42 – Un mondo ordinario e un dietro le quinte.

Bene,
anche a sto giro ci siamo arrivati e sono 42.
E per un sacco di versi fa molta più impressione che 40 o 41.  Mamma mia sembra solo una decina d’anni fa che ne avevo 32.

Vabbè. Vorrei dire che parecchie cose sono cambiate col nuovo anno e con la nuova età ma ormai la mia vita è così: un continuo cambiamento.
Marta è tornata al full time e quindi io mi trovo a fare il mammo e il casalingo. Questo vuol dire che dalle 7.30 alle 9.30, finchè non li scarico ai rispettivi asili, sono di proprietà esclusiva dei due dinosauri . Ho tempo poi fino alle 16, prima che si riapproprino di ogni mia risorsa, muscolare e finanziaria, per concentrare in 6 ore quello che prima facevo in 10. Lavatrici incluse.

Il cambiamento più grosso è però anche il più silenzioso. Senza che succedesse nulla infatti, alle 00:00 del 1 gennaio sono passato in regime fiscale ordinario. Doveva accadere prima o poi e sa da una parte è una cosa positiva in quanto significa che i risultati ormai sono consolidati, dall’altra significa due cose che possono togliere il sonno al più placido dei sognatori: tariffe più alte del 21% (o ricavi inferiori della stessa % o un mix delle due cose) ed il temibilissimo studio di settore.

Com’è, come sarà ve lo dico l’anno prossimo.

Per il resto, sono uno che ha lasciato un lavoro a tempo indeterminato, in un periodo di crisi, per mettersi in proprio, in una professione che molti dicono destinata a sparire (ma io non credo): insomma ci vuole ben altro per spaventarmi. (avrò eventualmente tempo per ricredermi e ci vorrà un video per rendere la faccia terrorizzata)

E queste le cose inutili.

Ora siccome un blog che parla di fotografia non ha senso senza una foto, ecco un bel dietro le quinte con la relativa spiega:

Usare il flash in pieno giorno e in esterni richiede il corretto bilanciamento fra luce ambiente e luce flash (che colpirà verosimilmente solo il soggetto)
Ogni parametro va scelto attentamente, le combinazioni sono infinite ed altrettanti i risultati. Le possibilità di differenziarsi da tutti gli altri ci sono quindi:-D

Tenete presente che il livello di esposizione dell’ambiente, colpito da luce continua, quella solare, è influenzato da tempi, aperture, sensibilità.

Il livello di esposizione del soggetto invece, colpito dalla luce del flash, è influenzato da apertura e sensibilità MA NON DAI TEMPI, sempre presupponendo che la luce ambiente non sia sufficiente ad illuminare correttamente il nostro soggetto.
Si lo so che non è semplice da capire, soprattutto all’inizio. Ma se ci pensate, la durata del lampo del flash è talmente breve che qualunque tempo utilizziamo, sarà ampiamente sufficiente  a consentire che il lampo faccia il suo mestiere e si estingua.
Provate ad esempio a staccare il flash dalla fotocamera, impostate un tempo lungo tipo 4 sec e un apertura tale da sottoesporre tutto di almeno due stop. Durante l’esposizione mettetevi davanti l’obiettivo e sparatevi il flash con una potenza a caso sul faccione. Se non avete esagerato con apertura e potenza, dovreste vedere voi stessi esposti in una certa maniera. Provate a rifare il tutto con un tempo di 8 sec. magiamagia, stesso livello di esposizione.

Quindi si tratta a tutti gli effetti di fare due foto: una all’ambiente e una al soggetto.

Spegnete quindi ogni tipo di luce artificiale.

Scattate esponendo per l’ambiente fino a che non avete il livello di esposizione che preferite.
Ricordatevi però un vincolo importante: a meno di usare sistemi proprietari non potrete salire oltre la velocità di sincronismo della vostra fotocamera, tipicamente attorno a 1/250 sec. Per tempi più veloci le tendine dell’otturatore cominciano a inseguirsi e vi ritrovate una bel rigone nero sulla vostra foto.

In luce diurna questo può essere un problema perchè se troppo intensa, non potendo salire coi tempi, saremo costretti a chiudere il diaframma con due conseguenze devastanti (vabbè diciamo solo spiacevoli):
1)chiudendo troppo il diaframma, il flash rischia di non farjela più, soprattutto se usiamo flash a slitta con potenza ridotta. Se jela fa lavorerà comunque a piena potenza mangiandosi le batterie e impiegando tempi di riciclo elevati. Se servere cogliere l’attimo, 5sec. sono uguali a +infinito.

2) amplieremo di molto la profondità di campo con effetto compattina tutto a fuoco.

Quindi, scegliamo il tempo più veloce che possiamo cioè la velocità di synch (1/200 sec nel mio caso)

Settiamo poi l’apertura desiderata. Se questa è troppo piccola (cioè il diaframma è troppo chiuso)  abbiamo ancora una possibilità,  quella di abbassare gli ISO fino al livello più basso o comunque sufficiente ad aprire il diaframma di quanto vogliamo. (ISO 100 nel mio caso).

Se ancora non basta c’è poco da fare: o ce la teniamo così o riduciamo la quantità di luce che entra nella fotocamera in qualche modo ad esempio CON UN FILTRO ND. Ma questo è tutto un altro film. Morale della favola f/4.0, abbastanza da avere a fuoco tutto quello che mi interessa del soggetto e tale da avere un bello sfuocato dello sfondo ( anche grazie alla focale lunga, 150mm e alla distanza dello sfondo dal soggetto)

Parlando della lunghezza focale, gli zoom ci hanno impigriti dibbestia. Stanno alle fotocamere come il telecomando alla televisione. NON E’ LA STESSA COSA scattare da vicino con un grandangolo o da lontano con un tele. Anche se il soggetto occupa la stessa porzione di inquadratura. Anzi soprattutto se il soggetto occupa la stessa porzione. Provateci se non mi credete e poi fate oooohhhh.

Bene, ora che avete impostato tutto per l’ambiente accendete il vostro flash.
Dove regolare a questo punto la potenza dello stesso. Se usate un sistema proprietario come TTL di Canon o CLS di Nikon, potete provare a lasciare fare i ragazzi. La maggior parte delle volte potrebbero anche azzeccarci. Tenete presente però che i meccanismi che flash e fotocamera utilizzano per valutare l’esposizione sono soggetti agli stessi problemi che si hanno in assenza del flash. Quindi se il vostro soggetto ad esempio è controluce ed occupa una piccola porzione di inquadratura o se all’interno dell’inquadratura è presente una sorgente luminosa molto intensa rispetto al resto come una lampada o un lampione, il lampo potrebbe non essere sufficiente ad illuminare correttamente il flash.

Potresti compensare incrementando il valore della potenza flash, sia dalla fotocamera con l’apposita funzione chi dal flash stesso con uno dei milioni di tastini se sei abbastanza iniziato da aver letto (e capito) il manuale del flash.

Oppure, ancora una volta come senza flash, utilizzare il blocco dell’esposizione… ti avvicini al soggetto, premi l’asterisco (o chi per esso) e magicamente vedi un lampo del flash: serve a macchina e flash per valutare il lampo corretto.

La soluzione migliore e quella che consenta anche di ottenere risultati costanti è quella di usare il flash manualmente in maniera che, una volta fissato il valore desiderato qualunque cosa includiamo nell’inquadratura saremo sicuri  del risultato.

Uno svantaggio rispetto a TTL o CLS è che, soprattutto se usiamo una luce off camera, il flash non è in grado di assorbire eventuali spostamenti del flash dal soggetto e viceversa.

In realtà la posizione della luce rispetto al soggetto E’ LA PRIMA COSA DA STABILIRE.

Questa non influisce solo sulla quantità di luce ma anche e SOPRATTUTTO sulla qualità!
Infatti più allontaniamo la sorgente luminosa dal soggetto più questa produce ombre dure cioè nette e marcate. Questo non è necessariamente il male assoluto, dipende dai gusti e dal risultato che vogliamo ottenere. Personalmente un naso che proietta l’ombra della piramide di Cheope sulla guancia del soggetto è una cosa che NON VOGLIO. E quindi non solo ammorbidisco la luce principale con qualche forma di diffusione e che aumenti la dimensione della sorgente ma tendo ad avvicinare quanto più possibile la sorgente al soggetto in maniera da aumentarne la cosiddetta DIMENSIONE APPARENTE.

Per intenderci il sole è una sorgente luminosa enorme ma è talmente lontana che produce ombre nette e marcate, se abiti nella triste e grigia pianura Padana è un test difficile da fare altrimenti esci a mezzodì e guarda sull’asfalto che ombra produci.

Quindi la posizione della luce va scelta PRIMA di regolarne la potenza.

C’è da aggiungere un’altra cosa sulla qualità della luce. La qulità dell’hardware che utilizziamo si SENTE! E si vede. Le differenze tra un flash a batteria con generatore come l’Elinchrome Ranger Quadra utilizzato in questo caso e un Canon Speedlite 580 EXII si vedono tutte e non solo in termini di potenza (400ws vs circa 100ws cioè due stop di differenza) ma in termini di qualità. La luce del Quadra è molto più uniforme, come distribuzione e come temperatura e in generale… migliore, non saprei esattamente dire perchè.

Ecco quindi in foto la fida Nadia che posiziona la luce principale sul soggetto. Dietro Federico fa da stativo umano per un Canon 580 EXII con due gelatine 1/2 CTO e 1/4 CTO per staccare il soggetto dallo sfondo con cui si confonderebbe visto anche il colore dei capelli. Le gelatine servono per matchare la temperatura colore dello sfondo e simulare l’effetto del sole al tramonto, rendendo più verosimile il tutto.

Entrambi le luce sono controllare con i rispettivi radiocomandi, skyport per il Quadra e  pocketwizard FlexTT5 (uno sotto il flash, uno sotto il 580) per il Canon.

Lo skyport consente di regolare la potenza dal telecomando. I pocketwizard consentono la regolazione tramite il controller AC3 che va sulla slitta del Flex che però in questo caso era occupata dallo skyport (si, uno sopra l’altro, funziona alla grande) e quindi ho dovuto mettere il flash in manuale e usare solo il comando di scatto dei PW. Questo è un tipico caso in cui la luce del flash diretta verso la camera può trarre in inganno  l’esposimetro e falsare il valore del lampo.

Questo è quanto, spero di essere stato chiaro ma se hai domande spara!

Se poi ti è piaciuto, pensi possa essere utile a qualcuno o semplicemente vuoi evitare che ti escano i brufoli, condividilo a manella!!!

8 commenti su “42 – Un mondo ordinario e un dietro le quinte.

  1. Bravo, sempre scritti molto bene i tuoi post, interessanti, utili e divertenti.
    Una domanda, ma credi che avresti ottenuto un risultato molto diverso usando un altro 580 al posto dell’elinchrome?
    Nel senso, questo oggettino non è proprio economico, usando un 580 e un 430 ho sempre ottenuto un buon risultato, così mi chiedevo se fosse davvero così necessario.

    Poi un giorno ce lo dirai come hai iniziato, un post del genere me lo gusterei davvero 😀

    ciao
    Gabriele

    1. Gabriele, diciamocela tutta: tante cose le vediamo solo noi che stiamo da questa parte della macchina fotografica.
      Quindi per rispondere alla tua domanda, necessario? Assolutamente no.
      Una volta vista la differenza potrai farne a meno? Hmmm… io ne faccio spesso a meno ma soprattutto per motivi di praticità, la differenza la vedo tutta!!!
      Lo sai che il post arriva 😉

  2. Auguri da un altro Capricorno, che oggi compie 48!!

    Per un ignorante come me, il post è troppo tecnico, ma le tue foto dei matrimoni sono eccezzionali.

    A quando una location in Sardegna?

  3. Mattia,
    credo non gli Odin non li ho mai provati ma ne ho sentito parlare benissimo insieme ai RadioPopper. I colleghi d’oltreoceano usano questi ultimi e di solito c’azzeccano…

  4. Ciao Ciccio,

    Grazie della risposta celere, a questo punto volevo anche chiederti, se imposti il flash in manuale, il valore desiderato lo trovi a tentativi o c’è qualche metodo più veloce per arrivare alla soluzione dell’arcano?
    Solitamente nelle chiese come lo imposti il flash, lo tieni in manuale o ti affidi al TTL?

  5. No. Cioè ni. Io uso i pocketwizard con il controller AC3. Da quest’ultimo posso decidere se mettere i flash in ttl o manuale e controllarne la potenza.
    A seconda delle occasioni decido. Ad esempio quando le condizioni cambiano (ad esempio il soggetto si avvicina o allontana dal flash) in manuale potresti non avere risultati consistenti. TTL assorbe queste variazioni.
    In chiesa di solito ttl e FEC.

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