Sempre per la serie: “Veramente Falso”
Qualunque cosa pensiate della foto qua sotto, un’informazione vi manca: è fasulla.
O meglio, non è uscita così dalla macchina.
Cambia qualcosa? A che punto si ferma il processo creativo? Quando finisce la foto?
Quando poso la coppia? Quando scelgo l’inquadratura e i parametri di scatto? Quando premo il pulsante? Quando l’ho scaricata in tre posti diversi?
Quando ho corretto i livelli? E se tocco saturazione e ombre?
Oppure dipende da quanto li tocco?
O magari finisce appena me la sono immaginata?
Passate sopra con il mouse per vedere com’è uscita dalla camera e com’è arrivata qua sopra. Il dialogo è aperto, che ne pensate?
Una volta ho letto di un fotografo che diceva che le foto andrebbero sempre ritoccate, almeno nel colore, perché è impossibile che le macchine fotografiche riproducano esattamente quello che vede l’occhio del fotografo. E comunque l’occhio di chi guarda vedrà sempre diversamente dall’occhio del fotografo.
Insomma: tutto è relativo e la neutralità non esiste. Viva Photoshop.
Very beautiful photo! I like the lighting and cloud, you are a very professional photographer!
Cristiano ha ragione sul fatto che molte volte l’occhio umano vede una cosa e dalla fotocamera vien fuori altro e quindi il passaggio attraverso photoshop pare obbligato…per molti è obbligato per consegnare un lavoro ad effetto.
Personalmente ritengo che un matrimonio o comunque un evento importante debba essere raccontato attraverso le immagini. Credo abbia la funzione di far ricordare alle persone che c’erano quella giornata e di farla vivere a quelli che non c’erano.
Ecco quindi che personalmente trovo il ritocco di una foto una pratica che va bene fino a che sia asservita a mostrare la realtà per come la macchina fotografica non può, ma oltre questo limite (dove in pratica sconfinano tutti) si finisce per raccontare di tutt’altra storia. Un mondo perfetto: posti con cieli di un blu intensissimo, verdi inimmaginabili, persone senza rughe o difetti, adoni per un giorno. Un figlio che vedesse questi album penserebbe che il mondo si sia accanito contro di lui perché prima che nascesse il mondo era perfetto, mentre ai suoi occhi è tutto tanto diverso…ah dimenticavo molti fotografi si definiscono artisti!
Bella foto! A fare la super pignola si potrebbe essere più “minuziosi” con timbro, cerotto e soci.. ma è bella.
Io penso che qualsiasi mezzo sia valido, se al servizio di un’idea! Un matrimonio non è un susseguirsi di eventi, ma un susseguirsi di emozioni, ed è questo ciò che dovrebbe finire nell’album, non un catalogo invitati con foto segnaletica; nelle foto di Massimo questo c’è sempre! E se per raccontare emozioni, idee e contenuti, serve photoshop..ben venga! L’immagine deve impregnarsi del mood di quella giornata e ricordarlo negli anni, la sola macchina fotografica non è abbastanza e la fotografia digitale si compone anche della manipolazione in post-produzione.
Le tue foto mi piacciono sempre moltissimo!