Quando hai 20 anni dici cose come: “quel signore di 40 anni”. Se non ti esce la parola “vecchio” è perchè i tuoi, che comunque ti sembrano vecchi, ti hanno insegnato che è poco rispettoso. Non riesci nemmeno ad immaginare te stesso a quell’età. Riesci tuttalpiù ad immaginare che sarai prossimo alla pensione o che avrai ormai finito di vivere veramente.
Poi un giorno ti rendi conto che sti 40 arriveranno e cominci vagamente e poco scientemente a prepararti. Magari semplicemente ti iscrivi all’università. Ti cerchi un lavoro, poi provi a migliorare, a guadagnare di più ad avere più possibilità di carriera.
Cerchi di capire dove vorrai lavorare e quindi vivere. E quindi butti l’okkio al mercato immobiliare.
Pensi ad un fondo pensione integrativo, ti compri un diesel.
Ti fai una cerchia di amici, di conoscenze, di affetti.
Cerchi insomma di costruire una certa solidità, il tuo futuro.
Se sei partito da fondamenta solide sei in una botte di ferro. Hai pianificato tutto, per bene, seguendo i consigli di mammà, papà, la tele, il governo, il vaticano, la scuola, il tuo capo, gli amici e il consulente globale Mediolanum. Il tuo futuro è tranquillo, sereno e sicuro.
Corcazz, passatemi il latinismo.
Hai vissuto per 35 anni nello stesso paese dove hai famiglia, affetti, amici. Hai studiato, la facolta che ti dava maggiori sbocchi, ti sei cercato un lavoro sicuro, ben retribuito, quello per cui hai studiato, non troppo lontano da casa. Ti sei fidanzato, hai sbagliato poi ancora e poi ancora. Come tutti. Poi ti è sembrato che ci avessi preso, hai pensato fosse colpa tua e ti sei adeguato pensando che è così e se non ti adegui non c’è felicità.
Hai pensato che era ora di mettere su famiglia, perchè era ora e non perchè lo sentivi.
A questo punto della storia, hai un appartamento, un automobile, un lavoro, un piano di accumulo del capitale. Hai un giubbotto firmato. Non c’è ancora iPhone altrimenti ce l’avresti.
Poi.
Poi arrivano le cose che non puoi controllare. Arrivano le cose importanti. Che non potevi sapere quanto fossero importanti perchè non le avevi mai vissute. Belle e brutte, magnifiche e terribili.
Arrivano la malattia, quella peggiore, quella altrui. Il dolore, la morte. Marò, non voglio fare il melodrammatico, non è proprio da me. E’ giusto per far capire.
In tre anni la tua famiglia sparisce. Sparisce quella che avevi pensato avrebbe potuto essere la tua compagna per sempre. Con lei spariscono le vaschette del ghiaccio e le racchette da neve.
Ti rendi conto che quelle che avevi dato per certezze IN REALTA’ NON ERANO TALI.
Poi arrivano le cose belle. Quando ti aspetti il nulla arriva un amore che non ti aspettavi e non avevi mai provato prima. Lo so che sembra così retorico… ma io di marta non mi stufo mai. Lei mi manca sempre. E’ migliore il tempo che passo con lei di quello in cui sto da solo. Boh, riparliamone tra una 30ina d’anni, io sono fiducioso.
Arriva la vita che, non dico cancella la morte, ma le da così tanto senso e dignità.
Dentro di te qualcosa cambia, per l’ennesima volta. Forse non in meglio, spero non in peggio. Ma ancora una volta è uno scossone alla tua scala di valori. E’ tutta una serie di aggiustamenti attorno al punto di equilibrio, un equilibrio sopra la follia direbbe Vasco.
L’altro giorno li ho compiuti questi benedetti 40. E anche se da 39 cambia poco, il numero fa un po’ impressione. Pensavo che a un certo punto della mia vita avrei dovuto fare un bilancio e 40 mi sembra una bell’appuntamento lungo la via. Che bilancio dovrei fare a questo punto? La mia vita è ricominciata daccapo, per l’ennesima volta.
Ho fatto delle scelte. Scelte importanti nel momento in cui le ho fatte. Adesso le vedo semplicemente come scelte. La vita va dove deve andare e anche se credo fermamente che siamo noi a darle una direzione, poco possiamo contro la grandezza degli eventi (e questa da dove ‘ho presa?)
A 40 anni ho deciso di fare una scelta. Stare un po’ con la mia famiglia, godermi il tempo, la risorsa più preziosa (qualcuno stava per dire “denaro”?)
Ho deciso di fare una cosa che pare vogliano fare in altri 300.000. Potevo eventualmente pensare ad un Chiringuito a Kingston town che l’era istes. Non mi interessa. Voglio provare, non tanto per la passione che ho per la fotografia. Io vivo di passioni. Poteva essere musica, ma anche la pizza. Anche quando facevo il sistemista lo facevo con passione (facevo il sistemista?) Voglio vedere, esplorare, capire. Voglio conoscere un mare di gente, capire cosa pensano gli altri, crescere, imparare da loro. Voglio fare 1000 ritratti prima di morire. Voglio capire che alternative ci sono, se ce ne sono. Voglio vedere se ci, MI hanno detto tutta la verità.
Eventualmente ritararmi, tornare indietro, a metà strada, vediamo. Non temo il fallimento, un po’ di più temo dover tornare a lavorare in una città che odio. (no, odio non va bene, non odio niente e nessuno, “odio” è una parola che… odio. Ma ancora una volta è per consentire al lettore una corretta comprensione del contesto. Mavacagà ciccio…)
Preferisco chi prova e fallisce che chi dice che non si può fare. Meglio fallire in qualcosa in cui credi che avere successo in qualcosa che odi ( di nuovo?!)
Si può fare? Si può non vivere in automobile e/o sprecare il proprio tempo in meetings? (questa era proprio banale, sorry)
Vediamo, seguite CiCCiO.iT per un paio d’anni ancora, forse meno, poi ve lo dico. Dalla scrivania del mio studio alle 4 di mattina mentre scarico delle memory card o dal cubicolo di un ufficio mentre cazzeggio su Facebbok.
Che altro aggiungere?
Ah si, auguri CiCCiO, at ze propi veg!
Mamma mia come ti capisco, 40 appena compiuti e stessa voglia di mettere il punto (o almeno il punto e virgola).
Riconsiderare la propria vita a tappe è un bell’esercizio, ma molto pericoloso perchè ti espone al giudizio più severo di tutti , il proprio.
Spesso penso a te ed alle tue scelte e riesco sempre a vederci un filo logico, una specie di “Stile Ciccio” che in tanti anni hai maturato e consolidato.
Di tante persone conosciute ho per te un rispetto speciale che nasce principalmente dal rispetto per la tua Intelligenza (in senso lato).
Ti ho conosciuto che eravamo ragazzi , ed oggi ti riconosco uomo con la stessa “lucida follia” di allora.
e poi 40 è un bel numero …
Non ci vorrei pensare…. ai 40, dico. Io che mi dicono che non dimostro 36 anni…. però i bilanci li fai lo stesso, quando in metropolitana i ragazzini ti dicono: “Buon giorno” o “Mi scusi”, capisci che gli anni li dimostri…. ti viene da dire “Ma dammi del tu”, ma poi ti figuri nei loro panni e ti ricordi perfettamente che alla loro età pensavi che quelli di 30 erano dei vecchi…….. E quindi taci, per non fare figure ulteriori… Io, anche solo 3 anni fà, uscivo con la febbre, il sabato a casa non se ne parlava…. Poi accade il miracolo-fortuito, incontri l’uomo della tua vita, imposti la vita diversamente e anche la tua scala valori cambia… magari fra 20 anni saremo ancora qui a commentare e a vedere se è cambiato ancora qualcosa! Intanto ho scritto un commento lungo come il tuo post…. ancora auguri! Costy
Ho appena scoperto il tuo blog e mi sono divertita parecchio! Non solo sei un grande fotografo, ma mi sembra che sei e anche un grande uomo – buono, intelligente e divertente… e anche se sei ormai vecchio 😉 si vede che la vecchiaia ti ha portato grande saggezza 🙂 Sarà molto interessante vedere il tuo progetto dei 1000 ritratti.
Auguri!
Elena!
Di tutte le cose che hai detto, l’unica su cui sono d’accordo è che sono vecchio 😀
Adesso sembra che ce la meniamo a vicenda ma le tue foto sono fantastiche! Davvero, molto “Americane”, io in Italia qualcosa di simile (e non solo per il genere che fai tu) devo ancora vederlo.
Consiglio a chi ha figli di farci un giro: http://www.elenakphotography.com/
Complimenti anche per il tema del tuo wordpress 😉
A prestissimo!
max