si tratta di fare un passo verso la felicità allora si da già perdente. Grazie ciccio e continua a mordere la vita!
Ma Deborah!
A me pare che il tuo sia solo falso orgoglio.
Una cosa del tipo: “La mia scelta è sempre stata questa, qualunque altra cosa è una sconfitta”.
Anche per te come per tanti altri, io leggo la risposta nelle tue parola.
Non ti conosco o meglio, ti conosco per quello che racconti.
E quello che vedo è che sei felice, che freni l’entusiasmo che potrebbe scaturire dalla nuova avventura.
Lasciati andare e segui il “flusso”, la vita va dove gli pare lo stesso.
E abbraccia il cambiamento con entusiasmo come qualcosa di positivo e di ineluttabilmente necessario.
Quando ho smesso di fare il fotografo per tornare in azienda la gente mi diceva: “Mi dispiace tanto”.
E per cosa???
Io sono contento.
Sono felice.
Mi piace cambiare e mi piace il lavoro che faccio ora. E invece di essere a un matrimonio sono sotto il gazebo in giardino a rispondere a te coi pischelli che mi ronzano attorno.
Bene, non farai la giornalista?
Te ne importa ancora qualcosa a sto punto??? 😉
E poi scusa, che mestiere del put 😛
Apriti un blog, scrivi tutto quello che ti passa per la testa, avrai il vantaggio di non avere committenti, editori, e altre teste marce sopra.
Vivitela, ma inutile che te lo dico, so già che hai preso una decisione 😉
Caro CiCCiO 🙂
inutile rimarcare quanto altri hanno già fatto: ciò che dici è sentito e molto vicino, credo, ad ognuno.
Ti tedierò un paio di minuti con la storia di un ragazzo che in vita sua ha cambiato esternamente tante volte (sport, hobby, ecc…) ma non ha mai realizzato, concretizzato ciò che voleva davvero.
Da sempre suo padre ha giocato e gioca il ruolo di ostacolo a quasi ogni sua iniziativa, tanto più se slegata dalle logiche comuni, dai binari della vita ordinaria e stereotipata.
Questo ragazzo ora ha 24 anni, e dopo essersi laureato in Scienze Naturali, scelta dettata (col senno di poi, ad esser un pizzico spietatamente sinceri con sé stessi…) dalla più completa offuscatezza di idee sul ‘che fare da grandi’ e sulla poca voglia di lavorare 8 ore al giorno,ogni sacrosanto giorno, per il resto dei propri giorni in qualche attività che non fosse il linea con ciò che sentiva di fare (cosa,ovviamente,non lo sapeva. E poi, senza particolari competenze, chi ti assume a quell’età, pensava)…dicevo, essersi laureato più che altro ANCHE per non deludere i genitori, ha accantonato bellamente il titolo vuoto, ha trascorso un anno (9 mesi) sabbatico e lavorato sotto schiavismo puro per un negozio, alla cassa, e infine si è iscritto ad Economia e Commercio. Ora, dopo aver dato con buon esito quasi tutti gli esami (1°anno) rispunta quel senso ben conoscuto già in passato di insoddisfazione profonda per ciò che fa e una convinzione ferrea che tutto il sistema universitario (ma non solo, anche la società, il lavoro, le tradizioni…) siano prive di senso, SBAGLIATE, CORROTTE, DEGENERATE!
Certamente la causa è da ricercarsi all’interno di sé stessi, ma è tutt’altra faccenda. Non divaghiamo dal punto attuale.
Orbene, questo ragazzo intraprenderebbe volentieri un’attività dedita all’apicoltura e all’allevamento di animali, ma come ben sappiamo tutti, per avviare una qualsiasi impresa si necessita di investimenti e (quasi sempre) finanziamenti esterni.
La “paura” su che fare, come farlo, se può (?) essere fatto…c’è, inutile negarlo! Ma sopra ogni cosa, ciò che condiziona le sue scelte, senza ombra di dubbio alcuno, è suo PADRE. Padre che sempre lo ha sminuito, che sempre ha voluto diventasse una persona importante, piena di soldi, con un buon lavoro, un buono stipendio, padre che ha riversato sul figlio i suoi “sogni” non realizzati…insomma la solita solfa.
Dopo averti assopito bellamente, ti chiedo, se puoi e vuoi, un consiglio d’amico e fratello (permettimelo)sul da farsi.
Non è solo questo ragazzo che te lo chiede, ma tutti i giovani ventenni/trentenni che, avendo solo qualche spicciolo da parte e non potendo (e/o volendo) contare su aiuti esterni non hanno i mezzi per realizzare ciò che sentono come un lavoro degno di esser chiamato tale, un lavoro che non ti fa svegliare tutte le mattine con i massi sullo stomaco, un lavoro che non ti procura profonda insoddisfazione e senso di vuoto incolmabile ad ogni istante che scorre, inesorabile…ma un lavoro in linea con ciò che detta il Cuore…
Un grande Abbraccio,
Matteo 🙂
Caro il mio Matteo…
Indovina un po’: difficile a credersi ma sono stato un 24enne anche io.
Anche io ho avuto un padre vecchio stampo: operaio, moglie coi figli a casa, lui al bar a giocare a carte o a vedere la partita del pallone.
Primo, secondo e formaggio ad ogni pasto e un bottiglione di vino al giorno.
Laureati e fai i soldi.
Non farti venire grilli per la testa.
E allora, niente conservatorio, niente negozio di strumenti musicali.
Sai cosa dico a mio padre ora che non c’è più? O meglio cosa non posso più dirgli?
Grazie!
GRAZIE!
Perchè senza saperlo e per i motivi sbagliati mi ha forse salvato da una brutta fine.
Non ero pronto per fare nulla di tutto quello o forse non lo sarei mai stato.
Ho dovuto fare le mie esperienze per capire.
Ho dovuto scontrarmi contro tutti per capire che non c’era nulla da scontrarsi ma solo scelte da fare.
Ho dovuto capire sulla mia pelle due cose importanti:
Fare scelte fa bene. Qualunque siano le conseguenze. Ti fa crescere, ti fa capire, cosa vuoi e cosa non vuoi. Chi sei e chi non sei. Magari pensi per tutta l’università di odiare un lavoro d’ufficio e magari è invece la cosa migliore che ti possa capitare. Lo diceva sempre la mia maestra alle elementari: non sentiamo il caldo o il freddo ma solo la differenza di temperatura. L’acqua della doccia ti sembra diversa d’estate e d’inverno nonostante la temperatura sia sempre quella.
Ecco noi siamo così: abbiamo bisogno di scottarci e di gelarci per capire qual è la temperatura adatta a noi.
L’altra cosa non me la ricordo più 😛
Però voglio dire a te e a tutti i 24enni che non avete nulla da temere.
Hai gli stessi timori che avevo io e che mio padre ha avuto a suo tempo. Eppure siamo ancora tutti qui. E non credere che: “Ah, altri tempi”. Lo diceva anche mio padre e tutto sommato, noi stiamo meglio di loro. Economicamente, viviamo più a lungo e tutto il resto.
Non ti preoccupare se non sai cosa fare della tua vita. Io non lo so ancora, ho mollato tutto a 40 anni per fare il fotografo e poi ancora tutto per tornare in azienda.
Si, forse uno deve trovare uno scopo nella vita. Forse deve riuscire a realizzarsi. Forse qualcuno ne ha bisogno.
Io non la penso così. La vita è un viaggio esplorativo. Se avessi scoperto 24 anni quale era il mio scopo, sai quante cose mi sarei perso????
Non avrei mai suonato in una band, non sarei diventato un esperto motociclista, nemmeno un mountain biker, non avrei fatto i campionati di yoyo, non avrei letto mille libri su come lasciare il proprio lavoro e mille altre boiate. Non avrei fatto il fotografo professionista.
Adesso mi è venuto in mente di costruire chitarre o forse elaborare moto o recuperare vecchie biciclette, boh non so ancora.
La vita è un viaggio non una meta.
E allora goditelo, goditi tutto quello che hai davanti. E fidati cambieranno ancora tantissime cose!
E un giorno sarai grato del fatto che te ne sono capitate mille.
E’ quello che ti farà sentire che hai vissuto, ci sei stato e non sei passato e basta.
Magari quel giorno ti ricorderai di me.
Fammelo sapere.
Ai miei figli forse 🙂
Buon viaggio!
Premetto col dire che ho avuto le stelline agli occhi per tutto il tempo che ho impiegato a leggere la tua fatastica storia!
Lavoro nel campo della ricerca (è un lavoro?), e sarei costretto a rimanere dove sono per un altro anno e mezzo. Ma non voglio, non ce la faccio più…a sopportare le richieste simultanee e assurde di più capi, ho due mani e una testa(forse).
Non mi interessa nulla di rimanere disoccupato, o di trovare un impiego meno remunerativo, non sono mai stato troppo attaccato ai soldi (sarà anche perché sotto i 30 e senza una famiglia ).
Voglio licenziarmi e reinventarmi in un settore totalmente diverso da quello per cui ho studiato per anni.
I miei unici due freni sono:
a)ho ancora delle faccende in sospeso da finire
b) ho sotto la mia tutela degli studenti che hanno bisogno della mia consulenza per potersi laureare
Eppure, ho una vocina nel cervello che continua a ripetermi che se non mi muovo i tempi dei punti a) e b) aumenteranno esponenzialmente, insieme alle richieste assurde di cui sopra…
PS: “The map is not the territory” è una frase che ho incontrato anche io tra i libri che mi sono passati per mano! Ed è stato finora uno dei più grandi insegnamenti, benchè ora sia virtualmente costretto nella mia mappa!
Ma vai Alessandro, cosa aspetti? Lo dici tu: sei under 30 e senza famiglia. Potrai farlo anche dopo, vecchio e con famiglia come me ma sarà più difficile. Se hai già le dee chiare vai. Se non ce le hai, chiariscitele e poi vai!
Le faccende in sospeso? Scuse.
Gli studenti? Mi spiace dovertelo dire, nessuno ha bisogno di te. Succede ogni volta in azienda che se ne va uno che pare insostituibile. Panico la prima settimana poi tutti si accorgono che non è successo nulla…
Adesso che non hai più scuse che fai?
😉
brrrrr che brivido (bello) leggerti
ricordi lontani di un coraggio che non ho più…
da 25enne mi sono dimesso dopo sei mesi da un concorso in un ente pubblico vicinissimo a casa per un posto di lavoro a tempo limitato in una ditta informatica, con l’opzione di tempo indeterminato dopo un anno.
E’ stato liberatorio ma anche stressante lo ammetto andare a vivere dal paesino in una città più grande.
Quanti sognie quanti desideri mi sono sembrati realizzabili…mi sentivo un enorme senso di onnipotenza nonostante le mie mansioni di semplice tecnico (non sono laureato) mica mi avevano offerto la dirigenza …però per me era uscire dal pardigma posto fisso banca o Poste
Passano gli anni, alti e bassi, a 40 anni mi ri-licenzio , la ditta ha brutte prospettive e mi vengono ansie. Preferisco decidere io..
Un concorso , lo vinco e lì per un anno, un po più lontano (nel mio ricordo ho conosciuto lì molta gente brillante e con voglia di lavorare) nel frattempo altro concorso
vinco anche il secondo…più vicino a casa
anche qui alti e bassi (soprattutto bassi)
complice anche una situazione di normale prendersi cura dei malanni dei propri genitori; da qualche anno non ci sono più e non ho più obblighi e scuse.
Per la società dovrei essere contento, per me no.
Scrivo oggi, perchè da mesi nel mio ufficio non si fa nulla (ma a tutti va bene così, dovrei giore per non avere nulla da fare, m e ti fanno sentire un disadattato)e passo le giornate a girare su internet annoiandomi a morte
ieri ho avuto un colloquio di lavoro in altro ente, stessa paga ma almeno lì c’è da fare
Sinceramente però sento l’eco di un desiderio di fare qualcosa da zero, di interessarmi di cose completamente diverse da quelle che ho sempre fatto (il tecnico) anche se non so dire cosa..
P.S.Sarei curioso di sapere il seguito della gente che ti ha risposto.
Io chiedo sempre a tutti di raccontare come va a finire e rinnovo l’appello: è di sicuro aiuto a tutti quanti.
Nel 2004 sono in un gruppo a cui assegnano un progetto. Finiamo, prima del tempo, risparmiando denaro.
Il marketing decide che il progetto non è strategico (non ti dco di cosa si tratta perchè rideresti oggi)
Fatto sta che rimaniamo parcheggiati sei mesi, senza fare nulla e senza poter fare nulla, perchè se il tuo tempo lo puoi passare a leggere un libro o imparare a programmare è un conto. Se devi dare l’impressione che stai lavorando le cose si complicano.
Fatto sta che alla fine applico per una posizione interna in un altro dipartimento, se non mi avessero preso me ne sarei andato…
Questo per dire che capisco, a volte il paradiso è peggio dell’inferno.
E il più delle volte sono queste le situazioni che ti spingono a reagire, a dire che se un’azienda sta in piedi così, allora impresa la puoi fare anche tu!
Puoi stare e goderti la tranquilla vita in the matrix o vedere quanto è fonda la tana del Bianconiglio.
Sei Neo o Cypher?
Io lavoro da 17 anni, e da 8 nella mia ultima azienda (in svizzera). Sono strapagata (perche’ le tasse sono nettamente inferiori qui), non mi stresso (o meglio, lo stress c’e’ stato nei primi anni, ed e’ stato entusiasmante), vado al lavoro volentieri. Conosco molto bene il lavoro (e per questo ora vivo abbastanza di rendita) e sono apprezzata da capi e colleghi. Ci sono incentivi ogni anno economici e i colleghi sono molto carini. Sono a 3 ore da casa e ci torno quando voglio (a trovare i miei) e mi posso permettere di fare corsi, yoga, fotografia e tutto quello che mi passa per la testa.
HO una macchina aziendale, un telefono pagato. 25 giorni di ferie che posso prendere quando voglio.
Eppure da qualche anno sono alla ricerca spasmodica di nuovi stimoli. La citta’ in cui vivo (Lugano) non mi piace molto. Milano e’ non molto lontana ma non sufficientemente vicina per tasferirmici.
Psicologicamente si potrebbe affermare che la serenita’ emotiva si deve trovare dentro di noi, e ovunque io vada non colmero’ eventuali gap che mi porto dietro… Secondo me e’ bravo chi teoricamente riesce a trovare sempre nuovo entusiasmo per il proprio lavoro, anche quello che fa attualmente.
NEl mio lavoro (abbigliamento) 8 anni nella stessa azienda sono tantini. Mi sento una specie di disnosauro. PEro’ quanta gente fa lavori ripetitivi peggiori del mio e magari sottopagati?
Come dicevo, le condizioni sono molto favorevoli.. e’ come stare in una bella prigione d’oro. Fuori dalla Svizzera il vuoto.. stipendi ridotti e qualita’ del lavoro peggiore.
Non so’ piu’ se ho voglia di lavorare e lanciarmi in qualche avventura (ho 37 anni). Ho appena ricevuto una proposta ad Atlanta.. e qualcosa in ballo per Amsterdam. Preferirei di gran lunga Amsterdam (vicina, bella, europea) ma la cosa piu’ concreta al momento sono gli stati uniti. Magari vado la’ e dopo due mesi mi chiamano ad Asmterdam 🙁
MA io davvero ho voglia di cmabiamento? sono talmente fossilizzata e appiattita che non mi capisco piu’.
Cioe’ mi viene da dire “ma chi te lo fa fare? stai bene, prendi bene, hai tutto…e vuoi farti un culo come una capanna di nuovo?? Conoscere gente da zero? Parlare sempre americano? beh???’
Insomma. MI pare di sputare in faccia alla felicita’ che tanti vorebbero. Serenita’ e tranquillita’ economica.
Se solo facessi famiglia e figli, non andrebbe tutto in secondo piano?
Lo so’, devo essere pazza, ma non sono felice. E forse a sto punto non e’ il lavoro (ma resta il punto di domanda?)
un saluto
Alessia
Io lavoro da 17 anni, e da 8 nella mia ultima azienda (in svizzera). Sono strapagata (perche’ le tasse sono nettamente inferiori qui), non mi stresso (o meglio, lo stress c’e’ stato nei primi anni, ed e’ stato entusiasmante… quando tutto era nuovo e eccitante), vado al lavoro volentieri. Conosco molto bene il lavoro (e per questo ora vivo abbastanza di rendita) e sono apprezzata. Ci sono incentivi ogni anno economici e i colleghi sono molto carini. Sono a 3 ore da casa e ci torno quando voglio (a trovare i miei) e mi posso permettere di fare corsi, yoga, fotografia e tutto quello che mi passa per la testa.
HO una macchina aziendale, un telefono pagato. 25 giorni di ferie che posso prendere quando voglio.
Eppure da qualche anno sono alla ricerca spasmodica di nuovi stimoli. La citta’ in cui vivo (Lugano) non mi piace molto. Passo molto tempo a casa tra libri e film . Milano e’ non molto lontana ma non sufficientemente vicina per tasferirmici.
Psicologicamente si potrebbe affermare che la serenita’ emotiva si deve trovare dentro di noi, e ovunque io vada non colmero’ eventuali gap che mi porto dietro…
Trovo che sia bravo chi teoricamente riesce a trovare sempre nuovo entusiasmo per il proprio lavoro. Mio padre, per esempio: con la sua attivita’ di meccanico delle “porches” lavora da 60 anni!! e non ci pensa proprio a smettere..
NEl mio lavoro (abbigliamento) 8 anni nella stessa azienda sono tantini. Ma come dicevo, le condizioni sono molto favorevoli.. e’ come stare in una bella prigione d’oro. Fuori dalla svizzera il buco nero. La svizzera come “ho vinto la lotteria”.
Non so’ piu’ se ho voglia di lavorare e lanciarmi in qualche avventura (ho 37 anni). Perdere permesso di soggiorno svizzero, con tutto quello che comporta.
Ho appena ricevuto una proposta (concreta) per Atlanta.. un profilo piu’alto, prospettive di carriera interessanti. Eppure non sono entusiasta. La vivo come una ansia da risolvere.
Ho avuto dei contatti per Amsterdam. Ma quelli chissa’ quando concretizzano.. Preferirei di gran lunga Amsterdam (vicina, bella, europea) ma la cosa piu’ concreta al momento sono gli stati uniti (a cui mai avevo pensato!). Magari vado la’ e dopo due mesi mi chiamano ad Asmterdam 🙁 Sai che incazzatura.
MA io davvero ho voglia di cmabiamento? sono talmente fossilizzata e appiattita che non mi capisco piu’.
Cioe’ mi viene da dire “ma chi te lo fa fare? stai bene, prendi bene, hai tutto…e vuoi farti un culo come una capanna di nuovo?? non hai piu’ 30 anni… sei gia’ arrivata.. cosa vuoi?? beh???’
Insomma. MI pare di sputare in faccia alla felicita’ che tanti vorrebbero.
Se solo facessi famiglia e figli, non andrebbe tutto in secondo piano?
Trovo lussuoso poter vedere la famiglia quando ti pare, fare ferie quando ti pare, entrare e uscire quando ti pare.
Non so’. E’ vero che poi non e’ detto che vai a peggiorare, ma un trasloco e unc ambio epocale .. lo voglio davvero?
E se non e’ cosi perche’ continuo a pensare che altrove sarei piu’ felice?
un saluto
Alessia
Alessia,
lo faccio simpaticamente ma te lo dico io perchè tanti altri vorrebbero farlo: mavaffanculo 😀
HELP!
Sono in una fase di blocco decisionale da anni!
Ho un lavoro a tempo indeterminato da 10 anni vicino a dove io abito.
Negli anni mi hanno messo part-time ma poi il lavoro è aumentato. In pratica mi trovo oggi a fare quasi il doppio di mansioni di una persona normale. Avrei molta voglia di dare le dimissioni, ma ci sono vari elementi che mi condizionano: ho più di 40 anni, è un lavoro per ora sicuro, è vicino a casa. Però non mi piace (lavoro robotico veloce di ufficio, mentre io sono un creativo).. ho provato in mille modi a farmelo piacere ma niente, non riesco ad adattarmi. Mi sento intrappolato. TUtti mi dicono che sono fortunato coi tempi che corrono. Sono in uno stato di “impasse” da anni, non riesco ad uscirne e divento sempre più stressato. Non riesco a trovare un’alternativa o una decisione limpida.. forse sono troppo stanco.. Ho poi paura alla mia età e con questa crisi di non riuscire a trovare un’altra fonte di reddito per me indispensabile. Credo siano problemi coindivisi dai post precedenti, ma una parola tua di “sblocco” la gradirei! Ciao e grazie
Bah,
io a 40 mi sono licenziato. Con un mutuo trentennale. Una bimbo di un anno. Una bimba in arrivo. Mia moglie in part time. Per fare il fotografo.
Insomma, se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque. Leggiti il commento dopo, quello di Fabio. Ti puoi adattare. Se non ti piace, puoi cambiare. Il salario garantito, la crisi blabla, sono tutti strumenti per tenerti buono al tuo posto. leggiti le 10 regole per il controllo sociale di Noam Chomsky. Una via d’uscita c’è. Il problema è che non sai ancora qual è la tua. Trovala e poi vai a vivere, te lo dice un vecchietto…
Ciao
Sono un convinto sostenitore della tua teoria sulla contentezza, una volta che hai il minimo è già felicità; poi se hai di piú , male non fa.
Tre anni fa l, nel mezzo della crisi ho detto:
ho 37 anni, sono contento,sano ,ho due soldi messi via(15k euro liquidazione inclusa) e un mutuo di 20 anni sulla groppa…mi licenzio e mi gratto per 6 mesi.
Qualcuno a dire che non è il momento, quasi tutti a dire eroe.
Ma ho fatto un pensiero semplice, sono uno che si accontenta, con uno stipendio da 1k euro vivo, se non trovo uno stipendio del genere ( sono un ingegnere elettronico smanettone, ma ho sempre fatto anche barista e cameriere) vuol dire che c’é la gente per strada che si accoltella, allora a che serve essere l unico ancora con uno stipendio?
Ho girato 6 mesi (est europa e turchia), poi un colloquio e due offerte( l mia ditta precedente mi rivhole ), prendo il lavoro nuovo.
Dopo due anni nel penultimo lavoro invece, con la morosa incinta, mi viene da dire, va bene che mi accontento, ma non mi piace che qualcuno ne approfitti e mi sottopaghi, mi trovo un altro lavoro.
Il mio mi piaceva molto, avevo ottenuto di lavorare 4 giorni su sette
Faccio un colloquio piu per vedere quanto è il mio prezzo di mercato, il lavoro non mi interessa, mi fanno una proposta, rilancio , controproposta da prte mia che non potrei rifiutare,accettano, devo andare a vivere in austria un anno, figlio qppena nato, torno tutti i we a vederlo, per ora resisto, il lavoro mi piace e con la famiglia va bene.
Ps
Scrivo da un iphone 6 da 700$, ma è della ultima ditta
Il tuo commento dovrebbero leggerlo tutti Fabio!
Non ho nulla da aggiungere, mi chiedo solo cosa aspetti a portarti via la famiglia!!!
Ciao Ciccio. Sono un ragazzo di appena 22 anni, e ciò nonostante sento su di me tutta la frustrazione e il sentimento di gabbia invisibile che traspare dal tuo pensiero e dalle testimonianze di tanti e (ahimè) più “stagionati” follower. Dico ahimè perché, a soli 22 anni, me ne sento addosso 40. Laurea triennale, mollato la specialistica per una buona offerta a tempo indeterminato nel settore marketing. Decisamente buona. Nel frattempo passa (solo) un anno. Ogni giorno mi sento come se stessi buttando via la mia vita. La routine mi uccide, mi sotterra, complice la location della sede che non è particolarmente viva (piccolo paese di montagna) e che sopprime in un ragazzo solare, simpatico e alla mano ogni tipo di empatia. Io, che ho sempre amato stare in mezzo alla gente, ora non ne sopporto la presenza. Le giornate si ripetono sempre uguali, volte a dare il massimo in 8 ore (che poi otto non sono mai, parliamo di straordinari assolutamente dovuti e mai pagati) per poi ripetere, e nella ripetizione uccidere i miei sogni. Ma non mi sono dato per vinto. In quest’ultimo periodo, schiumante di rabbia per una situazione che odio, ho avviato una startup che è stata supportata e finanziata dal comune, e che presto dovrebbe diventare realtà. Sempre lavorando la sera, ne sto avviando parallelamente un’altra che, con l’aiuto di un caro amico, mi dovrebbe permettere di lavorare unicamente al computer, girando il mondo. Ma il problema è la casa. Come scrivono in tanti…genitori per i quali indeterminato significa imperdibile, incapaci di leggere una frustrazione che non solo ti toglie il sorriso, ma ti incattivisce a tal punto da rovinare molti rapporti. Mi piacerebbe avere un tuo consiglio, considerando l’ovvia paura di lasciare il certo per l’incerto. grazie Ciccio.
Francesco,
essere confusi a 22 è normale, mi stupirei del contrario. Io lo cono ancora a 44!!! Cosa voglio fare veramente? dove voglio abitare? Sono un creativo o un ingegnere?
Boh, non lo so e onestamente non mi interessa. Non è dove vai, è quello che fai mentre ci vai che fa la differenza. Bravissimo e in bocca al lupo per le tue startup!
Vattene però! subito! Non perchè non si possa fare nulla in Italia ma per capire davvero cosa c’è la fuori. Hai 22 anni, ti aspettano almeno 3 o 4 vite lì davanti. Oppure no, sarà sempre uguale ma allora cheppalle.
Il posto fisso non esiste più, il mondo sta cambiando! E velocemente! E fra 10 anni non avrà alcun senso! Allora ti accorgerai che hai sprecato la tua vita per inseguire una Chimera, in funzione di qualcosa che alla fine non esiste più. Ti lascio con uno dei testi più belli della storia del rock:
Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an offhand way.
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way.
Tired of lying in the sunshine staying home to watch the rain.
You are young and life is long and there is time to kill today.
And then one day you find ten years have got behind you.
No one told you when to run, you missed the starting gun.
So you run and you run to catch up with the sun but it’s sinking
Racing around to come up behind you again.
The sun is the same in a relative way but you’re older,
Shorter of breath and one day closer to death.
Every year is getting shorter; never seem to find the time.
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desperation is the English way
The time is gone, the song is over,
Thought I’d something more to say.
Ciao, fantastico post. Anche io la penso come te, anche se non sempre riesco a comportarmi così!
Sono laureata in ingegneria con max dei voti, 25 anni appena fatti. Dopo aver rifiutato 2 lavori che mi avrebbero fatto vivere per lavorare e non lavorare per vivere ho accettato un lavoro in un’azienda a mezz’ora da casa, vicino alla famiglia, al ragazzo.. Scelta sicura.
Poi un mesetto fa arriva la chiamata da “L’Azienda”, quella che all’università ammiravo e dove sognavo di lavorare. Dopo 2 colloqui oggi mi hanno fatto la proposta formale di lavoro, a 300km da casa, in una città fantastica (Fi…renze!!!!).
Così a metà settembre inizierò, una nuova vita in una nuova città. Ho dei dubbi? Certo, ma solo un matto non li avrebbe. So solo che lo voglio fare perchè è il lavoro che volevo e l’azienda vicino a casa mi sta stretta come il vestito della cresima.
Grazie per il bel post 😉
Ciao…ho letto tutto d un fiato il tuo post. Sono impiegata in un azienda da 5 anni e il mio lavoro mi piace…però ho fatto la pessima scelta, un po per sopravvivenza un po per idiozia, di aiutare una collega sempre come se fossi la sua assistente e di crederla mia amica. E adesso oltre sposata sono incinta di 6 mesi e la odio con tutte le fibre del mio corpo.
Mi umilia di continuo, controlla ogni mia mossa condizionando anche quasi il mio matrimonio. Mi tratta di m@@@ anche se io mi faccio in 40 per il mio lavoro. Mi sento bloccata in un rapporto castrante dove non riuscirò mai ad essere crudele e spietata come lei con quei suoi ridicoli ricatti morali. Ora ho capito che l unico modo di uscirne è di chiudere violentemente in faccia la porta a questo lavoro è di andarmeno vigliaccamente fra nasi storti e battute di disapprovazione. Fosse per me neanche il tempo di dirlo che le dimissioni sono già sulla scrivania del capo, ma mio marito sostiene di aspettare per usufruire dei vantaggi economici dati dalla maternità….sbaglio io a non avere interesse ad essere così “avvoltoio”??
Ciao.
Ho letto il tuo post tutto d’un fiato.
Da un po’ di tempo sono profondamente in crisi con il mio lavoro.
Sono infermiera e lavoro in ospedale con contratto a tempo indeterminato dal dicembre del 2006. Ho sempre desiderato lavorare in terapia intensiva ed è per questo che, nonostante i problemi, ho sempre cercato di resistere.. ma adesso NON ce la faccio più. Sono sull’orlo dell’esaurimento psico-fisico.. sto MALE ed ogni volta che devo entrare in ospedale mi sento morire.
Da ormai due anni ho un compagno che vive a 170 km da dove vivo e lavoro.. e che, a causa del mio lavoro a turni, riesco a vedere ogni tanto. Non esistono feste di sorta, coi colleghi ci sono seri problemi ed anche il reparto sta scoppiando. Attualmente, per come sono messe le cose, non ho prospettive di costruirmi una famiglia e questo mi distrugge. Non esiste la possibilità di un trasferimento in altra amministrazione, scambio con eventuali colleghi (la mia azienda li boccia tutti) o possibilità di mobilità ed aspettative. ZERO. Ho provato a bussare a tutte le porte ma ho ricevuto solo ceffoni. Ho una sola possibilità: licenziarmi. Prospettive di concorso scarse: più che altro per l’elevata richiesta: per un posto si presentano in più di 7.000 (io sono una di quelle ovviamente).
Voglio lasciare il mio attuale impiego (molti mi danno della pazza, naturalmente, perchè di questi tempi pensare di licenziarsi è folle) e trasferirmi.. questo significa ricominciare da capo e cercarmi un altro lavoro.. o inventarmene uno nuovo di sana pianta. Sinceramente, vista la situazione attuale, sono quasi più propensa a cambiare lavoro, magari per un certo tempo, per respirare un po’.
Continuare a stringere i denti e morire (o impazzire)?
Rischiare…………………………..
Ho bisogno di tornare a Vivere.
Maya
Nella vita ci vuole culo…
C’è chi nasce con la camicia e chi no.
Tutto il resto è bla bla bla.
Ciao
Quindi?
Ciao, ho trovato per caso il tuo post e in un periodo di ansia mi ha fatto sentire meglio, almeno per stasera. La tua situazione mi ricorda vagamente la mia, anche se io non ho cambiato cosí tanti lavori. Ho 30 anni (tra pochi giorni) ed è forse per questo che da alcuni mesi ho un ansia assurda… Sarà la presa di coscienza del futuro, delle responsabilità.
Vorrei dei consigli, spero leggerai il mio commento e mi rispondersi.
In breve, sono un programmatore (ma in realtà mi occupo anche di grafica 2d e 3d, web design, del, qualcosa lato sistemistico, ecc..). Ho iniziato a programmare quand’ero piccolo eppure nonostante ciò ho una *fottuta* paura del futuro. Paura che fino ad 1-2 anni fa non avevo.
Dopo il diploma (perito informatico) ho subito trovato lavoro come programmatore a 18 anni in una piccoka azienda. Ho lavorato per 3 anni e mezzo, poi mi sono dimesso e ho provato a mettermi in proprio. Il lavoro da dipendente non ha mai fatto per me, volevo sentirmi libero di lavorare a quello che mi piaceva e con i tempi che volevo. Purtroppo è andata male, ho fatto una scelta azzardata, non avevo nessun giro di clienti e cosí dopo alcuni mesi ho dovuto cercare di nuovo lavoro e a circa 22-23 anni ero di nuovo dipendente per un’altra azienda, come web designer.
Ci ho lavorato per 1 anno e mezzo, poi di nuovo la voglia irrefrenabile di lavorare in propri, di riprovarci, e cosí ho iniziato a fare qualche lavoretto per i fatti miei e ai primi guadagni ho fatto di nuovo la pazzia di dimettermi e aprire partita iva.
Adesso sono 5 anni che lavoro in proprio. Il mio nuovo lavoro in proprio non ha che fare direttamente con i clienti, non lavoro su commissione, ma in pratica ho iniziato sviluppando software e mettendolo in vendita su internet (le famose app per smartphone), ma già dopo pochi mesi pensavo “si ma questa cosa delle app non funzionerà in eterno…poi cosa farò tra qualche anno?”.
I primi anni sono andati molto bene. Poi, come prevedeva (sarà che mi sono buttato sfiga, o forse è la famosa profezia che si autoavvera) le app hanno iniziato a guadagnare poco, e ho avuto una sorta di blocco dello scrittore. Non sapevo cosa fare, cosa inventarmi, quali nuove app, o qualcos’altro che potesse farmi guadagnare con le mie capacità. Sono stato per quasi due anni fermo in una specie di blocco dello scrittore, guadagnavo con le vecchie app pubblicate in passato ma con il tempo i guadagni diminuivano sempre piú.
Poi è arrivata per caso una collaborazione che mi ha offerto una persona. Mi ha dato una boccata d’aria, e tutt’ora collaboro con questa persona, ma adesso i guadagni delle mie app praticamente sono quasi nulli, quindi il mio lavoro in proprio dipende quasi solamente da questa collaborazione. Se dovesse interrompersi mi ritrovo in mezzo ad una strada.
Sto provando nel frattempo altre strade sfruttando le mie capacità (vendere grafica 3d, sempre non su commissione) ma ci vuole tempo per vedere se funzionano.
Nel frattempo mi sento instabile. Per ora guadagno (piú di quanto guadagnerei da dipendente), ma la situazione è instabile perchè guadagnò solo grazie a questa collaborazione che da un momento all’altro potrebbe non esserci piú e penso che ho 30 anni, una ragazza e dovremo pensare presto ad un futuro (attualmente conviviamo in un bilocalea vorremmo avere una famiglia, e lei purtroppo non trova lavoro).
A volte mi rincuoro pensando che con le mie competenze, male che vada, un lavoro da dipendente lo troverei (spero), ma poi sento sempre piú spesso persone che dicono che dopo i 30 anni il lavoro è molto piú difficile da trovare…e allora l’ansia aumenta.
Sono combattuto. Mi chiedo se sto facendo bene a continuare a lavorare in proprio in una situazione di instabilità, nonostante attualmente guadagno, o se è meglio lasciare stare tutto e cercare un lavoro da dipendente anche se guadagno meno, prima che sia troppo tardi (dopo i 30-35 anni sarà piú difficile suppongo).
Poi mi chiedo.. Chi lavora in proprio, se l’azienda va male a 40-50 anni, che fa? Come fa a quell’età a trovare un lavoro da dipendente anche se ha esperienza? Un programmatore poi.. Che dovrebbe avere la mente fresca!
Insomma, come avrai capito ho un casino in testa, dubbi, paure per il futuro, ecc… E visto che ho trovato il tuo post molto saggio volevo sapere cosa ne pensi 🙂
Grazie e scusa per la “lungaggine”
Beh,
di confusione ne hai in testa :-p
parto dal fondo. Dici:
“Chi lavora in proprio, se l’azienda va male a 40-50 anni, che fa? Come fa a quell’età a trovare un lavoro da dipendente anche se ha esperienza?”
Ma scusa eh? ma un dipendente che resta a piedi a 40 anni? che oltre a doversi trovare un lavoro non ha nemmeno l’esperienza le competenze e il giro clienti di uno che ha lavorato in proprio?
Stai sereno, io ho cambiato a 44 e se l’ho fatto io…
😉
Salve Ciccio..
Seguo questo blog da un po’ ormai anche se non ho mai scritto nulla. Ci sono arrivato per caso, non mi piace il lavoro che faccio e… eccomi qua!
Ti racconto brevemente la mia situazione. 23 Anni, lavoro da 3 per la stessa azienda. Contratto indeterminato, ferie, 13° e 14°mensilità, – pura utopia dalle mie parti – mansioni da vice responsabile ma lavoro che proprio non mi piace..
Punto ad altro, appassionato d’informatica e di qualunque nuovo oggettino elettronico, vorrei lasciare il lavoro e con i risparmi di questi 3 anni andare all’università, facoltà d’informatica, naturalmente! Super convinto fino a qualche giorno fa.. Adesso, in attesa di dare le dimissioni, 1000 dubbi passano per la testa.. Se qualcosa va male, complice l’essere residente nel profondo sud e una situazione economica familiare non delle migliori, ripartire sarà un’impresa di quelle colossali..
La domanda è.. Accontentarsi come fanno “quasi tutti” lamentandosi ma non facendo nulla per cambiare, vivendo una vita che mi sta “stretta”, o buttarmi, provare l’esperienza universitaria e, dopo, cercare un lavoro attinente alle mie passioni?
Forse sono solamente un pò troppo ‘sognatore’ io, considerando il migliaio di cose che possono andar male…
Giusto per sapere cosa ne pensi 😉 grazie in anticipo!
Ciao Francesco!
Sai qual è il problema? Che a 23 anni non hai ancora gli elementi che ti servono.
Quello che voglio dire è che magari ciò che pensi non ti piaccia è possibile sia il lavoro dei tuoi sogni.
A 23 anni sei almeno 5 persone diverse da quelle che sarai nei prossimi anni. Quindi ti direi di riflettere bene.
Leggi il blog di Seth Godin, lui dice sempre che non è quello che fai, è come lo fai!
Puoi scegliere di essere una superstar nel peggiore dei posti.
Non è sempre facile, ma devi cercare di “vedere avanti” tenendo sempre presente a 23 anni la tua vita ricomincerà mille volte!
Per cui una più, una meno, non fa differenza 🙂
In termini più pratici, lascia perdere l’università, te lo dice uno che ha una laurea quinquennale vecchio ordinamento.
Se stai già lavorando, impara, impara più che puoi.
E divertiti coi tuoi gingilli 😉
Ti renderai conto lunga la strada cosa vuoi fare veramente, cosa è sogno, cosa è futuro, cosa è formica e cosa è cicala. E qualunque sfumatura tra l’uno e l’altro personaggio è quella più adatta alla persona che sei e diventerai!
Inizio col ringraziarti per la risposta..
Però.. non arrivo a capire soltanto una cosa, sei tu che condividi(come me) “La fortuna è quella cosa che accade quando l’opportunità incontra la preparazione”.. Perchè allora l’università no? Non credi che la tua carriera lavorativa dipenda sopratutto dalla tua laurea? Oltre che da una situazione economica mondiale profondamente diversa dall’attuale – anche se non cerco di farmi influenzare – dovrà pur migliorare.
A parte questo, col lavoro che faccio non posso più imparare niente che reputo interessate, sono ad un punto di stallo. Tutto ciò che potevo “prendere” da questo lavoro l’ho già assimilato. Ora ho voglia di nuove esperienze, nuove cose da imparare, nuovi stimoli.
Per un anno ho pensato che l’università potesse essere il mezzo per arrivare a ciò che voglio. Ora che la decisione si fa sempre più vicina, mi sorge il dubbio che l’università sia semplicemente la scelta che mi permette di ‘scappare’ dalla noia del lavoro senza essere giudicato..
Fare un errore di ‘valutazione’ simile mi farebbe male..
Ma cosa è meglio, “provare a seguire la via che ti senti di seguire o quella che ti sei trovato a percorrere”?
Come vedi, un pò di confusione c’è..
L’unica cosa che credo giochi a mio favore è quel “a 23 anni la tua vita ricomincerà mille volte!”. Basterà affidarsi a questo?
Ciao mi chiamo Cristina, convivo e ho una figlia di 8 mesi che si chiama Valentina!! Mio “marito” lavora in un posto schifoso, una fabbrica che produce poggiatesta. Lui fa il manutentore, ma di manutenzione li c’è ben poco, lo fanno annaffiare le piante, pulire olio schifoso con la plastica dentro da per terra, lo fanno entrare in un cassonetto che poi viene alzato col muletto quindi sicurezza zero, l’ho fanno irrigare il giardino dell’azienda!!!!! È l’ultima di questa settimana, il suo capo bastrado gli fa saldare delle finestre che poi lui si porterà a casa!!!! Un sabato lo ha fatto venire solo per fargli ste ca$$o di finestre!!!! Lui vuole licenziarsi perché non c’è la fa più , da quando è lì ha sempre emicranie arriva a casa che non lo riconosco nemmeno, sembra che abbia uno zombie in casa, litighiamo sempre tutti i giorni perché è stressato tantissimo io anche perché con Valentina e i dentini che gli escono puoi capire come sia riposata!!! Però c’è quel 15% che lo blocca, è come mantengo la famiglia, è come facciamo dopo, è come paghiamo l’affitto??? Tutte domande molto vere, ma io gli dico sempre che se si cerca si trova , cerchiamo altro, andiamo alle agenzie e tutto il resto!!! Non so come convincerlo che restare lì gli fo&&è solo il cervello e che un giorno litigheremo e finiremo per separarci a causa di sto lavoro da schiavitù totale, aiutami dammi qualche consiglio per favore!!! Grazie mille spero che mi risponderai al più presto!!!!
E accidenti Cristina, questa si che è una situazione difficile. Ma sai qual è la buona notizia?
E’ che quando non hai un cazzo da perdere, non hai un cazzo da perdere.
Voglio dire, se hai un bel lavoro, pagato bene, con qualche prospettiva, è più difficile dire ciao a tutti che quando hai un lavoro di merda che rischia di rovinarti vita, affetti e salute.
Non voglio dire a tuo marito che si deve licenziare ma se la controparte deve essere quella che dici tu, beh…
Mi pare che insomma in tutta onestà non sia messo benissimo. La situazione laffuori non è certo fiesta per tutti ma se uno a voglia di lavorare e capacità di adattarsi, le possibilità ci sono. E lui mi pare sia un tipo simile.
Cercate disperatamente e nel frattempo riflettete e mettete tutto sulla bilancia.
I dentini di Valentina?
Suvvia, quelli sono solo una cosa da ricordare col sorriso tra qualche tempo, te lo dice uno che ha avuto anche lui una Valentina 😉
In bocca al lupo!
Sono una ragazza 23enne, studentessa di Servizio sociale e lavoratrice part time da ormai anni! Contratti rinnovati di mese in mese, magari ogni tre, contratti che prevedono 10 ore di lavoro al giorno, weekend, festivi, feriali.. Non fa differenza.
Qualche mese fa ho deciso di candidarmi per un progetto all’estero di sei mesi nel settore in cui vorrei specializzarmi, prevenzione della devianza minorile. Bellissimo. Bellissimo tutto: la città (Lisbona), la lingua, il lavoro, la borsa di studio. Bellissimo tutto.
Due settimane fa mi contattano dall’azienda (GDO) presso cui lavoro da tre anni per pagarmi gli studi e mi offrono un contratto di sei mesi per l’apertura di un nuovo punto vendita nel centro della mia città, a Torino.
Inizio a pensare.. sei mesi, magari prorogabili.. magari posso andare a vivere per conto mio.. magari posso pagarmi senza preoccupazioni la specialistica.. magari, forse, se..
E ora mi trovo in un limbo, rischiare? Partire per poi tornare dopo mesi e non trovare lavoro? O rimanere e sperare in un rinnovo per un lavoro che spero di poter lasciare il prima possibile per trovare qualcosa nel mio campo?
Entro fine settimana dovrò decidere. Rileggerò questo articolo fino a domenica, e spero di essere coraggiosa come lo sei stato tu!
Grazie!
Chiara
Chiara,
rischiare? E cosa???
Io partirei al volo. te lo dice uno che ha 44 anni e che quando ne aveva 23 sarebbe salito sul primo aereo.
E’ una bella occasione. Non sarà l’ultima, sicuramente. Ma io credo la vita sia fatta per essere vissuta, per fare esperienze, per vedere, imparare e trovare un proprio equilibrio.
Oppure puoi restare e puntare all’orologio d’oro che mai arriverà.
Tornare e non trovare?
Suvvia, io sono tornato a 42 anni ed ho trovato. Mi sarà anche andata di culo ma se uno si sa adattare…
Aspetto una cartolina da Lisbona quindi 🙂
Superba la tua storia e superba la tua intellighenzia. Dico solo che dopo aver provato vari lavori a progetto, occasionali ero più felice allora che oggi che ho un contratto a tempo indeterminato. Allora ero io a scegliere oggi sono vittima della sicurezza economica, una gabbia che lentamente ti ammazza facendo perdere te stesso. Ho sempre pensato che avere un contratto a tempo indeterminato sarebbe stata l’apoteosi della felicità ma solo dopo ho capito a 30 anni che industriarsi e credere in te stesso anche se stai lasciando il certo per l’incerto non ha prezzo. Il coraggio non bisogna mai perderlo. Mai.
Caro Ciccio, tra poco compirò 27 anni e sto attraversando da circa 1 anno la crisi dei 30 anni. mi sono portata avanti diciamo. sono una di quelle che quando si assenta per motivi di salute si propone di lavorare da casa, tipo come oggi. tipo che ora sono sul tuo post. spassoso. sulla carta non sono una dipendente, sono un’ipersubordinata a progetto da un anno e mezzo dopo uno stage di 6 mesi. ho iniziato a lavorare con entusiasmo a mille dopo una ricerca di lavoro durata 6 mesi in seguito alla laurea triennale. io dopo due anni di ufficio mi immagino in piedi sulla scrivania che prendo a calci i pc scaraventandoli mentre urlo qualcosa in preda ad un raptus, con le colleghe che mi guardano attonite e poi nel gelo generale vado via tranquillamente. vorrei avere la forza di rispondere alle porcate del capo, le porcate che mi umiliano più di un contratto precario. il mio progetto sta per terminare e vorrei sentirmi dire che non mi rinnovano.io non voglio l’indeterminato, dopo sarebbe un bel problema. perdere il lavoro sarebbe per me in questo momento un bellissimo regalo di compleanno. il lavoro mi piace anche sai, ma purtroppo vado in psicoterapia da 10 mesi e forse il gioco non vale la candela. 1 terzo del mio stipendio. ho fatto un conto complessivo e mi è mancata l’aria. mi sono accorta che mi piace cucire a macchina, ho fatto una lezione privata e mi è piaciuto moltissimo. mi sono comprata una macchina di cui vado molto fiera. l’ho condiviso solo con pochi intimi, come se fosse qualcosa di prezioso da custodire, una cosa da coprire per non farla rovinare. ok ora lo sai anche tu. mi sono iscritta ad un corso serale amatoriale ma vorrei fare qualcosa di più serio. io vorrei fare la sarta. vorrei imparare bene e poi creare qualcosa di mio, abiti, borse. vorrei vivere di questo. affermare ciò mi provoca una sorta di colite emozionale che non riesco a rimanere seduta qui sai? come faccio a prendere coraggio per una vigliacca ritirata?
grazie in anticipo se vorrai rispondermi
anonima vigliH
Scusa Anonima di cui la mail dice tutto :-p
Mi ero perso il tuo post nella coda di moderazione, sono in ginocchio sui ceci ora.
Eh, bel commento anche il tuo. Io so esattamente cosa devi fare. Lo so adesso che ho 45 quasi anni e che vorrei dirlo a me stesso alla tua età.
Ma probabilmente non saprei le cose che so se un me del futuro avesse detto le cose che vorrei dirmi al me 27enne.
Non si capisce una fava lo so, il concetto però, fidati, ce l’ho chiaro in testa.
Vai sulla fiducia.
Quello che voglio dire è che tu sei già oltre: sei in analisi e sul piatto della bilancia io saprei già cose mettere. Scappa prima che puoi, vivi felice, dai un calcio ai PC, e salvati la salute. Dovesse andare tutto male un giorno potrei dire che hai pensato a quella!
O no?
Fammi sapere!!!!
Ciao!!
Bellissimo articolo e bellissimi commenti!!
Io a 40 ho lasciato il mio tempo indeterminato… ma era il 4 lavoro cambiato nel giro di tre anni (tutti a t indeterminato con qualifiche e stipendi di rilievo ma senza nessun tipo di ritorno in termini di soddisfazione anzi… piu´ guadagnavo e piu´ il lavoro mi pareva penoso..).
Lavoravo dal giorno dopo la laurea (ingegnere) anzi gia´ durante gli ultimi anni di universita´ avevo trovato impiego come consulente…
ho iniziato a lavorare in un settore che non mi piaceva solo perche´ mi dicevo (e mi dicevano!!!) che non potevo essere presuntuoso gettando al vento la fortuna di trovare un lavoro ben pagato senza nemmeno disturbarsi a cercarlo.
Ho provato tante volte a cambiare per qualcosa che mi interessasse ma gli altri (famiglia) si sono sempre opposti… e quindi alla fine ho sempre trovato lavori nello stesso settore..
Ecco come dicevo ho lasciato a 40 e sto cercando di creare una piccola azienda (che nei miei sogni sara´ la nuova amazon) ed anche mia moglie in questi giorni ha lasciato dopo 20 anni di t indeterminato…
Ora finalmente dormiamo tranquilli ed ogni istante di vita ci sembra prezioso.
Confesso che sono arrivato qui stasera perche´ studiando i regimi fiscali mi era venuta un po´ d´ansia ed ho cercato opinioni posotive…
ma non sai la felicita´ di scoprire che siamo in tanti a volere mettere le mani sulla nostra vita e ad avere il coraggio di farlo… pensavo di essere un povero illuso!!
Quello che posso dire, soprattutto ai ragazzi giovani, e´ di non farvi convincere a vivere la vita come previsto da qualcun altro!!
Grazie e ciao
Luca
Vorrei aggiungere i miei 2 cents, dopo 4 anni dalla migliore decisione della mia vita…per ora!
Ma partiamo dall’inizio: laurea in informatica,subito il primo lavoro come stagista in una grande multinazionale (con Marta), sicuro di essere sul treno giusto, qui si può far carriera…lo stage diventa tempo indeterminato e parte questa strana sensazione di essere spremuto come un limone per il bene dell’azienda, e se l’azienda va bene, va bene per tutti…anche per chi fa 2/3 ore di straordinari GRATIS tutti i giorni…ah no si chiama fare esperienza!!!
Dopo un anno cambio, credo la unica notte insonne della mia vita quella prima di dare le dimissioni per la prima volta, convinto di mandare ai rospi “il lavoro della mia vita” e che non ne avrei mai più trovato uno così. Da qui cambio ogni anno, consulenza, sviluppo di un prodotto, multinazionale, azienda piccola,grande,media, alla fine ho capito che avrei potuto cambiare lavoro quante volte volessi ma il problmea era un altro…io!
Perchè ostinarsi come un mulo a seguire una carriera combaciante con gli studi….tutto derivato da una scelta presa 10 anni prima, quando 19enne decisi di iscrivermi a informatica!????
Dopo 5 anni di ufficio decisi di prendere 6 mesi per me e di partire per il giro del mondo da solo, nessuna motivazione mistica di cercare me stesso, l’anima gemella o altre storie da romanzo rosa, avevo solo una grande curiosità di vedere il mondo, vedere fuori dal tragitto casa-lavoro-casa o come dicono gli inglesi di uscire dalla comfort zone.
Viaggio stupendo, conosciute tantissime persone di OGNI età con la mia stessa storia alle spalle, un lavoro soffocante mollato lì, un arrivederci ad amici e parenti che ti guardano con un enorme punto interrogativo stampato in faccia e che ancora si chiedono cosa tu stia facendo e un grosso zaino sulle spalle.
Durante questo viaggio è iniziata la passione per le immersioni.
Dopo il ritorno ero convinto che avrei potuto reggere di nuovo la “rat race” in ufficio, scandito da un caffè tossico alla macchinetta e un pasto di plastica in mensa e le 200 mail giornaliere.
Ho retto solo un anno…lunghissimo!!!!
Da lì per una serie di eventi fortuiti mi son trasferito in Tailandia e adesso son due anni che vivo su un’isola tropicale e insegno a fare diving, al posto della cravatta ho il costume, non mi serve il bmw perchè le infradito mi portano dove voglio e soprattutto lavoro con gente rilassata in vacanza e che ha voglia di sorridere!!!
Guadagno meno? Certo! Ma più che sufficiente per vivere e mettere da parte qualcosa! Nessuna garanzia, pensione, tfr … ma quando vado al lavoro cammino a piedi nudi sulla sabbia, il mio ufficio non ha pareti ed è un po’ umido!
… la laurea resta nella teca di vetro con su scritto “rompere in caso di emergenza”, prima o poi potrebbe servire come è successo a te!
Morale per tutti: fossi rimasto a lamentarmi in saletta caffè non sarebbe successo niente di tutto questo!!!! Osate, viaggiate, innamoratevi … per tornare indietro siete sempre in tempo!
Io ti amo. Incondizionatamente. Non serve aggiungere altro.
Ciao ciccio e un saluto a tutti.
Proprio oggi durante una delle mie crisi mistiche ho trovato questo sito e devo dire che condivido appieno tutto ciò che dici.
Lavoro da 10 anni per una grossa multinazionale della gdo che proprio da qualche mese ha deciso di mollare la sicilia e di venderci ad un imprenditore locale. Mai come oggi per me quel futuro di cui tu parli è diventato assolutamente inesistente ed incerto. Ma la realtà dei fatti è che io sono stanco di questa vita(ho lavorato anche 70 ore alla settimana perché facevo il caporeparto, ruolo che ho mollato per riprendermi un po’ di vita per me e la famiglia). Ad oggi prima che il passaggio si compia definitivamente è stata aperta la procedura di mobilità volontaria con incentivo. E il dilemma stà proprio qui. Che faccio? Sono diventato iperteso a 38anni per colpa del lavoro delle mie responsabilità e oggi sono anche depresso per l’avversione verso il mio ambiente di lavoro e la paura comunque di ritrovarmi disoccupato. Hai ragione i veri eroi sono coloro che hanno la forza d’animo di accettare tutto com’è e di andare avanti con la solita melma per campare la famiglia. Ma io non mi sento eroe fino a questo punto pur ammirando i colleghi che dopo 25 anni di questa vita riescono ancora a subire passivamente.
Io no non sono così ho voglia di risorgere dalle tenebre in cui sono caduto. Giorno 12 ottobre dovrei andare a firmare per l’uscita definitiva e già so che saranno 12 giorni di insonnia e che alla fine la decisione nascerà in qualche ultima frazione di secondo. Così è sempre stato nella mia vita ma ad oggi ogni mia decisione è stata giustificata dal tempo.
Daniele,
se sei iperteso e tutto il resto dovresti farti qualche domanda. Boh, se morissi domani? come sarebbe il bilancio della tua vita?
Positivo?
Fattela questa domanda, tutti i giorni.
Poi pensa a cosa devi fare.
tanto come avrei fatto io, sceglierai tra 12gg 😉
Ciao la prossima volta che ti offrono un posto all’estero porta anche la famiglia.
In bocca al lupo.
Gianluigi raccontami!!!
Ho appena letto questo post. Io faccio l’operaio in una grossa azienda, sono un perito industriale e nell’anno ho fatto parecchia formazione sapendo che migliorare le proprie competenze può solo far bene, sperando anche in un avanzamento professionale che probabilmente non arriverà mai sebbene gada della stima di tanti. Mi ritrovò a prendere ordini da gente che non hanno nemmeno la metà delle mie competenze. Ora sono arrivato ad un punto che fatico a guardare il mio ambiente lavorativo con rispetto come facevo una volta a causa di un sistema fatto di amici e parenti dove ointa di più l’avere uno sponsor rispetto alle competenze. Sto valutando l’idea di licenziarmi ma il periodo e
il fatto di avere una famiglia mi frena. Però sono arrivato alla frutta e questa cosa si ripercuote sulla vita di tutti i giorni.
Alessio,
il tuo posto è uguale a quello di tanti altri… e purtroppo la storia è sempre è sempre la stessa. Non licenziarti così, senza avere alternative, ma costruisciti una via d’uscita e fuggi!
Ciao Ciccio,
Ho 30 anni ed una famiglia con bimba di quasi un anno. Questa é l’ennesima notte insonne…e mi sento ogni giorno più stanco e impotente difronte alla mediocrità lavorativa in cui sono calato. Lavoro da cinque circa e ho già cambiato tre lavori. Il primo era un lavoro di segreteria e facchinaggio, ma con una laurea in mano pensavo fossi sprecato e così ho lasciato dopo tre anni. Mi viene offerto un lavoro da manager fuori regione ed io (un po’ incoscientemente) accetto, e pur di fare esperienza concordo un misero stipendio da impiegato e di dormire all’interno della fabbrica. Dopo un anno mi lasciano a casa perché, contro i loro piani, mia moglie é rimasta incinta e non posso trasferirmi all’estero.Trovo quasi subito un altro posto a 5km da casa: sembra un sogno, mi propongono addirittura un contratto indeterminato. Peccato che come dirempettaia di scrivania mi capiti la sclerata di turno che mi fa andare subito tutto di traverso: ad ogni mio sbaglio é uno sparlare male col capo, mi sento osservato e sotto pressione sbaglio ancor di più. Dopo sei mesi non ho più certezze, mi sento un disadattato. Ne ho parlato con mia moglie, la quale mi comprende e mi sprona a cambiare…io però di cambiamenti ne ho già fatti tanti e mi é andata sempre peggio, sto seriamente valutando se nella vita stia facendo il lavoro giusto…e nel frattempo barcollo pericolosamente. Fossi da solo prendere una decisione drastica sarebbe più semplice…ma che fare quando hai la responsabilità di un figlio? Anch io come te sono musicista, e il mio più grande rimpianto é stato non aver intrapreso quella strada: forse oggi sarei felice.
Te la sentiresti di darmi un buon consiglio? Mi sento davvero in grande difficoltà…
Grazie e complimenti per il bellissimo articolo.
Andrea,
a un certo punto uno non ce la fa più. E anche se ha famiglia, responsabilità e impegni, uno deve fare delle scelte.
Il rischio da una parte è di fare scelte azzardate e mettere a repentaglio tutto, dall’altra di fare per sempre una vita di merda lasciamelo dire.
Devi solo valutare cos’è per te quest’ultima: qualcuno non sopporta un lavoro che altri farebbero salti di gioia ad avere.
Purtroppo solo tu sai quanto ti pesano l’una o l’altra cosa. Quello che devi sapere è che qualunque decisione tu prenda, non morirai di fame, potrai fare scelte diverse, non sarà comunque troppo tardi per tornare indietro.
E se avessi fatto il musicista?
Magari non avresti quello che hai ora.
So di non averti risposto affatto, ma quello che penso è già scritto nel post, lì c’è tutto quello che ti serve!
In bocca al lupo,
il CiCCiO
Wow che bello sapere che non sono l’unica persona impazzita su questa terra e che digita cose assurde in Google ????????!! diplomata al liceo artistico nel lontano ’98, per un motivo o per l’altro, ho sempre fatto l’impegata!! Mi sono talmente “conformata” a questa società ed ai suoi relativi “doveri” al punto di aver completamente perso di vista la mia vera identità, la mia vera indole e le mie reali capacità tagliando i ponti con la mia natura più profonda che é sempre rimasta fedele a se stessa e, prima o poi il nodo doveva arrivare al pettine… Le prime avvisaglie ben 7 anni fa, morale… Oggi, dopo 3 lavori cambiati in piena crisi economica, senza una laurea, da 5 seduta alla stessa scrivania con un bel tempo indeterminato in tasca, sono in uno stato confusionale totale, credo che per ripicca la mia voce interna mi ripeta in continuazione “suca” ????! Sono ad un bivio, non ho figli e nemmeno mutui che gravano sulla mia economia, convivo con il mio compagno stakanovista che non condivide la mia voglia di mollare tutto senza una valida alternativa e non so se fare questa scelta egoistica senza nessuna certezza o se restare ad appassire per sempre nel ruolo che mi sono trovata a dover svolgere…. Continuerò a leggervi, visto che la discussione va avanti da anni… Chissà!! Buona vita a tutti!!
Laura, perchè egoistica? Questo si che vuol dire essere schiavi! Scommetto che quando esci alle 18 ti senti in colpa e scappi un po’ di soppiatto. Fai fatica a chiedere ferie anche se ti spettano vero? E ne avanzi a fiotti.
E allora non c’è niente di egoistico a volere fare delle scelte diverse da quelle che ti hanno imposto.
Poi sei giovane, non hai figli, non hai mutuo… quindi? cosa stai aspettando? Io che sono un vero cacone, ho mollato che avevo un figlio di un anno, una in arrivo, una moglie in part time.
Non è morto nessuno, non muore nessuno, ho fatto un’esperienza magnifica che mi porterò dietro per tutta la vita, per quanto poca me ne possa rimanere.
Potevo restare al sicuro. E un giorno morire.
Non di fame.
Aspetto le tue scelte 😉
il CiCCiO
COME DICE LAURA, CI SI SENTE DI NUOVO QUI, E IL CICCIO FORSR GUADAGNA QUALCHE SOLDINO, NELLO SCRIVERE UN BLOG SENZA ARTE NE’ PARTE: NESSUN AUTORE CHE CITI E’ NOTO, HAI, TRA L’ALTRO, UN DIPLOMA IN CUI LE MATERIE LETTERARIE FANNO ACQUA DA OGNI DOVE, E TRASMETTI VOLUTAMENTE INSICUREZZE SU INSICUREZZE. E CHI TI DEFINISCE UN GENIO E’ UN POLLO CHE TU STAI PRENDENDO IN GIRO. CHI VUOLE CAMBIARE VITA SERIAMENTE NON DOVREBBE CREDERE AI DELIRI DI UN PAROLAIO.
CQUE, IO INVECE CHE SONO LAUREATA E SO PENSARE E ANCHE TROVARE GLI AUTORI GIUSTI, CHIUDO DICENDO CHE FINO A CHE LAURA STA A LEGGERE LE TUE CRETINATE, NEANCHE SE LE DICI DI ANDARSENE PUO’ CREDERTI PERCHE’ TU NON HAI AVUTO IL CORAGGIO DI CAMBIARE: PERCHE’ SEI IL CLASSICO FURBASTRO ITALIANO CHE BUTTA IL TEMPO IN UN BLOG PLAGIANDO LA GENTE AD AVVITARSI SULLE PROPRIE PAURE! SVEGLIATEVI DIO SANTO!
Pensavo a un hater all’inizio ma vince il premio trollone dell’anno!
PS il caps lock è un colpo di classe!
Ok.Scrivo anch’io. Ho 42 anni e non sono riuscita a realizzare i miei sogni nonostante i tentativi- falliti.
Il mio sogno sono le lingue, l’arte, la cultura. Morale lavorare nei musei, nei bookshop o come guida. Ho il patentino di guida nella mia città, ma non amo molto l’arte locale e sono più innamorata a di quella moderna. Lavoro per una grossa cooperativa culturale da 5 anni. Anni nei quali non mi è mai stato dato un ruolo che ritenessi adatto a me e in cui potessi crescere. Non voglio sembrare presuntuosa ma credo di essermi così adeguata al poco che passava il convento -inclusi molti colleghi (che pur lavorando nei musei non parlano una parola d’inglese) che mi sono ammalata.
Accetto paghe bassissime senza battere ciglio, perché non sono una innamorata dei soldi ma di quello che fa e dell’idea di poter crescere ed essere felice sul lavoro. Impossibile. Nemmeno con un datore di lavoro che parrebbe perfetto al caso mio.
Ho preso un aspettativa di 3 mesi, ma so che non basterà. Oggi ho tel al mio datore di lavoro chiedendogli come fare in caso di dimissioni perché non credo sarò in grado di tornare in quel museo. Mi hanno spiegato tutto.
Questa cooperativa però gestisce molti altri musei, quindi non so che fare. Loro non mi hanno offerto nient’altro. In telefonate precedenti ho chiesto, forse un po’ timidamente xché nella testa avevo l’idea di tagliare drasticamente, se ci fossero altre opportunità altrove, ma niente.
Sto pensando anche all’estero… ma davvero odio sentirmi così impotente qui. E la mia crisi trasformativa è tale che non riesco a fare un passo, nessuna cosa nuova se mi sento legata ancora a loro. Il mi istinto dice di ripulirmi. Ripartire da zero.
Ma non so se dare le dimissioni ora. O aspettare la fine dell’aspettativa e accettare se mi mettono da un altra parte o se non sarà possibile dare le dimissioni. Di sicuro certa gente che non stimo nemmeno una virgola e mi ha fatto sentire un disastro tutto questo tempo non la voglio più vedere.
E’ come dici tu chiara: A volte bisogna ripulirsi e partire da zero. Soprattutto quando non stimi più niente e nessuno, gente che come dici tu ti ha fatto sentire un disastro.
Hai 42 anni e siamo quasi coetanei. Però non dire “non sono riuscita a realizzare i miei sogni”. Suona come una cosa a scadenza. Dì piuttosto non sono ANCORA riuscita a realizzarli. Non è mai troppo tardi per nulla. Semmai devi davvero renderti conto se i tuoi sogni sono davvero quello che volevi realizzare.
Ad esempio io ho capito che lavorare in proprio e fare un lavoro creativo non era esattamente quello che mi faceva più felice.
Ripulisciti e riparti Chiara, perchè passa e va.
Ciao Ciccio,
Sliding Doors…e “casualmente” esce fuori il tuo racconto (ok, non troppo casualmente ma soprassiedo riguardo alla ricerca su google che mi ha riportato a te!! Il movimento crea movimento…ed è anche per questo che ho deciso di scrivere la mia storia…magari mi illumino di immenso!) Ho 29 anni, lavoro da quando ne ho 18, grande senso del dovere e una necessità di essere “libera” probabilmente più grande del “comune normale”. Ho iniziato nelle rappresentanze abbigliamento come impiegata tuttofare, bell’ambiente, sono cresciuta molto ma ad un certo punto ho smesso di imparare. Avevo bisogno di nuovi stimoli e con una crisi economica in piena regola, dopo 6 anni ho lasciato un tempo indeterminato con una tranquillità disarmante.
Ho trovato nel recupero crediti, ancora una volta la mia figura professionale era usata a 360° perchè, ahimè, so fare tutto…e se non lo so lo imparo (so essere anche modesta, ma solo quando serve!)…lavoro interessante ma ambiente difficile, mi licenzio dopo 6 mesi. Finisco a seguire l’amministrazione di una clinica privata, ambiente pessimo, colleghe fantastiche ma super isteriche e considerato lo stress che arriva dall’alto non posso che biasimarle ma……non fa per me! Dico basta alle 4 mura, specialmente a quelle condizioni! Dopo 6 mesi…mi licenzio!! Vedo su facebook l’annuncio di un ragazzo che cerca personale per la nuova apertura di un bar…chiedo maggiori info, ma solo per sapere se potevo aiutarlo a trovare qualcuno di valido considerato che conosco molta gente! Cosa succede???? Mi assume…dopo 2 mesi mi fa responsabile e con zero esperienza (non sapevo fare nemmeno un caffè!!) ho portato avanti TUTTO: fornitori, dipendenti, chiusure di cassa, colloqui, derrate, decisioni sui prezzi, scelte……..DA SOLA! Nel frattempo mi fanno responsabile di un negozio di abbigliamento…
Non sto bene e diminuisco il carico, tenendo solo il lavoro del bar.
Ne aprono un altro…e divento responsabile anche di quello…ho fatto più di 40 colloqui per assumere il personale, ho fatto un planning settimanale delle attività del locale, aperto dalle 8am alle 3am, ho gestito, condotto, risolto, imbastito….ho lavorato più di 16 ore al giorno per non arrivare nemmeno a 2000 euro al mese. Qui, penso di non dover dare spiegazioni quando dico che, dopo 3 anni…MI SONO LICENZIATA!!
Ho lavorato per un mese come responsabile di sala in un ristorante molto bello…non sono felice. Mi licenzio.
Mi contattano per collaborazioni ma delle persone che me le propongono non ho alcuna stima e visto che questa cosa deve finire, decido di non lavorare per loro, che non sanno di che cosa si occupano!
Ho bisogno di imparare, costantemente, e dunque mi metto in gioco anche se la paura c’è…vivo da sola e mi devo mantenere…ma proprio come è capitato a te, adesso la notte io dormo…e anche molto bene. Prima non dormivo, affatto!
Sono in un settore difficile, specialmente per l’Italia, ma sono determinata a comprarmi la mia libertà.
Grazie per aver condiviso queste parole.
Tatiana
Wow Tatiana, aspettavo, leggendo, di arrivare al punto in cui dici che non funziona qualcosa perchè più leggevo capivo che TU HAI CAPITO!
Questa è la strada. Imparare, cose diverse, non annoiarsi, non morire aspettando l’orologio d’oro.
Non è facile e i più non ci riescono. Tu si e hai tutta la mia simpatia e la mia stima.
Anche se sei una modestona!!!
😛
che dire. Argomenti molto interessanti. Penso inoltre che in molti abbiano qs desiderio di lasciare il lavoro. Io lavoro nella solita azienda da 15 anni ed ogni anno ce ne ho una : mal di pancia, mal di schiena, vista sfuocata, problemi mestruali…fino ad avere intolleranze alimentari(e pensa lavoro nel settore alimentare…sarà qs un messaggio?!). Tuttavia leggendo la tua storia ed alcuni degli altri post vedo che si parla di persone che possono mollare anche perché piene di iniziative e talenti. Nel tuo caso, visto forse la tua specializzazione le opportunità non mancavano e addirittura ti chiamavano da più posti. In altri casi, come nel caso di Tatiana, mi sembra di capire che si parla di una persona molto intelligente, che impara tanti lavori diversi in fretta.
Per i comuni mortali invece non è così. Probabilmente è anche giusto che sia così? se sei dotato ed hai una marcia in più è giusto che non ti accontenti. MA se sei una persona nella media? cosa fai? io ho 40 anni, ho un bambino, un marito precario…mollo io e si va veramente a vivere sotto i ponti. Non saprei neanche cosa altro fare non essendo particolarmente dotata, preparata a fare altro. Non ho soldi per avviare nulla e non ho passioni particolari o alternative…quindi? mi merito e mi tengo la schiavitù in cui vivo, che mi fa stare tanto male e mi porta a sempre nuovi e curiosi malanni. Eh si, sono un po’ depressa a realizzare tutto ciò.
Ho letto molte cose al riguardo Valeriana. Ho letto che il più grande problema delle nostre insoddisfazioni deriva dalla nostra sopportazione. Quanto ancora siamo disposti a sopportare? Poi qualcuno intorno a noi rompe gli schemi, non ha più intenzione di sopportare e noi lo prendiamo per pazzo. E’ successo a me. Quando ho mollato tutto mi hanno preso per pazza! I miei genitori mi hanno guardato con volti delusi. Sai perchè? Perchè le persone non ci provano nemmeno a mettere un piede fuori dalla zona di comfort. Le persone hanno smesso di sognare e quando vedono che qualcuno ancora ci riesce tentano di entrare nel sogno per farlo sembrare un incubo. Cosa fa la differenza? La determinazione! Non navigo nell’oro ma ho scelto di lavorare con il business del XXI secolo (non sono io che l’ho definito così, ma puoi trovare tutte le fonti su google) e sono certa che questo mi darà più possibilità di qualunque altro mestiere. Non è per tutti, ci vuole una forza fuori dal comune ed è un lavoro durissimo perchè se fallisci, la responsabilità è solo tua. Fa paura? Certo, ma io ho il coraggio. Anche se devo mantenermi una casa, devo pagare le spese, mangiare. Non torno indietro. E’ la società che deve cambiare, non io! Ho più paura di essere infelice come dipendente che alla ricerca della felicità con zero garanzie. Valeriana il cambiamento è dentro di noi. Ti auguro tanta felicità, esiste, cercala!
Commento dell’anno!
Applausi
Valeriana, persone con risorse o con talento… IO SONO UNA PERSONA NELLA MEDIA. Forse sotto. E come te sono sulla 40ina. Non ho marce in più.
E ho cambiato lavoro a 40anni. E ti dico che non serve essere superman per farlo. Serve determinazione. Serve voglia di lavorare. Serve impegno.
Se le hai queste cose? veramente?
Tanti dicono di si ma alla resa dei conti si rendono conto che costa troppa fatica ottenere dei risultati.
Per carità, non è obbligatorio cambiare, ottenere risultati.
Si può vivere tranquilli, accentando e abbracciando quello che ci piove addosso. A volte però è troppo ed è il caso di reagire.
Sta a te decidere, chiaro che se sei prossima alla depressione, qualche domanda te la devi fare.
Non trovi?
Grazie Tatiana e grazie Ciccio. ..prossima alla depressione? ci sono già dentro alla grande. Spero di riuscire a capire o di realizzare un giorno di avere delle alternative. la cosa che mi pesa di più? lavorare tanto guadagnando poco per arricchire altri ed essere sotto a qualcuno che decide il buono ed il cattivo tempo per te. via. …vi farò sapere
Ciao Ciccio,
mi trovo qui per curiosità, non sono qui per lo stesso motivo degli altri anche perchè la mia “pazzia” l’ho fatta accettando il mio primo lavoro lontano 829km da casa.
Avrei potuto fare qualche mese gratuito di formazione, poi qualche mese di stage e infine lavorare vicino casa ma poi, per esempio, non avrei conosciuto te e altra gente.
Comunque dicevo che non sono qui perchè non mi piace il lavoro e voglio licenziarmi (almeno per adesso che son passati poco più di 4 mesi) ma sono qui per pura curiosità e casualità; eppure il fatto di aver letto tutto (alcuni commenti compresi) mi ha fatto capire che forse sto avendo un approccio sbagliato nella vita. A lavoro mi diverto mentre fuori, complice un po’ il nuovo mondo, sento di perdere del tempo prezioso e di essere in una fase di apatia. Leggerti sento che ha smosso qualcosa e quindi ti ringrazio per aver rotto gli schemi e spero di far smuovere un po’ questa vita magari andando a correre nella pausa pranzo :OOOO…proattivi più che reattivi!! cit.
Ciao, arrivo un po’ in ritardo… Anni in movimento tra Italia e Irlanda. Quasi quasi felice di essere una precaria perche’ mi dava un senso di liberta ‘, so che e’ un paradosso ma è’ così. Determinazione, tenacia, passione per le lingue e istinto, ora mi trovo qui di fronte a ben tre scelte. Ho superato gli step di una selezione x un’azienda a Dublino. Tutto perfetto, non vedo l’ora di partire. Pagano biglietto e hotel per andarli a conoscere. Ci vado e appena arrivo l’azienda in cui lavoravo prima mi chiama per offrirmi un permanent: sliding doors… Non solo, contemporaneamente dall’Italia notizia di assunzione tempo indeterminato scuola… Divento matta! Ora sono qui in preda ad una confusione totale. Il mio cuore sussurra Irlanda ma la coscienza il posto a scuola. Non ho una passione sfrenata per l’insegnamento, per cui sono in lotta. Il mio compagno starà per ora qui in Italia, ma io ho sempre l’Irlanda nel cuore. Ho paura, ma tutto ciò mi dà a modo suo una grande carica…
Mah,
lo sai, quando sei fidanzata queste scelte vanno fatte in due…
Anzi no, quando sei sposato con due bambini un cane due gatti e un mutuo vanno prese in due.
Diversamente, sappi che la tua felicità non dipende da questo, andrà comunque come deve andare per quanto tu ti sbatta di guidare da qualche parte.
Se credi a sta cosa… scegli serenamente 😀
Posso dirti che mi trovo in una situazione per me critica e difficile da prendere. Da un lato sono convinta di quello che vorrei, dall’altro sono condizionata da famiglia e ragazzo che mi stanno obbligando a fare una cosa che ora non mi sento più di fare.
Ora spiegheró meglio tutto ció!…
Ad aprile consegno la domanda per il servizio civile, vengo chimata a colloquio, e dopo un pó di tempo mi chiamano per dirmi di essere stata selezionata. Ero felice e convinta di questa esperienza.
Dopodichè mi richiamano per firmare in contratto, e da lì mi cambia tutto. Ho avuto un cambiamento e una confusione in testa che son tre giorni che non dormo, ho l’ansia e mi sento male.
Il servizio civile lo dovrei fare al mio paese, ma è da tre anni che sto da un’altra parte. È solo ora mi sto rendendo conto di aver fatto una scelta sbagliata, mi viene il terrore di lasciare dove ho creato amicizie e dove ho un fidanzato.
Mi sento male davvero. Io potrei anche rifiutare, ma la mia famiglia ci rimarrebbe male. Ma per ascoltare sempre gli altri si rischia di essere infelici.
Eh,
accidenti Morena, da quello che capisco, la confusione è totale: non solo temi di fare una scelta sbagliata, temi anche il giudizio dei tuoi famigliari.
Il consiglio che ti posso dare è: fregatene del giudizio degli altri. Ma veramente tanto.
Solo in questo modo potrei capire effettivamente se è la scelta giusta.
Oppure il contrario: Cerca di capire se è la scelta giusta, poi deciderai cosa dire ai tuoi!
Ciao Ciccio, come altri sono capitato sul tuo sito non per caso, piuttosto cercando e ricercando alla fine ho trovato quell’ancora in cui speravo..è ironico, se ci pensi, che dobbiamo cercare su google qualcuno che per una volta non ci abbatta con la sua mentalità negativa, da conformato alla società, quando questa positività dovremmo trovarla in chi ci sta attorno nella quotidianeità..ma forse la ragione di ciò è che, spesso, chi ci circonda vive nella costante paura di cambiare, di fare un passo verso un percorso diverso da quello già intrapreso (spesso per volere degli altri). Ironico ma frustrante anche, perchè va a finire che ti senti solo. Poi trovi blog e commenti di perfetti sconosciuti ma che sembra abbiano in comune con te molte più cose rispetto ai tuoi cari, sembra che condividano quel pizzico di follia che ti permette di pensare fuori dagli schemi. Ma siamo davvero dei pazzi? O semplicemente abbiamo una marcia in più rispetto ad altri, ci rifiutiamo di scendere a compromessi con noi stessi e la nostra stessa vita. Non saprei, sono ancora molto giovane, 25enne, perchè sappia darmi una risposta, ma più i giorni passano più la risposta mi sembra chiara: No, non siamo pazzi, non abbiamo perso la nostra individualità, non vogliamo vivere per lavorare, non ricerchiamo la nostra felicità in qualcosa che possiamo comprare, piuttosto la ricerchiamo nelle persone, nelle loro storie.
Tutte queste sensazioni, la vocina dentro di me continuava a ripeterle già quando ero all’università, che ho portato a termine ma ancora mi ricordo al momento della laurea di come fossi l’unico a non festeggiare, come se non riuscissi ad essere contento..semplicemente perchè non era quello che volevo. Ora mi ritrovo a lavorare come infermiere in Inghilterra, Oxford per la precisazione, con uno stipendio molto buono a dire la verità ma mi accorgo come vado avanti per inerzia, senza voglia, senza interesse, perchè ho paura di tornare e vedere i volti delusi dei cari, dopo soli due mesi, perchè non ho idea di cosa fare se dovessi mollare..eppure mi ripeto costantemente che dovrei fregarmene, e semplicemente aspetto che questo pensiero diventi convinzione. Sperando che non sia troppo tardi.
Se qualcuno mi dovesse chiedere “Cosa vuoi fare?” La mia risposta sarebbe “Zaino in spalla e camminare”.
PS: Ti ringrazio per avermi fatto scoprire “La gang del pensiero”, sembra un libro molto interessante.
Ciao Danilo! Condivido ogni tua parola. Ma proprio tutte tutte!
E no, non siamo dei pazzi! E se pure fosse, ben venga la pazzia e tutti le sue derivazioni. 😉
Ps: come si vive ad Oxford?
…dimenticavo, zaino in spalla, camminare e scoprire il mondo è tutto quello che vorrei fare anche io!
Stanotte non ho chiuso occhio, da tre mesi ho dato le dimissioni per andare a lavorare in un posto, tranquillo e con poche emozioni dalla paga modesta ma che in teoria mi dovrebbe liberare da stress e lasciare tempo per la famiglia. Tre figli e una moglie che tengo felicemente a carico.
Ora il problema di lasciare un lavoro dopo 9 anni dove mi sono guadagnato rispetto e stima con le unghie e i denti non me lo sono posto, ma il lavoro in se mi piace, sono i colleghi e il titolare che mi danno fastidio (non che dove andrò le cose saranno rose e fiori).
Ho lavorato 9 anni sottopagato e sono uno che non riesce a non lavorare e a sopratutto si fa carico di tutto anche se non di mia competenza. In pratica un pirla (cito la mia dolce metà). ????
Ieri sera mi hanno tenuto a colloquio due ore per convincermi a rimanere e domani arriverà una proposta economica……(ormai oggi)…..vedremo.
Il mio problema è quello di aver speso parola con il nuovo datore di lavoro da una parte e dall’altra, se mai arrivasse la giusta offerta, quella di lasciare l’opportunità di fare lavoro che mi piace.
Ma il nuovo lavoro mi darebbe, si meno soldi, ma più tempo e più serenità per vivere la famiglia.
Insomma è un casino nella mia testa.
Sono un operaio semplice che ha sempre fatto due lavori per pagare le bollette e va in ferie una settimana in campeggio un anno si è un anno no….
Altra informazione l’azienda che mi aspetta a 100 anni e più ( un posto da statale insomma) quella che lascio ogni tre anni cambia ragione sociale……
Cosa ne pensi?
Folle chiedere consigli ad un estraneo ma forse per il fatto,che non ti cambierà la vita domani mi darai una opinione disinteressata
Un mondo di bene a tutti e buona giornata
Massy
Accidenti,
spero di non essere arrivato in ritardo!!!
O forse si, per non avere il peso di influenzare la tua decisione.
In tutta onestà non saprei cosa risponderti.
A volte il fatto di non sapere cosa ti aspetta dall’altra parte è un qualcosa che ti porta a preferirlo a una situazione che reputi non ottimale.
E’ solo col confronto che riusciamo a capire cosa è meglio e cosa no.
Fossi in te… boh, cambierei, per il gusto di sapere, di vedere, di cambiare.
La noia mi ammazza.
E sono uno che tutt’ora ricerca la stabilità.
Beh ormai hai deciso, quindi?
Ciao cicco
Mi sono laureata in giurisprudenza ben 5 anni fa. Zero lavoro nel mio campo. Stanca di cercare stage dove comunque non mi hanno scelta, ho fatto il praticantato . Mollato dopo 1 mese perche’ odiavo stare in ufficio tutto il giorno, a paga zero e con colleghe che nemmeno mi guardavano. Un mese orribile. Me ne vado e non mi va di ritentare la pratica,nonostante altri studi mi avessero ricontattata,perche’ non riesco proprio ad accettare paga zero e tutto il giorno fuori per poi fare,anzi tentare,un esame di stato con migliaia di altre persone…insomma un terno al lotto.
Forse perche’ non amo quel lavoro. E penso non mi piace il classico orario di ufficio. Voglio del tempo libero! Esperienza come impiagata,mollo dopo un anno. L’ufficio mi sta stretto. Trovo in studio dentistico,oggi sono assistrnte alla poltrona. Il lavoro mi piace,mi piace muovermi e che cambia sempre gente.
Alcune persone si sono stupite,criticandomi perche’ secondo loro mi sono laureata invano. In effetti ogni tanto ci penso anche io…ma non mi e’ proprio piaciuta la pratica,e in altri lavori nemmeno mi hanno presa perche’ non vevo esperinza,quindi non posso nemmeno sapere se mi sarebbero piaciuti o meno. Mi sono laureata a 27 anni e prima ho avuto un solo lavoro e facevo ripetizioni. Quindi non mi sceglievano in stage o come prima esperienza perche cercavano persone piu giovani.
Il mio lavoro mi piace,anche s ogni tanto penso che una laureata dovrebbe guadagnare di mpiu…poi vedo iol mio datore e le persone benestanti che vengono li e mi sento da meno…non avrei dovuto fare altro? Pero’ a me piace stare a casa,il lavoro part time,godermi gli affetti… Non sono unaspendacciona quindi quel poco che guadagno mi basta. Non ho mai pensato all’estero,salvo ogni tanto per noia e perche appunto mi sentivo da meno rispetto ai benestanti. Ma io amo la mia casa! Il mio sogno e’ restare qui! E’ strano secondo te? Non avere il desiderio di partire,lavorare fuori? Non voler far carriera? Tenere nella teca la laurea in giurisprudenza? Fare l’assistente alla poltrona? Voler lavborare vicino casa? Sognare un giorno di andare a vbivere in un posto semplice e piu’ rurale?
…… Ogni tanto mi sento piena i dubbi..?penso m che ho studiato a fare? 5 anni di universita’.. Nemmeno allora avevbo le ideechiare,scelsi legge perche pensavo fosse molto appetibile e spendibile nel mondo del lvboro (errore) ,non perche l’amassi…ah ed ero brava negli studi,e mi dicevamo che una laurea e’ comunque utile nche se fai altro… Invece mi e’ stata di ostacvolo in molti lavori perche noin ti prendono.
Scusa gli errori di ortografia.a
Non so, gli errori di ortografia soprattutto alla fine mi hanno fatto pensare a un trollone superfake… 😀
Ciao. No,nessun trollone superfake. Ho diversi dubbi,ho trovato questa pagina internet e chiedevo un’opinione, tutto qui.
Le domande finali sono solo domande,nessuna provocazione. Gli errori ,soprattutto alla fine, erano dovuti al fatto che stavo scrivendo da un dispositivo mobile, di fretta, e avevo difficolta’,non avendo la tastiera.
Buon anno
Ok,
allora quello che ti dico è: non essere schiava della tua laurea. E non fare l’errore di pensare che sia inutile. La forma mentis che ti da la preparazione universitaria è preziosissima, sia che tu faccia l’avvocato sia che scelga di fare l’assistente alla poltrona.
Fai quello che ti pace e ti senti se riesci a viverci senza curarti dei “benestanti”. A volte sono solo etichette che diamo noi, le cose viste dall’altra parte spesso non sono rose e fiori…
Buona anno a te!
Grazie! Buon anno!!
Ciao! Mi sento un pò un pesce fuor d’acqua in mezzo a tanti laureati ma tant’è che con i miei diplometti di maturità classica e d’infermiere professionale…ho camminato per vent’anni nel mondo del lavoro e oggi vago nel web cercando conforto psicologico all’idea che ho maturato di lasciare il posto fisso e costruire una nuova “me”. A questo bivio non c’è segnaletica e pur non essendo nuova alle decisioni di portata cosmica…ora tradisco la paura tipica degli esseri umani di mezza età! La sensazione è quella di aver concluso un ciclo, di aver dato tutto quello che c’era da dare. Ho anche ricevuto molto ma sento che l’incanto si è spezzato, anche e purtroppo per i cambiamenti distruttivi che sta subendo il nostro SSN e per l’indifferenza e la demotivazione che regna tra gli operatori. Adesso, a 45 anni, mi sto ponendo la classica domanda che dovrebbe essere rivolta ad un bambino: che vuoi fare “da grande?”. Cacchio!! Mica facile tornare in contatto con se stessi e trovare una risposta. Non dico LA risposta…ma almeno un suggerimento, che so..una passione!! Ah! Una cosa la so! Dopo aver conosciuto migliaia di persone nei momenti peggiori della loro vita, se non in punto di morte….vorrei dedicarmi alla parte “futile” della vita, a regalare un benessere diverso dalla formula clinica…magari qualcosa di effimero, come la bellezza!!! Sarò uscita fuori di testa e magari mi si prospetta un domani tutto in salita ma….la vita è un attimo e non ci siamo più. Chiudo lo sfogo personale e grazie per il contributo esistenziale di altissimo valore umano che ho incontrato in questo spazio! Buona vita!
Ciao Tiziana,
quanto acume e quanta schiettezza nelle tue parole!
Io credo che tu abbia capito tutto anche se ancora ti interroghi sul da farsi.
In bocca al lupo perciò, so che andrà bene!
Ciao Ciccio, bel racconto, mi hai ricordato Fabio Volo 🙂
Domani è un giorno importante, ma poi ti spiego.
Io credo di essere uno dei pochi a fare il lavoro della sua vita. Sono un cantierista per grosse opere pubbliche in ambito trasporti (ora siamo a far danni a Firenze) e mi occupo della parte tecnica relativa alla direzione lavori.
E’ il lavoro che mi piace, nel posto che adoro (io sono del basso lazio ma ho sempre avuto la Toscana nel cuore), con un team che funziona bene come un orologio, pagato molto bene.
Ho imparato in questi 10 anni di lavoro, in cui ne ho anche vissuti 4 di purgatorio…ma lasciamo stare, che un team che funziona fa il bene dell’azienda ma l’invidia dei colleghi, soprattutto quando non sei in sede e non puoi controbattere a quello che viene detto lì da chi vuole indebolire il nostro gruppo.
Io faccio un lavoro scomodo, devo intervenire con anticipo sulle imprecisioni o errori dei progetti in maniera tale che non ci siano impatti sui lavori. Bene, su spinta di un soggetto abbastanza alto in grado, vogliono sostituirmi con qualcuno che fa tutt’altro lavoro. Come dire, tolgono te dalla gestione di un progetto informatico e mettono un laureato in giurisprudenza (a meno di metà prezzo, comunque).
Strilla ed urla da parte mie e del mio capo (che mi supporta, in accordo al direttore di cantiere), domani il direttore della nostra società multinazionale bellissima e perfettissima si pronuncerà.
Se andrà bene bisogna vedere se si tratterà di aver vinto la guerra o una battaglia.
Se andrà male…credo che darò a questa azienda il minimo indispensabile per portare a casa lo stipendio e mi vivrò la vita al 100%.
Oppure cercherò un altro lavoro.
Ma non sarà mai come questo.
Ovviamente, quello che doveva essere il giorno importante di cui parlavo sopra (11 gennaio) si è rivelato un buco nell’acqua.
Nessuno parla.
Racconto di vita giusto (tuo) in un momento di vita giusto (mio).
Grazie!
ps: ma adesso dove lavori???
Salve Ciccio, salve a tutti voi!
Io sono una diplomata prossima ai 40 (marzo pv) che si sta licenziando dopo 18 anni nella stessa azienda. Lavoro in uno studio legale. Impiegata/segretaria che tutto fa e niente le viene riconosciuto.
Sono satura di questo lavoro da almeno 10 anni, ma la mia opera di trasformazione ed evoluzione mentale è stata molto lunga. Ho dovuto lavorare su me stessa come una pazza per riuscire a distaccarmi da tutte quelle sovrastrutture dettate dalla società in cui vivo, dall’educazione famigliare, dai condizionamenti mediatici e da tutto ciò che, alla fine della fiera, ti porta ad essere infelice.
Sono nata come una creativa, brava ballerina, portatissima per il disegno e la pittura, vivace e un po’ pazzerella.
Beh, cos’è rimasto di questa me? NIENTE!!!
Mi alzavo le mattine con le lacrime agli occhi e con una bella depressione latente che mi accompagnava e nessun week-end, seppure lungo o viaggio ormai era più in grado di portarla via da me.
Arrivando al succo, la disperazione mi ha portato a fare quello che non mi sarei mai aspettata di fare: lasciare il mio tanto ambito posto di lavoro con il contratto a tempo indeterminato o, come preferisco chiamarlo io, infelicità a tempo indeterminato.
Sto combattendo con l’azienda e l’uscita da quel posto d’inferno non sarà facile. Ho già perso parecchi mesi così…senza far nulla. Ma forse mi sono serviti a ricaricarmi e a disintossicarmi da quel letamaio pregno di arroganza, grettezza, da quell’ambiente fatto di apparenze dove il denaro era la priorità su tutto e su tutti.
Il mio sogno?
Beh…a sognare in grande sarebbe quello di trovare la strada per avere un mia attività da poter gestire online e girare il mondo.
Location independent. Questo è il mio sogno!
Ma per ora sono riuscita solo a farmi il mio bel corso da gelatiere e pianificare di aprire una gelateria artigianale all’estero.
Il tuo post è stato veramente illuminante, lo lessi mesi fa e ne rimasi colpita. Insomma, eri entrato nei meandri delle mie sofferenze più profonde e senza conoscermi ed eri riuscito a far chiarezza. Tu insieme a tutti gli altri sognatori di vite migliori come me.
Ho paura! Ho paura di non farcela, ho paura di stare male, di dover tornare indietro e subirmi le facce soddisfatte di parenti vicini e lontani che gongolano nel poterti dire: “te lo avevo detto”. Perché in fondo chi, come noi, prova ad essere felice e fa il salto nel buio sta parecchio sugli zebetei (o zibbitei come diciamo noi a Roma!).
Però ormai è fatta, mi tengo la mia paura la impacchetterò insieme alle mie cose ed andrò.
Non ho figli, forse chissà…magari quello che non è successo il 15 anni succede in pochi mesi…
Ho sentito che se restavo qui la morsa di tutta la pochezza che viviamo mi avrebbe stretto soffocandomi irrimediabilmente e che non sarebbe mai successo nulla di nuovo e di bello per me.
Concludendo, credo sia una buona e validissima ragione per fare la pazza e lasciare tutto!
Buona fortuna a tutti!
Un abbraccio…:)
Ps: se hai qualche consiglio da darmi, tu e tutti voi non esistate. Scrivetemi!!!
ciao,
mi chiamo Stefano
come è andata ?
eri Tu quella che voleva girare con lo zaino in spalla ?
Ciao Ciccio,
Anche io come molti altri ti ho trovato quasi per caso durante le mie giornate di lavoro molto ‘proficue’ 😐
Sono entrato in questo sito incuriosito sia dal nome che gli hai dato ( da piccolo il mio diminutivo era Ciccio ) e sia dall’ assenza di pubblicità che non ammette, almeno per me, distrazioni 🙂
Io sono in una situazione, mi pare di aver capito, diverse dalle altre e più simile alla tua ( anche se non ho finiti ancora di leggere tutti i messaggi che ti hanno inviato 🙂 ).
L’unica certezza nella mia vita è il cambiamento.
Lavoro come Consulente IT ( programmatore ) da 4 anni e a breve cambierò, sempre di mia spontanea volontà, già la mia quarta azienda.
Ho sempre ricevuto delle contro proposte nelle aziende in cui sono stato e nonostante già sapessi che non le avrei accettate a priori per ‘curiosità’ me le sono fatte sempre proporre per poi rifiutarle.
Sono stato fortunato ad entrare in questo mondo in quanto non sono laureato e neanche molto brillante; dalla mia però mi reputo una persona molto umile con una gran voglia di fare e di scoprire (uniche doti a mio avviso che nella consulenza possono fare la differenza).
Ho sempre il timore di stare un passo dietro agli altri, sopratutto dietro a quelle persone che hanno avuto un percorso scolastico lineare e brillante al contrario mio in cui ci ho messo diversi anni per finire le superiori facendo, nel frattempo, un lavoro part time…
Per queste serie di motivi cambio continuamente la mia vita ( lavorativa ). Penso però che tu sappia meglio di me che non bisogna scherzare troppo col fuoco ( o meglio con la fortuna ) per il rischio di bruciarsi; ma forse ho proprio bisogno di bruciarmi (perdendo il lavoro) però senza farlo notare a nessuno (quindi con almeno una proposta lavorativa tra le mani).
Ho sempre avuto un piano B ed era ( ed è tutt’ora ) quello di andare in Inghilterra ad imparare l’inglese e a resettare tutta la mia vita ( privata e non ).
Prima ho avuto la scusa che la ragazza non voleva….ed ora ho la scusa del lavoro.
La ragazza non la ho più ed una scusa la ho eliminata ( ma non solo per questo motivo 😛 )…ed ora rimane il lavoro.
Ogni persona con cui parlo di questa mia situazione di insofferenza mi da del pazzo/stolto compresi i miei genitori ( ah..dimenticavo…ho 26 anni ed abito con i miei ) che ogni volta ripetono le stesse cose: un lavoro di questi tempi non si trova…sei negli anni d’oro della tua carriera lavorativa…se ne esci ora non ci entrerai mai più e bla bla bla bla…
L’unica persona che mi sostiene è un mio caro amico che ha fatto la ‘pazzia’ di studiarsi il tedesco per trovare lavoro in Germania…per poi trovarsi ( dopo breve esperienze all’estero ) a fare lo studente in una università vicino Berlino.
Non so cosa fare…sembra facile ma non lo è. La paura di non trovare più un lavoro nel mio settore è tanta dato il mio trascorso scolastico davvero poco performante e l’incapacità di pensare di saper fare un lavoro diverso da questo ( perché infondo mi piace molto ).
Non so neanche io perché abbia scritto tutto questo…forse per fissare dei concetti che mi porti ‘cuciti addosso’ da molto tempo o forse per trovare gente nella mia stessa situazione che, vedendo da occhi esterni la situazione, possa aiutare me e se stessi a trovare la loro strada.
So solo che l’unica strada che mi rende ‘temporaneamente’ felice è il continuo cambiamento che ormai mi sembra quasi normale e non mi spaventa neanche più….
Grazie mille Ciccio per questo tuo punto di riflessione che ci hai messo a disposizione!!!!
Ciao Ciccio, sono capitata qui cercando un supporto nel caso si volesse mollare un lavoro. Cerco di farla più breve possibile, a 19 anni volevo studiare biologia ma mio padre mi ha velatamente consigliato di fare economia perché poi avrei avuto più prospettive( si proprio).Ci metto 4 anni per fare la triennale e direi che sono stata anche brava visto lo schifo che mi faceva. Dopo la laurea lavoro come impiegata in un concessionario ma dopo 1 anno decido di tornare a studiare, per lavorare nelle Onlus.faccio un master e finito il Master lavoro per una associazione, mi piaceva ma arrivato il momento di fare il contratto scelgono il tirocinante a gratis di turno. Io tristissima, da aprile mi sono messa a cercare ovunque, a ottobre mio padre mi fa presente che sta partendo un corso per intraprendere la sua professione :libero professionista, consulente finanziario ecc…io ci provo e vengo presa…da due mesi ho iniziato e da 3 settimane non faccio altro che piangere, ho l ossessione in testa, odio la finanza, l ho sempre odiata e l unica nota positiva è il lavoro da libero professionista ma come si fa a farli decentemente se schifi la materia???ne ho parlato con mio padre ovviamente sono sempre condizionata, dice provaci, tanto non hai nulla in mano, non hai più obiettivi (è anche vero, ho perso le mie passioni nel corso del tempo e pure per le casualità di non trovare nel mio settore), quindi se mollo deludono la famiglia; il mio ragazzo che ha una attività in proprio che va molto bene e si è creato in 10 anni con sudore e fatica, anche se mi vede che sto male. Non so cosa fare ma domani devo salire a Milano per il corso, oggi ho già mal di pancia e la nausea…ho quasi 27 anni e ho perso la spinta che avevo anche solo 1 anno fa…
Martina, resto sempre malissimo quando leggo cose come “ho quasi 27 anni e ho perso la spinta che avevo anche solo 1 anno fa”
Bisogna essere pragmatici, questo si, e costruirsi un minimo di futuro. Ma questo futuro un giorno sarà passato e il rischio è che non sia mai stato presente.
Però, sii quello che vuoi essere e on quello che qualcun’altro vuole o si aspetta che tu sia.
I miei, hanno ripetuto per hanni fai la scelta giusta, studia, diventa ingegnere, il negozio di strumenti musicali è rischioso, il conservatorio è rischioso. Questo però dopo che mia mamma aveva lasciato un lavoro in fabbrica e si era riempita di debiti per aprire una cartoleria.
I nostri genitori vogliono quello che è più sicuro per noi che non sempre è quello che ci rende più felici.
I dico sempre, se finisci sotto un treno e muori, sei morto. E fino a qui di saggezza ve n’è poca. La differenza è che se passi ogni giorno a fare qualcosa che non ti piace, il logorio è lento e rischi di morire senza accorgertene!
E poi hai 27 anni, non lo sai ancora ma hai altre 3 o 4 vite davanti.
Non esiste una scelta giusta, quindi scegli serenamente.
Hai ragione, ma forse è proprio questa società, o i genitori stessi che ti fanno sentire “vecchio” a 27 anni, quando poi mio padre ha iniziato a lavorare a 30 anni (ovvio erano tempi diversi), ma lui la sua serenità se l’è vissuta, noi viviamo nel bel mezzo tra quello che sarebbe giusto fare e quello che realmente sarebbe giusto per noi. Ma alla fine poi ci si logora…il corpo lancia i segnali, e quelli aumentato, si sta sempre peggio, io sono mesi che sto male e mi si dice sempre “guarda come sei ridotta sembri un 80enne”…ma anche noi giovani a 27 anni vorremmo non avere questo peso sulle spalle e sentirci in obbligo di tutto..di essere forti per noi stessi, per gli altri, per tutto ciò che accade..poi ci si adatta, per “disperazione” e inevitabilmente si crolla…grazie per il supporto…
Ma se devi crollare molla!!!
Sei già nuda come diceva Jobs, morirai, non hai nulla da perdere. Il rischio è che arrivi il momento di fare un bilancio e che tu non sia preparata…
E allora fai quello che ti senti, vivi! Anche a me sembri più vecchia della tua età dalle cose che dici.
Ed è un peccato, davvero, perchè da queste poche parole io vedo dentro di te una tremenda voglia di vivere…
Ciao Ciccio… beh sono rimasta piacevolmnte scioccata da ciò che hai scritto! vorrei avere anche solo un pizzico del tuo carattere (anche se non credo si tratti di questo!!) Sono in ufficio, il mio capo come sempre ha un diavolo x capello, ma solo con me…con gli altri mai! Mi ha appena fatto un caxxiatone…a detta sua “dormo”… sai che?! forse è vero..ma è una conseguenza!
TI spiego… ho 26 anni e sono diplomata in ragioneria. Ho iniziato a lavorare 7 anni fa facendo quello per cui mi sono diplomata… se mi piace?? Diciamo di si… mi adatto! il problema non è il lavoro in se’ ma il posto… ho iniziato in una concessionaria di moto, dove grazie a una ragazza molto gentile ho imparato più di quanto mi abbia insegnato il mio prf di ecomonia! i primi 3 anni da apprendista, poi contratto indeterminato…BELLO!!se non fosse che ci siamo spostati con la sede… a 50km di distanza da casa! Sono durata 1 anno…poi ho mollato! Dopo qualche lavoretto così, una sostituzione di maternità… arriva questo lavoro: azienda che fa arredamento (no stile mondo convenienza) bello, tanti colleghi anche coetanei..il capo lo conoscevo un po’ da prima, un tipo un po’ particolare diciamo…(era cliente della concessionaria e amico amico del mio ex capo) quindi ok parto!!! all’inizio non va male, anche se era un’azienda a livello “contabile” incasinata abbestia… ma mi impegno, ci vado anche il pomeriggio (extra orario perchè sono part-time a 25ore la settimana e ovviamente apprendista)…dopo un annetto le cose cambiano…o meglio apro gli occhi! Hai presente “non è tutto oro quello che luccicca?” ecco una cosa del genere… e poi il mio capo… un enorme testa di caxxo, presuntuoso che la mattina passa davanti a te e agli altri tuoi colleghi e saluta tutti tranne te, che non vuole vedermi perchè io non faccio altro che dirgli che c’è da pagare (sai com’è?? mi hai assunto anche per questo!!), quando ho la fortuna di parlarci (sembra di chiedere udienza al Papa) non mi ascolta, mi offende dicendo che non capisco un cazzo, che non so stare qui dentro, non so lavorare; la cosa ganza è che per decidere o parlare di qualcosa che riguarda l’amministrazione ne parla con gli altri (che fanno tutto un altro lavoro) in modo che poi me lo riportino!! Detto ciò.. dopo giornate di pianti, di fegato logorato cerco/provo di farmi scivolare via tutto… nel mentre mi chiama un commercialista di mia conoscenza, mi dice che ha bisogno di una mano e che per ora gli vanno bene i miei 4 pomeriggi liberi a settimana e io accetto. Mi ritrovo con due lavori e la settimana piena. Però questa cosa mi galvanizza da un punto di vista, sopratutto monetario, ma solo i primi tempi perchè tanto anche quello non basta. però mi piace perchè alla fine ho modo di farmi tanta esperienza… anche se non ho tempo di fare nulla, convivo da due anni e come tante persone che lavorano sono fuori casa tutto il giorno…vogliamo sposarci ma ci vogliono troppi soldi; proviamo ad avere un figlio e ci mettiamo all’opera… tutto molto bello ok…PERO’….arrivo a un punto che dico che non ce la faccio più, due lavori insieme sono metalmente stressanti, sopratutto se da un lato ho un capo str..o!Te potresti dirmi di lasciane uno…si giusto… ma visto che la prospettiva è sempre part time qui entra in gioco il mio senso di colpa…nei confronti della persona che vive con me e che si fa il mazzo tutti i giorni per 12 ore al giorno su un camion a scaricare e caricare… Ho trovato il tuo post scrivendo su google “non voglio fare più il mio lavoro”… forse qualcosa è ora di cambiarla…mah!! dico spesso e a battuta che io devo andare a fare i mercati e vivere coltivando l’orto del mio babbo… ma chissà, forse è la scelta giusta per me!! te che dici???
Fiore, la prima notizia che ti do è che sposarsi non costa nulla.
Ma proprio zero, io ho chiamato in comunque e la settimana dopo ero sposato.
Poi insomma, io ho capito nel corso degli anni che i capi fanno gli stronzi con chi glielo lascia fare…
Comincia a rispondergli, vedrai che cambia atteggiamento.
E se proprio non ce la fai più, CAMBIA, HAI 26 ANNI!!!!!!
Non lo sai ancora ma hai tante altre vite davanti…
ciao ciccio,innanzitutto complimenti, sono capitata anche io questo post non per caso .. io sono mamma di un bimbo di quasi 4 anni .. devo compiere 23 anni e mio marito ne deve fare 27 .. lavora solo lui in famiglia ed’è un meccanico navale ..lavora in una ditta .. da parecchio tempo lo vedo stanco preoccupato per il lavoro la paga sempre più in ritardo con acconti che non si sa quando arrivino, lui mi dice sempre che appena troverà qualcosa di meglio mollerà e andrà a fare dell’altro,ma come fa a trovare dell’altro se fa degli orari assurdi , da tempo la notte fa avanti e indietro dal nostro letto va in quello del bambino perchè dice che col bimbo non dorme bene per via che si muove tanto , ma secondo me è anche per altre cose lui non è tranquillo e gli crea ansia durante la notte , lui esce alle 6 del mattino e torna alle 19 di sera a casa .. per via degli straordinari .. e delle volte il sabato gli tocca andare a lavorare quindi noi non ci vediamo spesso , se non la domenica … ma sai se lavorasse fino al sabato e la sera torna tranquillo a casa potrebbe anche andar bene , ma cosi credetemi è stancante , daltronde come fa a lasciare il lavoro con noi da mantenere .. piu che altro il nostro bimbo , sono sicura che se lui si licenziasse almeno una notte senza pensieri la passa tranquillo , ma poi come facciamo a vivere a mantenerci?? come fa lui lavorando cosi tanto a trovare dell’altro … in compenso sto diventando stanca anche io e stressata e non so cosa farci so che la soluzione migliore per noi sarebbe di lasciare il lavoro e andare a cercare altro qualcosa che ti gratifichi , ti piaccia e sei ricompensato , ma con un bambino da mantenere come si fa?? .. con questo volevo solo un po sfogarmi…
Ciao Ciccio, che dire, mi viene da sorridere leggendo questo post,immagino tutto proprio come un film.. i tratti di quello che hai vissuto e provato, molto interessante!..ho letto anche i commenti per capire meglio lo stato delle persone, e devo dire che forse, tu sei quello più simile a me..
Anche io come te ero e sono un musicista, pensavo che un domani sarei diventato famoso!..ma quando mai!!? :)..peró non ho mai mollato, suono tutt ora duro!..in ogni caso questo è il tuo blog, per cui ciccia :)..
Detto questo, la faccio breve, 2 anni che lavoro per questa società, oramai ho 33 anni, continuo a sentire voci che dicono vattene, io sono molto mentale e mi rompo le palle della routine..faccio un lavoro supertecnologico nel mondo delle applicazioni e del web, sono laureato informatica..
Dimmi la verità ..aprire la partita iva e fare il freelance in questo campo, significa darsi la zappa sui piedi?..secondo te?
Il mio capo mi ha detto che mi imbruttiró parecchio a fare il freelance! Dimmi bisogna provare sulle proprie
Peccato che loro saranno i miei primi clienti.. 🙂
In ogni caso domani ufficializzo le dimissioni!..chissà magari vado in paranoia e faccio il nomade, oppure divento un fucking imprenditore…
Proprio non capisco perchè tutte le mattine devo:
A) prendere il treno(1 ora)
B) camminare fino l’ufficio per 15 min(ci sta, qualche gnocca e un pó di moto fa bene)
C) lavorare con psicopatici che non sanno perchè sono li, ma sopratutto, di che cosa stiamo parlando ? Aaaa è software!!
D) tornare a casa (vedere A)
E) oddio ma perchè devo uscire sempre di notte per fare tutto??ma che cazzo sono un vampiro?
E così via fino a venerdì..mi sembra tutto finto cazzo! Scusate la mia volgarità..!
anche se ho preso una decisione un pó triste, contratto indeterminato, ottimo stipendio, ma non so ..mi chiedo sempre, perchè devo passare la mia vita in ufficio? ..per cui lascio il lavoro da programmatore per tornare a vivere..ammetto di non avere figli, fidanzate ecc..vivo da solo, la mia è una routine che mi rende schiavo, forse voglio una pausa per capire chi cazzo sono..ora sento altre voci che mi dicono sei proprio un coglione a lasciare il tuo lavoro con indeterminato ..e vabbè, la mente ti inganna..ma oramai la decisione è stata presa!
Grazie Ciccio!
Ciao. Sono capitata qui per caso: ho un tempo indeterminato, lavoro da 1 anno in quell’ufficio opprimente. Domani darò le dimissioni, non è più possibile rimetterci in salute.
E
Ciao. Sono capitata qui per caso: ho un tempo indeterminato, lavoro da 1 anno in quell’ufficio opprimente. Domani darò le dimissioni, non è più possibile rimetterci in salute.
E’un PESSIMO periodo, ne sono consapevole, ma ho necessità di un cambiamento. Ora.
Leggendo il tuo blog non mi sono sentita “sola”.
Grazie.
Ciao
Ciao Ciccio. Anche io ho letto con molto interesse il tuo articolo. Sono anni che cerco risposte sul da farsi nel mondo del lavoro e nella vita. è da 5 anni che lavoro come responsabile in azienda ed è 5 anni che mi chiedo perchè non cerco altro. L idea di lasciare un indeterminato nella tua città , soprattutto in sicilia dove il lavoro è un optional, mi ha sempre spaventato. Ma non ho mai avuto la forza per cercare altro con determinazione. Forse perchè ho dato un occhiata sempre nell’ambito dell ingegneria e dell’industria e non ho trovato alcuno stimolo. In questi giorni ho preso delle decisioni cercando di tenere a bada i miei demoni. 2 mesi fa sono diventato papà e con la mia compagna abbiamo deciso di rilevare una piccola cartoleria. Io ho comunicato in azienda che andrò via. Forse riesco a beccarmi la disoccupazione. Inizierò una nuova avventura, una attività minuscola rispetto a quella che lascio, ma almeno mi dedico a qualcosa di mio. So che non sarà semplice, perchè in questo periodo aprire una attività è un terno al lotto. Molti mi prendono per pazzo, i piu cari sono preoccupati, però solo io so come mi sento ogni giorno in azienda. Spero di fare la scelta giusta. Tra qualche mese vedremo.
Ciao a tutti,
Voi almeno avete lavorato. In 29 anni di “vita” , io ho vagato e navigato come se la vita fosse un oceano. Infatti, mi ritrovo a quasi trent’anni senza esperienza professionale a non saper dove andare se non tentare strade equiparabili alla vittoria del superenalotto.
Ho lavorato quando si sono presentate raramente le occasioni. Vivo in una piccolissima realtà e sono semplicemente diplomato.
Come ha detto qualcuno: bisogna sbagliare per vivere!
Ho scritto poche righe in una delle tante notti insonni cercando di smorzare l’ansia per il futuro, ma, soprattutto, di cosa fare e quale lavoro è adatto a me. Credo che non avrò mai queste risposte e mi toccherà fare ciò che Dio mi farà fare. Spero qualcosa…
Ciao Ciccio… Torno sempre qui..
Ho 25anni e da 4 lavoro come part-time in un colosso alimentare che va da nord al centro. Esselu..
Ho una bimba di 11 e la mia compagna non lavora.. Adesso mi è stato proposto un lavoro da direttore in un discount con 9mesi di prova.
Ovviamente i dubbi sono tantissimi. Ho sempre voluto lasciare il mio posto da indeterminato per cambiare perché sento che lì non ho futuro.
Ma adesso, la casa, la famiglia che mi sono creato mi bloccano e ho paura a lasciare il posto fisso e pensare che, forse, dopo i 9mesi di prova mi ritrovo a casa senza lavoro.
Che fare?
Tutti mi dicono di non lasciare il posto fisso.. Ma non è quello che farei io..
Dammi un consiglio ti prego.
A presto.
Andre
Ciao ciccio,
Ho 26 anni, 6 anni di lavoro in un salumificio a tempo indeterminato, buono stipendio, lavoro sotto casa e colleghi perfetti. Ma niente non riuscivo ad accontentarmi,dai tempi delle superiori avevo in testa di andare ad aprire una gelateria in Spagna e metterci passione in un lavoro tutto mio. Avevo alti e bassi, ultimamente più bassi che alti, ma anche con l’aiuto di questo sito mi sono deciso. Domani parto, e difficile lasciare tutto e tutti qua ma mi sento già un pò più vivo di prima.
Grazie
rileggo sempre i tuoi post e mi si confondono ancora di più le mie idee ( che in realtà non ben chiare)
Ho sempre voluto cercare di godermi al meglio la vita viaggiando e scoprendo il mondo.
Ho 25anni, una compagna e una bimba di 11 mesi di cui ne siamo orgogliosissimi.
La mia ragazza non lavora quindi viviamo solo con il mio stipendio e arriviamo senza soldi a fine mese.
Detto questo caro Ciccio, sono ormai mesi se non qualche anno che non sono più contento del mio lavoro part time in un colosso della gdo.
Sempre le stesse cose, le stesse persone è ormai non ho più stimoli. Cercar di far carriera vorrebbe dire mettere una brandina nell’azienda e viver li, con la schiena piegata tutto il giorno.
Mi è stato offerto un lavoro da direttore x un altra azienda 40ore. Adesso cosa dovrei fare?? Lasciare il posto fisso o provare a lanciarmi ?
A me è sempre piaciuto cambiare, ma adesso, con una figlia è diverso.
Non so proprio cosa fare. Licenziarsi sarà la cosa migliore? Non lo so.
comunque grazie per questo tuo stupendo blog!
Ciao Ciccio,
ho letto il tuo post con molto interesse e alla fine del post mi sono chiesta…lavorerà ancora per quell’azienda? Argomento che è meglio.
Il post sembrava parlare di me, sebbene le tempistiche siano un po’ diverse: 1 anno e dimissioni, 3 anni e mezzo e dimissioni, 1 anno e mezzo e dimissioni, 1 anno e mezzo e dimissioni…adesso è quasi un anno e voglio dimettermi. Tra una cosa e l’altra mi sono messa in tasca qual buon 30% in più ma il problema non sono i soldi o il solito capetto di turno, ma la consulenza IT che, in tutta onestà, fatico molto a concepire come un vero lavoro. Il fatto è che non viene fuori altro e nel frattempo tra un contratto e una dimissione rischierò di ritrovarmi sotto un ponte. (Non che ci siano dimostrazioni evidenti, ma pare che una volta date le dimissioni, il rischio di finire sotto un ponte aumenti esponenzialmente con l’età..). In definitiva, sembra tu abbia trovato la tua pace, troverò la mia pace? C’è gente che lavora nella stessa azienda da che io giocavo con i peluche. Questo mi fa pensare a gente in pace…
Mentre scrivevo, ho rivolto lo sguardo ai miei peluche. Dannazione…sto per varcare la soglia dei 40 anni e ci gioco ancora..La metafora dei peluche non è calzante nel mio caso.
Grazie per il post! Molto bello…davvero bello
Mi piace tutto quello che dite e condivido lo stato d’animo delle persona intelligenti ma ora io sono combattuto perche’ a 52 , dopo 26 anni di servizio e non aver mai pensato di cambiare azienda , mi trovo con la possibilita’ di cambiare azienda per una offerta che prevede un contratto vantaggioso economicamente e faccio fatica a decidere; a dire il vero sono anche molto scazzato dalla mia azienda che non mi premia opportunamente per i risultati che negli ultimi anni garantisco con ottimi margini ma penso sia semplice innamorarsi di una bella proposta di lavoro quando sei disamorato dalla tua azienda e dalla tua attuale situazione di lavoro poco gratificante e con pochissime motivazioni a mantenere la stessa verve commerciale nel lavoro .
Da sempre ma ancor piu’ negli ultimi anni con la crisi che imperversa gli Istituti bancari riconoscono aumenti economici solo a chi deve confermare ruoli che pochi vogliono ricoprire di responsabilita’ sempre crescenti e agli amici degli amici o ai pochi eletti sponsorizzati a dovere da questo e da quello.
Fino ad oggi pensavo che chi non ha santi in paradiso nelle aziende ma lavora duro per garantire sempre ottimi risultati prima o poi venisse gratificato -come sempre ripeteva il mio vecchio e saggio padre: tu lavora a testa bassa e vedrai che un giorno sarai gratificato perche’ sono i numeri quelli che contano non le chiacchiere- ma purtroppo non e’ cosi’ ; le aziende non premiano sempre i migliori quelli con i migliori numeri negli obiettivi raggiunti ma quelli nei confronti dei quali devono rimanere creditori di qualcosa o perche’ devono poi chiedere a chi sponsorizza e chiede loro di fare qualcosa per tizio o caio e cosi’ si alimentano gli intrecci di interessi personale tra i poteri forti quali massoneria,opus dei ,chiesa,politica e amicizia ecc..
ConsigliAMI O DIMMI UNA PAROLA IN PIU’ CHE POSSA AIUTARMI A DECIDERE.
GRAZIE
Ultimamente mi trovo in uno stato perenne di sospensione tra spensieratezza e crisi nera. Forse perchè sono più di 3 anni che ho un lavoro nel settore delle assicurazioni, non è affatto male eh, sono a 4 minuti a piedi da casa, uno stipendio fisso più alto di quanto io spenda (ho 22 anni e vivo con i miei, quindi nessun affitto e spese per i generi di prima necessità), tutto comodo nulla da dire. Forse perchè ho una fidanzata meravigliosa da quasi due anni a questa parte che a volte fa la psicopatica (quale donna non lo è). Sinceramente non capisco perchè ogni tanto mi trovi ad essere triste della mia vita, so di essere giovane per fare questi pensieri ma ho visto troppi film per non avere già malinconia della mia giovinezza. Il fatto è che la mia fidanzata, 18 anni, finita la scuola vorrebbe partire per il mondo e fare esperienza, tipo imparare lingue, conoscere gente, visitare posti. Chiunque alla sue età avrebbe fatto questo pensiero, anche io li ho fatti. Il problema è che dopo 3 mesi dagli orali e qualche curriculum mi è stata sbattuta in faccia la proposta di un contratto di apprendistato di 3 anni (ora sono a tempo indeterminato) e ho pensato che con la crisi che c’è sarebbe stato da stron$i non accettare. Dopo aver conosciuto l’ambiente, il capo e i colleghi (a dire la verità è solo uno), mi sono accorto di non avere più interessi, di arrivare la sera alle 19 a casa stanco e svogliato come una gatta vecchia e sovrappeso che tenta svogliatamente di scacciare una mosca in una calda gioranta estiva. Ora ho questa opportunità di seguirla e provare a vivere il sogno americano, anche se la meta sarebbe l’inghilterra, e cambiare totalmente aria, lasciare il lavoro che tanto mi pesa ma che tanto mi da tranquillità (economicamente parlando), questo mi terrorizza. Mollare tutto per rischiare di non trovare nulla? sarei pazzo ad accettare, eppure qualcosa dentro di me, evidentemente non abbastanza forte, mi spinge ad andare all in e seguire il cuore, seguire lei. Io sono follemente innamorato di lei, ma ho una paura fottuta di non riuscire ad adattarmi al di fuori del mondo che ho imparato a conoscere. Ora ho stabilità, serenità, qualche tribolazione certo ma la troverei in qualsiasi lavoro, ho i miei amici, la mia famiglia. L’idea di lasciare tutto quanto mi balena per la mente qualche volta, e diventa più insistente con l’avvicinarsi dei suoi esami di maturità. Quello credo che sarà il momento in cui una decisione dovrà essere presa, in cui non si potrà più aspettare. A.A.A cercasi consigli disperatamente! so che sono giovane e potrei fiondarmi in un mondo nuovo e ricco di mistero, ma l’idea di lasciare quello che ho creato in 3 anni mi rattrista. Se qualcuno potesse darmi un pugno in testa e farmi capire ciò che realmente voglio è libero di farlo. Grazie in anticipo per il bernoccolo 😉
Un saluto, Fabio.
Fabio,
ma cosa vuoi avere costruito in tre anni????
Dovrai lavorarne non so quanti ma tipo 40… una goccia nel mare.
Quello che devi sapere è che a 21 anni qualunque scelta è quella giusta.
Devi fare quello che ti senti, non quello che ti impongono gli altri.
Se quello che ti senti è avere tranquillità e sicurezza e qualche sfizio in più, resta.
Se la tua ragazza ti ama capirà, si adeguerà insomma sono decisioni da prendere in due.
Se parte e ti lascia, non è quella giusta per te, oppure si ma non è il momento, il luogo.
Però se solo hai dei dubbi, vai!
Non hai niente da perdere.
A morire senza aver vissuto come volevi sei sempre in tempo 😛
Mi piace questa tua schiettezza, avevo bisogno di un consiglio da qualcuno di esterno dato che tra amici e familiari ognuno mi dice solo ciò che loro vorrebbero per me, e non sono sicuro che siano buoni consigli. abitando in un paese in montagna sono abituato alla mentalità chiusa e ristretta, forse prendere aria di un altro posto potrebbe farmi bene. valuterò sulla base di tutto.
Grazie mille Ciccio, mo sei stato di aiuto.
Fabio, capisco bene quello che dici ma pensa che io alla tua età non lo feci, per stare con un ragazzo che non voleva e ora che partirei anche domani gli anni sono passati per i miei genitori i miei nonni e c è sempre più bisogno di aiuto. E con la crisi che c è ho perso il lavoro quindi è ancora più uno schifo. Non puoi sapere come andrà il tuo lavoro fra qualche anno e magari ti ritroverai a rimpiangere la scelta, ma so che non rimpiangere i di aver seguito l’amore della tua vita, viaggiato visto altri posti e perché no, magari ritrovare la spensieratezza tipica di quell’età! Pensaci seriamente, te lo dice una “vecchia” che ha soli 27 anni ma se tornasse indietro…non hai nulla da perdere, per me solo che da guadagnare…pensaci poi chiaro che è una tua scelta 🙂
Grazie Martina. prenderò le vostre parole come oro e vedrò di dami una svegliata. se anche prendessi la decisione “sbagliata” potrò rimediare 🙂
Assolutamente, una infinità :)!!!! Ricorda che ci sono persone che lo fanno anche a 40 anni di reinventarsi e andare via 🙂
Il fatto è che non sono sicuro di avere la decisione e la forza di volontà di lasciare la mia comodità
Certo ma infatti ognuno ha il proprio carattere, per questo almeno prova a pensarci, poi segui ciò che senti dentro non sei obbligato:)
Hai ragione! Io lo sto facendo a 40 anni e 2 figli. Sto mollando un lavoro a tempo indeterminato che non mi piace soprattutto per la mancanza di rispetto personale e lavorativi. E mi rimetto in gioco e lascio la mia cara Sicilia. Scelta giusta? Solo il tempo lo dirà ma mi sento viva e motivata a fare qualcosa per me.
Alla tua età non esiste decisione sbagliata ????
Spero che al momento di prendere una decisione il mio istinto non mi tradisca. grazie mille per questa confidenza, mi è stata utile.
Vi auguro ogni bene, siete delle brave persone.
Stella sono in Sicilia. Non lascio questa regione anche se non è la mia ma sto per lasciare il mio stabile impiego per gli stessi identici tuoi motivi. 38 anni. Due figli. 30 anni di mutuo e moglie disoccupata. Dire che mi tremano le gambe é poco la la spinta propulsiva nel buttarmi nella nuova avventura è di una violenza inaudita… e ho paura.
Chi non risica non rosica …
La solIta frase del menga: dillo ad un uomo di 50 anni che ha perso il lavoro e non sa dove andare a parare.
Uomo con famiglia. Io ne ho 29 e sono emarginato dal mercato del lavoro e non so che fare. Inutile chiedermi se ho passioni oppure no perché non voglio e non ho interesse di trasformarle in lavoro. Vorrei solo lavorare e non trovo.
Io sono nella tua stessa condizione, non.è uns.frase del menga
Io non ho mai scritto nulla a nessuno; non ho feisbuch tuitter e supercazzole varie. Mi sono ritrovato casualmente a leggere la tua analisi e i commenti delle persone, le loro angosce e speranze. Sono nato nel 1969 e di cose ne ho chiaramente viste, fatte e perse. Volevo capire se questa deriva della nostra quotidianita’ verso il caos e l’annientamento fosse solo una mia percezione, troppo eccessiva per il carico emotivo nel quale sono immerso, oppure si trattasse di un quadro generale drammatico molto piu’ del dovuto. Comunque ti scrivo per farti i complimenti per l’esposizione data. Credo che soprattutto nel mondo del lavoro ne vedremo ancora delle belle, e siccome al peggio non c’e’ mai fine, questa classe imprenditoriale non e’ in condizioni di ripartire ma solo di sfruttare lo sfruttabile con le loro unghie intrise del fondo del barile. Ma non volevo dirti questo, volevo farti i complimenti. Bravo. E come dicono gli attaccatearpalo, dipende………inzomma fino ad un certo punto pero’. Bona Cicciooooo
Sono un pazzo che cera risposte in rete. Mi piace il tuo articolo ed ira vado a leggere in motivi per non lasciare il mio attuale impiego. Non mi dilungo perché mi sgama il capo ;-D ma effettivamente ci sarebbe moltissimo altro da dire ma che sarebbe comunque inutile a rispondere alla domanda: “che diavolo mi conviene e fare? ”
Ciao,
Alessandro
Ciao, leggo tardi questo post perché “mi sento” – sono? – pronta solo ora a fare le mie scelte, il mio cambiamento… Dopo 9 anni passati a lavorare come contabile (non sono laureata) lascio tutto per andare in Inghilterra (un applauso visto il tempismo perfetto…) a fare la ragazza alla pari… Di anni ne ho 29… Non proprio una ragazzina.
Non so se è la cosa giusta, ma bla, bla, bla…
Complimenti per il blog! Scrivi molto bene 🙂
Annalisa
Ho la tua stessa età e sto combinato come te. Non mi presero nemmeno come ragazzo alla pari, anni fa anche se qualcosa si stava muovendo.
In bocca al lupo!
Ciao CiCCIO, sembra che inviti alla logorrea: sarò breve.
Dici che la vita è un viaggio e non una meta. Banalità poco banale che condivido appieno. Così come quando dici che il futuro non esiste. Ma qui non sono proprio in linea: penso al futuro di mio figlio (10).
Il viaggio io, papà, lo sto facendo in piedi vicino al cesso (ricordi, semmai l’hai preso, il Nizza-Palermo?) e ho pagato il biglietto di Prima Classe…
Ciò che è peggio è che nessuno dei viaggiatori, ultimamente, ha voglia di parlare…
Ciao a tutti, assurdo come un post di tre anni fa continui ancora a farsi commentare. naturalmente non li ho letti tutti altrimenti il capo mi becca. vi racconto la mia esperienza. ho 33 anni (laurea specialistisca e master) lavoro da 2 anni e mezzo per la grande distribuzione (contr. indeterminato pre jobs act). prima collaboravo con una società di consulenza( che figata che era).
i miei attuali boss li conosco da tanto tempo (siamo amici) e al tempo mi fecero una proposta di lavoro, “inizi a fare questo che poi dobbiamo implementare quest’altro”. dopo due anni sono fermo ancora al “questo”. Stipendio di merda, e non è cambiato nulla. ora davvero non so che fare, mi fa paura sicuramente il futuro, loro continuano a dirmi che il mio compito sarà fare a breve “quell’altro” ma io mi sono rotto i maroni.
Stima e invidia … mi sarebbe piaciuto leggere tutti i commenti (purtroppo non ho nemmeno letto per intero il post) ma è troppa “robba”. Non è questione di capo, sono le 4 del mattino degli ultimi scampoli di un periodo di ferie estivo che ho voluto concedermi dal 1 agosto fino al 5 o 6 settembre e non so se tornerò in ufficio! Anzi, in questo momento della giornata in cui i desideri si confondono con i sogni, so che non tornerò. Passata l’aurora, però, vedrò più chiaramente e prenderò consapevolezza che non potrei avere prospettive di altri lavori ne in proprio ne come dipendente, 17 anni della mia vita lavorativa per la stessa azienda e l’incapacitá/posibilità di mette a frutto questi anni vissuti (non gli anni trascorsi in azienda!). In questi 17 anni sono riuscito solo a prendermi una fettina di azienda diventando socio ma sono anche riuscito a far naufragare il mio matrimonio (colpa mia perché quando si pensa di rispondere ad una diffusa insoddisfazione cercando di percorrere i corridoi di quelle sliding doors con un palese ritardo, vai a sbatterci su quelle porte, e dimostri l’immsaturitá emotiva (la fragilità a voler essere indulgenti)).
Eccomi io dunque … un altro granello di sabbia nella risacca dello sconfinato tempo.
So long ….
Accidenti Vincenzo…
dai delle belle indicazioni… spesso spendiamo del tempo ad imparare a leggere la mappa per poi scoprire che… non c’è nulla dove vogliamo arrivare.
Non sai quanti conosco che hanno sacrificato cose per altre per poi arrivare a chiedersi se alla fine è stata la scelta giusta… per fortuna la vita continua e finchè c’è la salute, sembra banale ma è così!
Io ho speso 10 anni della mia vita per cercare di imparare un mestiere nonostante abbia cercato anche altri lavoretti. Collegandomi alla tua riflessione, vorrei dirti che se dmani ricevessi l’occasione di quanto sognato, bramaTo e desiderato fino ad ora, nn credi sia la strada giusta. Ora come ora, mi andrebbe bene un posto fisso cambino totalmente rotta. Tutto ok, se non fosse che ho quasi 30 anni.
Sei un grande, e scrivere un post per motivare le persone lo è ancora di più.
Spero che questo bellissimo messaggio arrivi a molte persone, e che le incoraggi a scegliere la felicità.
“If you do what you’ve always done,
you will get what you’ve always got”
Grazie.
Ciao
Grazie del bel commento!
io volevo solo raccontare la mia esperienza mai avrei pensato di incoraggiare ad essere felici.
Sarebbe super!!!
Ciao Ciccio…grazie per aver scritto questo post fantastico, avevo bisogno di leggerlo! 🙂 Ho cambiato lavoro solo un anno e mezzo fa, dopo 3 anni nella stessa azienda. Non ero felice e così ho pensato di cambiare. Peccato che abbia scelto un’azienda competitor, per cui mi sono ben presto resa conto che le dinamiche sono sempre le stesse: trasferte inutili, orari di lavoro disumani, poca meritocrazia…E ora vorrei cambiare di nuovo! Ho 30 anni e ho il timore di dover ripartire da zero, ho il timore di “buttare via” quello che ho fatto fino ad oggi, ho paura di non avere più chance, che l’unico lavoro che mi è consentito fare è quello che sto facendo. La paura di non essere in grado di realizzare i miei sogni mi porta a restare ferma dove sono e continuare a percorrere una “strada sicura”, sebbene non sia quella che vorrei percorrere. Consigli / commenti / critiche sono ben accetti da tutti! 🙂 GRAZIE!
Ciao Strega 😀
Non ti è mai successo di stare con qualcuno per tanto tempo e, giunta al termine la storia, restarci comunque per paura di buttare tutto il tempo trascorso insieme?
E’ così stupido se ci pensi… e comunque l’abbiamo fatto in molti.
Non butti nulla, anzi non saresti in grado di affrontare cose nuove se non avessi quelle vecchie alle spalle!
😉
Ma perché non rispondi mai al sottoscritto?
Ciao Ciccio post molto molto interessante. Ho 34 anni e tre bambine piccole. lavoro nel sociale con dei turni allucinanti (giornate lunghissime/ notti/ fine settimana e festività compresi). Mio marito sta schizzando. ogni volta devo smuovere nido/ asilo/ scuola/ nonna uno/ nonna due /magari qualche zia. Di certo non è la vita che sognavamo e sto pensando sempre più prepotentemente di licenziarmi. Solo che abbiamo un mutuo da €1000 e la cosa è un po’ spaventevole… sto cercando un lavoro part time ma non è così semplice così sarei tentata di rimanere a casa (con il TFR resisterei un anno circa con questo stile di vita) e nel frattempo cercare perché come dici tu se non si cambia qualcosa di certo non si può muovere nulla di nuovo.
ti sto consultando un po’ come si fa con un oracolo per sapere il tuo parere… Io sopra a tutto voglio stare con la mia famiglia.
Grazie e complimenti per il blog!!
Francesca
Francesca,
stare con la mia famiglia è stata la leva più grossa, quella che alla fine mi ha spinto a decidere.
Ero a Londra, vicino a Waterloo station, dietro il London Eye, al 30 piano di un Hotel di lusso.
E guardavo via Skype mia moglie e il piccolo di un anno che gattonava sotto l’albero di Natale.
Mi stavo perdendo tutto, per la carriera, i soldi.
Il giorno dopo ho dato le dimissioni.
Anche noi avevamo un mutuo 1190€ al mese.
Marta era in allattamento e poi in part time e poco dopo è rimasta incinta della secondogenita.
Non potevamo andare avanti come prima.
Abbiamo dovuto fare economia su tutto e… ci siamo accorti che vivevamo con 10, potevamo vivere con 5.
E forse anzi le cose erano più vere.
Meno cose ad inquinare…
Per quanto puoi sostenere la situazione?
Il problema è che crediamo il tempo non passi mai fino a quando non è passato sul serio.
Non lasciare che accada.
Ciao Ciccio, grazie per la tua risposta! Ti aggiorno sul fatto che questa mattina ho dato le dimissioni. Tra un mese sarò (felicemente) disoccupata. Al momento mi sento un po’ folle, e un po’ saggia..
Non so cosa mi riserverà il futuro, probabilmente anche tempi duri, ma sono pronta ad affrontare tutto, sicura che la scelta di privilegiare la famiglia non è mai sbagliata.
Grazie perché la tua risposta mi ha dato il coraggio di buttarmi!
Francesca
Questo credo sia il miglior Blog mai letto in vita mia!!!! Mi ha fatto respirare a pieni polmoni questo articolo! Vorrei raccontarti brevemente la mia esperienza, sono una ragazza di 27 anni, laureata alla Bocconi, a 23 anni trovo lavoro in UK, per 2 anni, lavoro molto buono, quello per cui avevo studiato, ma che nella pratica non mi ha dato le soddisfazioni desiderate, e un ragazzo, il mio attuale a casa, con una sua attività in studio da geometra ben avviato e con tanto lavoro da svolgere. La distanzia inizia a starmi stretta e anche il lavoro, la città, la solutidine, nel frattempo si ammala mia mamma e io via, in Skype che soffrivo, perché non ero lì con lei, con la famiglia, con il mio ragazzo. Torno a casa, la gente non capisce, pazza con un lavoro a Londra, ma io non potevo più stare li. Il lavoro nemmeno mi appagava totalmente. A casa, nella mostruosa Italia da cui tutti mi vogliono far scappare anche adesso, stavo meglio, lo studio del mio ragazzo riesce ad assumermi come contabile part-time con uno stipendio da parte time quindi non chissà che(lui libero professionista), posso stare con mamma, con lui, in barba alle cazzate perenni della gente “ma con i tuoi studi ti riduci a fare questo?”..me ne frego e vado avanti, collaboro tantissimo con agenti immobiliari della zona, per puro piacere le accompagno nelle trattative, a vendere case, e mi appassiono a questo lavoro, che tanti definirebbero per stupidi ma in realtà, se vuoi essere bravo, bisogna essere molto preparati e anche solo avere un carattere socievole, aperto ad ascoltare le persone fa la differenza netta ( in tanti anni a cambiare case ho potuto notare la differenza tra uno capace e uno no, ma ho capito perché la categoria viene vista male data la tanta maleducazione in giro). Frequento il corso senza dire niente a nessuno e passo l’esame, perché ci tenevo. Ora, a me e il mio ragazzo è venuta l’idea di proporre nel suo studio già avviato insieme a ingegneri, geologi, architetti, la mia figura come agente immobiliare…secondo te quali sono state le reazioni generali? Ti faccio una breve scaletta:
– Già hai rinunciato all’estero per un lavoro di merda vuoi andare a farne uno ancora più di merda (per me è bellissimo)
– Il mercato immobiliare è morto farai la fame ( Molti la fanno; ma molti che ho conosciuto stanno bene,hanno aperto altre agenzie ecc…dipende appunto dalle capacità come ti dicevo)
– Lavoro autonomo adesso con le tasse in Italia? Sei pazza, arriverai a guadagnare il minimo sindacale per vivere.
Il fatto è che queste cose le ho lette in forum specializzati, ma la realtà a me ha mostrato altro
– Come dice il mio ragazzo, hanno tanti contatti essendo uno studio riconosciuto e se riuscissi a fare bene potrebbe essere anche una bella collaborazione.
Le tasse si; sono quel che sono, e le critiche all’affrontare il lavoro autonomo sono quelle che ricevo in maniera spropositata…per non parlare del “ma perché non vai all’estero?”
Diciamo che il mio ragazzo mi sostiene molto, ma leggendo le tue esperienze mi pare che tu sia una mente molto aperta, da cui ricevere un ulteriore consiglio sicuramente molto utile :)!
Ti ringrazio per il tempo a leggere la mia storia
Elisa
Scusa, non ho fatto una premessa. Perché no l’estero. Perché ho vissuto un anno in Spagna durante l’Università e mi mancavano gli affetti, in un periodo sabbatico in Africa un anno (prima di conoscere il mio ragazzo, in mezzo al nulla, con poco mangiare, poco e niente per vivere ma penso sia stato l’anno più bello della mia vita, in una riserva naturale di recupero e riabilitazione di animali). E dopo l’esperienza in UK quando ho deciso di tornare a casa mi offrono appena arrivata un lavoro in Germania. Ma per dire che io ho girato, e forse sarò poco matura, ma in quel momento vedere mia mamma era fondamentale per me, e anche adesso, e vivo in collina in un paese vicino alla città, ma a misura d’uomo, dove ci si diverte con poco, c’è la natura, compagnie di amici, coppie, con cui condividiamo semplici uscite e ci divertiamo tanto. Rispetto a quanto mi sentivo fuori dall’Italia…e so benissimo tutti i problemi che ci sono, ma forse non basta poco? Come mi bastava in Africa? Come basta ai tuoi amici musicisti? Io ne conosco 2, campano di quello, hanno figli e case come dici tu!!!
Una domanda che mi faccio e a cui do una risposta ? Avresti paura magari un giorno di tornare come i tuoi nonni a vivere per mangiare? La mia risposta è NO, c’erano valori che ora non esistano più….
Ciao Ciccio,
ho letto con molta attenzione quello che hai scritto e ti faccio i miei complimenti per la forza che hai e per la tenacia 😉
Ti espongo il mio problema ho 36 anni e lavoro da ben 6 anni in una grande società , che dire durante questi 6 anni aumenti 0, poche soddisfazioni, è difficile emergere!
anzi ci son state delle diminuzioni(cassa integ), però tutto sommato il baraccone regge, poi gli orari son tranquillissimi (8 ore tonde tonde).
Tempo fa ho ricevuto una offerta di lavoro allo stesso stipendio!! beh ho rifiutato! ,
ma pochi giorni fa ne ho ricevuta una altra da una azienda internazionale ma
la sede di lavoro è in italia, con un incremento di stipendio di 2000 euro lordi annui(un pò pochini)
Bene sono indeciso!!! mi preoccupano gli orari che potrò fare (magari li si lavora 10 ore al giorno).
e in più non sò se sono in grado di reggere le pressioni forse perchè mi sono adagiato e arruginito in questi 6 anni.
Al 90% andrei ma c’è quel 10% che mi frena, poi aggiungi anche il jobs act… Che faccio mi butto?? me la rischio??? che mi consigli?
Grazieee
Il mio commento è scomparso?
Direi di no…
Condivido il blog che hai scritto. Non puoi negare che essere un ingegnere ti ha aiutato non poco a licenziarti e a cambiare lavoro diverse volte perchè avrai sempre nuove alternative e riceverai sempre nuove offerte. Io ho inviato 2/3 volte il numero di curriculum che hai scritto tu, avuti 2/3 colloqui, sono disoccupato in cerca di un lavoro e mi arrangio con altri che mi pagano una miseria e sono costretto a stare zitto. Quindi in conclusione bisogna valutare a 360° quanto hai scrtto.
Eh si, questo sicuro conta molto, cercano solo quelle figure ora….
Non sono d’accordo… nei posti seri cercano soprattutto chi sa cosa gli piace e cosa vuole fare sempre meglio. Questa è la garanzia per non sprecare soldi quando assumi. Sia in cucina, che in ospedale che alla NASA o alla sartoria sotto casa.
Purtroppo ai giovani si paventa un po’ troppo il miraggio dei soldi e troppo poco lo stimolo a migliorarsi che costa fatica. Tu infatti nonostante grandi guadagni… hai sempre cambiato. NOn è il lavoro il fine, quello dev’essere sempre considerato un mezzo. Usato male fa solo sprecare tempo e invecchiare senza potersi godere i soldi a palate che si fanno. Inutile no.
Ciao Ciccio!
Bel post, carico di speranza.
Vorrei condividere con te e i tuoi lettori la mia situazione. Lavoro in una multinazionale da soli due mesi, con contratto a tempo indeterminato, ho 25 anni e questo è il primo lavoro della mia vita, ottenuto dopo l’unico curriculum inviato. Quasi contemporaneamente all’assunzione ho ricevuto una proposta di lavoro a Pechino (ho una laurea magistrale in cinese) da parte di una signora conosciuta per caso durante uno dei miei viaggi in Cina, proprietaria dell’azienda in cui FORSE andrò a lavorare. Unico, ma enorme problema, è ottenere un visto lavorativo in Cina senza avere esperienza: la buona “vecchia” mi ha chiesto quindi di recarmi in cina con un semplice visto turistico, per poi provare (sottolineo, provare) a mettere le carte in regola. Finora non ho mai avuto paura di rischiare né di fare scelte importanti anche a cuor leggero, ma questa volta, la paura di lasciare un lavoro certo per la totale incertezza mi spaventa un po’… o forse è solo l’amarezza che provo per essere consapevole di trovarmi nel bel mezzo della via che mi sono trovata a percorrere…
In quella multinazionale non diventerai ricca, non farai carriera semplicemente perché verso i 32-35 anni al più tardi ti verrà voglia di fare un figlio. Se non fai questi salti a 25 anni quando li vuoi fare? Con i tuoi studi restare in Italia adesso… è un po’ assurdo.
Io ho 42 anni, una laurea nel turismo, ma corsi professionalizzanti nel disegno Cad e altro… conosco l’inglese e ho un compagno che come me non vuole figli. Lavoro per una multinazionale negli impianti gas e oleodotti. Ho raggiunto un buon stipendio e ho una casa mia. Ti vedi così in futuro? Non credo. Fai le tue esperienze, il lavoro sicuro ci sarà sempre per chi sa cosa vuole.
Non vorrei dare un’idea sbagliata io sono molto contenta del mio presente.
Ciao
Ciao a tutti… Ciao Ciccio…
Non so perchè mi trovo a scrivere qui, non ho un lavoro da lasciare, ma ho letto il post tutto d’un fiato e mi è venuta un’irrefrenabile voglia di scrivere.
Ho 28 anni,laureata in Economia e Commercio, sono legata alla mia terra ed agli affetti che ho qui e sono fidanzata da 9 anni. Un amore bello, forte e puro, nato il primo anno di Università. Lui dopo la triennale è andato fuori regione per la magistrale ed è in seguito rimasto a lavorare lì, ed io rimasta qui perchè ho da sempre saputo ciò che volevo fare. I miei genitori hanno uno studio di Consulenza Assicurativa e Fiscale, uno studio avviato di questi tempi è molto, non ho mai sopportato che i loro sacrifici andassero persi.
Ho lavorato per un anno presso un Commercialista ed un anno presso un CAF, e chiaramente sono stata nello studio dei miei per circa due anni, ma la mia aspirazione era di aprirne uno tutto mio in un posto non molto distante.
Il mio fidanzato ha sempre cercato di spingermi su da lui, seguirlo, trovare lavoro lì e stare insieme, ma non ho resistito per più di quattro mesi, durante i quali ho cercato lavoro ma con scarsi risultati ed il mio pensiero fisso era che lì stessi perdendo solo tempo.
L’idea di scendere per lui sta diventando sempre più difficile, ed anche se io credo con tutta me stessa che sia lui la mia metà… Perchè ho messo sempre le mie scelte avanti a tutto?!
Da due settimane mi ritrovo nel mio nuovo Ufficio, quello che ho sempre desiderato di aprire, nel posto in cui l’ho da sempre immaginato, è presto per tirare le somme, eppure sento che manca qualcosa… manca lui… mi sono concentrata su me stessa, ed ora che mi trovo qui, sento i rimorsi che mi logorano, la mia testardaggine nel non voler seguirlo…
Ma quand’è che capiamo se la strada intrapresa è quella giusta??
Sono in uno stato confusionale, proprio adesso che credevo di aver messo ogni pezzo al posto giusto…
Forse sarebbe peggio seguirlo e poi nei momenti “no” rinfacciare di aver lasciato il proprio sogno per una persona che non lo ha mai apprezzato davvero.
28 anni non sono niente…. Le condizioni non saranno mai perfette. Hai fatto 10 anni così… farai 10 anni in un altro modo ma sarete sempre voi se lo vorrete. Però penso che se non c’è più spontaneità nelle scelte ma ci si sente un po’ costretti, sai come si dice:
amare non è guardare uno negli occhi dell’altro ma guardare entrambe nella stessa direzione e quindi… le vostre mi sembrano diverse. Parlatene.
Ho 42 anni e 4 dimissioni alle spalle 😉
Eh si un po’ per forza un po’ perché ho bisogno di sentire che non ho paura di ricominciare punto a capo…. poi ho capito che non si è mai davvero punto a capo, però ho capito anche che le persone aventi la capacità di riconoscerlo si contano sulla dita di una mano.
Però visto che sono sorda sono stata davvero fortunata o sempre tempestiva. Il problema non era mai il lavoro ma sempre le persone… Finchè non capirò che la persona più problematica sono io 😀
Grazie per il blog ciaooooooooooo
Caspita.. mio marito dovrebbe leggere questo blog. AADopo febbraio Dopo 20 anni di lavoro ha preso il coreggio di licenziarsi. Da anni viveva uno stato di tensione che lo ha logorato accentuando scatti di rabbia nelle situazioni di stress. “Grazie alla crisi” che ha portato ad ritardi di pagamento dello stipendio si è li dimesso usufruendo della disoccupazione. M subito ha avuto diverse proposte x lo stesso ruolo. Ha accettato quella piu conveniente dal punto di vista logistico (abbiamo tre bimbi piccoli e lavoro anch’io) ma di nuovo si ripresenta lo stesso problema di incapacità a sostenere lo stress lavorativo. Oggi presenterà nuovamente le dimissioni dopo aver firmato un contratto a tempo indeterminato 5 giorni fa.. Mi ha detto: mi dispiace, ho fatto finta andasse meglio ma non è così. Da una parte sono angosciata x cosa succederà…ma da un’altra spero che trovi la sua strada. Non rieco più a Vederlo depresso, senza fiducia in se stesso. Ora ha accettato di fare qualche colloquio con una psicologa per sostenerlo. Si sente in colpa anche grazie ai giudizi della gente che dirà: come si fa a lasciare un posto di lavoro a tempo indeterminato in questo periodo?? Ma morire dentro non è certo vivere…Grazie a tutti per aver riportato le vostre esperienze. Mi fa capire che devo sostenere ancora di piu mio marito in questa scelta!
Dopo aver detto quali erano le cose che non riusciva piu a gestire i suoi capi gli han chiesto di rimanere due settimane x gestire le ultime pratiche. Ma il giorno dopo si sono presentati con un’offerta nuova. Rimodificare il suo ruolo in modo da togliere quelle situazioni di stress. Chiusa una porta si è aperto un portone…una nuova strada da percorrere…mi auguro possa funzionare!! Ciccio..ho visto il nuovo post suggerito… e non mi ha deluso…tu racconti la tua esperienza..uno spunto su cui riflettere! .non ci sono regole x la felicità… ma quello che mi sento di consigliare è che se la vita sta cambiando in modo negativo a causa del lavoro delle domAnde bisogna porgersele!!
Ciao Ciccio, invece di dormire mi fai postare alle 3.00 AM tanto mi è piaciuto il tuo blog 🙂
Molte somiglianze nelle nostre vite. Musicista (chitarrista), iscritto alla SIAE come autore e compositore ecc. Mollo tutto appena laureato in Ingegneria delle Tlc. Cambio tantissimo (LinkedIn riassume) e soprattutto lascio un’azienda da paura per seguire un sogno. Apro un’azienda in Romania, poi la vita lavorativa accelera, provo anche l’Albania, ma inchioda quando nasce mio figlio: e allora “Todo depende…” e cambiano le prospettive.
Unica riflessione che però faccio il 14 novembre 2016 (purtroppo amara) è che anche se da una parte non cambierei niente di quello che ho fatto, soprattutto perché tutto ciò che fai rende te stesso quello che sei oggi (?) e perché se non fossi tornato in Italia non avrei vissuto il magico viaggio della crescita di mio figlio, dall’altra parte è davvero dura con i contratti attuali e il panorama italiano cercare un minimo di sicurezza economica e una professione soddisfacente. Non li ho mai cercati, non mi sono mai accontentato, ma il panorama è cambiato tanto e per attualizzare il blog, piu’ che i 5 motivi per cui ci si dovrebbe licenziare, occorrerebbe scriverne un’altro sui “5 modi per trovare un lavoro stabile, in linea con il proprio profilo e pagato correttamente così da avere la libertà di potersi licenziare” 🙂
In bocca al lupo
Mauro
Grande Mauro,
mi sono letto volentierissimo la tua risposta!
E da quello che dici e racconti sono sicuro che avrai grandi soddisfazioni (in ogni campo)
Magari ci troveremo per una suonata chi può dirlo 😉
Rock on!
Max
Grandi emozioni! Sono libero professionista dal 1/10/16 e mi sto cag**ndo sotto ogni giorno che passa, ma come mi diverto non lo sa nessuno!
Primo mese chiuso con x4 dell’ultimo stipendio da dipendente ed ora sono al binario 11 della stazione per un viaggio che potrebbe annientarmi o spararmi nell’iperspazio; all-in!
Buon divertimento a tutti
In bocca al lupo!
Grazie 🙂