Poco tempo fa, una coppia di ragazzi in studio. Come a volte accade, manca un anno al matrimonio ma lei non vede l’ora di avere l’album tra le mani, lui al massimo vorrebbe il mio collo quanto jene frega e tanto mi vede con un segno meno sul totalone matrimonio.
Poco male, succede a volte. Lui però è combattivo, si vede che la Juve ha perso la sera prima, ha preso la multa, l’ha aggredito un faggiano.
Insomma attacca con un tema che spesso molti tirano fuori quando parliamo di fotografia e cioè che le foto non devono essere costruite ma il fotografo dovrebbe limitarsi a riprendere la realtà, senza alterarla ne influenzarla.
Io purtroppo qua dissento sempre… e di solito mi attiro le ire dei puristi del “reportage” o del “fotogiornalismo”, due termini che vanno alla grande oggi (se vuoi puoi aggiungere “Street Photography” e sei apposto)
Se parliamo del matrimonio, le cose sono forse più complesse e molti approcciano in questa maniera perchè nell’immaginario collettivo il fotografo di matrimonio è uno piuttosto fastidioso, quello che era davanti quando si scambiavano gli anelli, tagliavano la torta, lanciavano il boquet, che ti dice mettiti in ginocchio giacca a spalla, rosa tra i denti lei che ti mostra la giarrettiera. Là, di fianco al covone o davanti al pozzo col carretto siciliano. Ok, ok, come dare torto a quello sposo.
Dando per scontato che NON E’ IL TIPO DI FOTOGRAFIA CHE PREDILIGO, e che tendo a posare il meno possibile i miei sposi, che male c’è a “costruire” una foto?
Alzi il mouse chi di voi non ha mai fatto un’autoscatto come questo:
Sono piene le nostre macchinette. Non abbiamo forse costruito l’immagine? Non abbiamo forse posato per noi stessi? Non ci siamo forse e addirittura detti: “Sorridi”?
Probabilmente sono le foto migliori, quelle che vi ricordano un momento, una persona, un’emozione. Foto fatte perchè volevate farle, perchè aveva senso farle.
E allora perchè dovrebbe essere un crimine per un fotografo costruire un immagine? Chiaramente l’abilità del fotografo sta tutta lì, dando naturalmente per scontata tutta la parte tecnica (che comunque oggi qualunque scimmia col manuale della fotocamera è in grado di padroneggiare con un po’ di pratica).
Ottenere un sorriso è infinitamente meglio che chiedere un sorriso: il primo sarà spontaneo, naturale, il secondo fasullo, artificiale.
Detto questo, torno abbomba al succo della questione: la foto può (se non DEVE) essere costruita. Spostiamo il soggetto. Innanzitutto dove c’è la luce migliore (ma vorrei aver detto una banalità qua). Poi dove c’è sfondo, dove c’è qualcosa che ci aiuti a raccontare cosa sta accadendo, dove quello che compare all’interno dell’inquadratura ci aiuti a raggiungere il nostro obiettivo. Chiediamo al cameriere che fuma di togliersi da dietro, spostiamo l’estintore. Certo, se riusciamo a farlo sparire cambiando inquadratura, pensiamoci. Il compromesso è nostro amico. Quando invece i vincoli diventano troppi o tropo stringenti, interveniamo.
Modifichiamo eventualmente la scena. Il bimbo che state fotografando ha una bella maglietta blu? Perchè non stendere sull’erba il telo giallo che abbiamo bel bagagliaio? Cosa ci fate con un telo giallo nel bagagliaio?
Beh insomma il succo è chiaro. Ed è altrettanto chiaro che ogni volta che interveniamo per modificare la realtà, mettiamo sul piatto il rischio più grosso: quello di perdere contatto col soggetto, di annoiarlo, di scordarci della parte più importante. Ma questa non deve essere una scusa per limitarci. Anzi deve essere un motivo di miglioramento.
E vai con le foto del caso:
Quoto.Assolutamente.
“Ma ti porti in giro quel mega Flash per fare delle foto di compleanno???? Ma daaaaii vengono belle anche con l’ i-phonzie, e poi sono pure più naturali.”….
Come se “naturalmente” vedessimo tutto giallo come da dietro una bottiglia di Ceres!
ecc.. ecc..
Insomma il vero problema di chi le foto non le fà, pardon “crea” è che non si rende conto che quasi tutte le migliori immagini sono il frutto di una precedente preparazione. Non si rendono conto che la bravura di un fotografo stà in tutto ciò che avviene prima di afferrare la fotocamera.
La fotografia è lo strumento che al momento, più si avvicina alla riproduzione della realtà. Ma non è la realtà, non lo è mai stata ne mai lo sarà. Come non lo è un dipinto, come non lo è una canzone, come non lo è una parete di mattoni o una torta all’amarena.
In ogni caso io non sono nè un esperto di etica, ne un fotografo, tanto meno un cuoco.
Eppure…torta all’amarena…mmmm…solo al pensiero…ma sarà abbastanza naturale???
Ciao
Hai reso bene l’idea e mi hai anche fatto fare due risate!
Io le foto costruite le adoro. Le foto sono come il dipinto per il pittore giusto? e allora quante occasioni ha avuto il pittore di ritoccarle. Quindi gestire la luce, ogni elemento che c’è attorno, l’espressione dei soggetti: per me tutto deve essere perfetto. Ma per delle foto di nozze forse prenderei la strada di mezzo. Mi spiego: il fotografo di matrimonio deve avere la doppia abilità di costruirsi la foto, ma senza farlo sapere ai soggetti… difficilissimo!
Complimenti per le foto e per come scrivi!