Se uno si butta sotto un treno, bon muore e ha buttato alle ortiche titolo di studio, fondo di investimento, un SUV e una bicicletta in carbonio da 7000 iuros. In un attimo hai buttato via la tua vita e, probabilmente te ne rendi conto poco prima dell’istante in cui il treno sta per renderti bidimensionale.

Se uno passa tutta la sua vita chiuso in un ufficio, davanti a un cazzo di computer a diventare gobbo, rovinarsi la vista e perdere i capelli, ci vogliono anni prima che si accorga che la sua vita sta andando a fare nel kuelo (passatemi il termine tecnico). O magari no, uno è abbastanza sgammato da capire prima e allora riesce a tirarsi fuori col giusto anticipo.

La domanda che a un certo punto credo uno debba porsi è: “Quanti giorni passati a fare qualcosa che non è quello che voglio fare devo mettere in fila per dire che non ne è valsa la pena?”
Darsi questa risposta è semplice. Basta sapere qual’è l’ultimo giorno e fare le considerazioni del caso. Ti mancano 10.000 gg? Quanti sei disposto a donare alla causa? La meta? di più? di meno? Sono tutti calcoli che potresti fare. Se sapessi quand’è quell’ultimo giorno.

Siccome purtroppo non ci è dato di conoscere questa informazione abbastanza fondamentale, la mia personalissima conclusione è che il gioco non vale la candela. E che siccome di giorni io ne ho già donati 365*12 giorno più giorno meno ero anzi già in ritardo.

C’è voluto un po’ di disorientamento, del panico, confusione ma ora è tutto chiaro. E’ stato un bello shift di paradigma. Cos’è lo shift di paradigma???

Beh, qui ci vuole un altro post…

12 commenti su “

  1. a volte non c’è scelta, specie se ci sono altre vite legate alla propria. e allora si affronta la fatica non come tempo buttato ma come sacrificio necessario per qualcosa che ti rende felice.

  2. Scusa, io non sono d’accordo.
    C’è sempre scelta.
    Devi solo mettere tutto sulla bilancia e vedere da che parte pende.
    Se uno fa un lavoro di merda e comunque fa fatica a mantenere la famiglia (e chi non fa fatica oggi?) ha tutta la mia solidarietà.
    Se uno fa un lavoro di merda, fa fatica a mantenere la famiglia, ha una macchina che costa più di 20.000 €, si fa tre settimane al mare, ha un 42″, la moto, va più volte al mese al ristorante, ha le allstar invece che le tepa, l’iphone e più di un televisore (con sky naturalmente, allora secondo me ha fatto UNA SCELTA.
    Di questo parlo.
    Se invece è convinto che queste siano cose base per una serena esistenza allora non ha scelto: è schiavo. E la maggior parte delle volte non lo sa.

    Per quanto riguarda me… beh, io ne ho almeno due di vite legate alla mia e una è in arrivo. E di fatica ne faccio molta ma molta di più ora che quando ero dipendente. (e di soldi ne prendo esattamente molti ma molti meno)

    Comunque ci sta, sapevo che avrei innescato polemica e che il mio punto di vista sulla questione è diverso da quello di molti (tutti?)
    Quindi dialogo apertissimo.
    Solo una cortesia: il mio nome è lì in bella vista. Mi piacerebbe davvero che i commenti non fossero anonimi.

    Grazie del contributo,
    max

  3. Caro Ciccio. Mi piacerebbe sapere quale trampolino di lancio ti ha permesso di spiccare il volo verso il tanto agognato mandare “affanculo il capo”.E mi piacerebbe sapere come ti arrangi ora perchè nonostante abbia letto il tuo blog non l ho capito. Forse non ti rendi conto, che chi lavora per il superfluo oggi è un privilegiato perchè come dici tu può scegliere. E francamente quando uno può scegliere dubito possa essere schiavo di beni materiali perchè essere schiavo vuol dire non avere possibilità di scegliere; solo questo. Se poi uno vuole lavorare 10 ore per prendersi il suv fatti suoi; di sicuro non è schiavo. Gli schiavi sono quelli che non hanno scelta. Evidentemente tu appartieni alla prima categoria: avevi scelta e hai scelto la vita randagia: beato te. Ma nn esasperare le cose perchè chi non ha possibilità di scelta potrebbe sentirsi una merda a leggere il tuo blog.

  4. Ciao Fede e innanzitutto grazie per il commento.
    Premetto che non ho mandato affanculo nessuno. Non sono uno di quelli che dice ah quando me ne vado faccio il giro… anzi quando me ne sono andato ho preso ferie l’ultimo giorno per non salutare nessuno e uscire in silenzio.
    Ora mi arrangio facendo il fotografo di matrimonio che vuol dire che mi alzo un’ora prima tutti i giorni per promuovere l’attività e per prendere uno stipendio che praticamente non esiste. Vedremo quando comincia la stagione la prossima primavera. In questo sono supportato (o sopportato) dalla mia famiglia, da mia moglie che è stata la prima a sostenermi e anzi a spingermi a fare questa scelta.
    Parliamoci chiaro, non è che io sono per il mandare a puttane il lavoro e stare sul divano a vedere la signora in giallo.
    Anzi io questa alternativa me la sono costruita nel tempo. Magari non è nemmeno un’alternativa e fra un anno torno a fare quello che facevo prima magari solo per mangiare o per dare da mangiare ai miei figli. Ho già scritto in altri post che non ho problemi a farlo.
    Sul fatto che abbia scelto una vita randagia non direi proprio, anzi sono in regola col mutuo trentennale le bollette i figli all’asilo etc! Quindi ho poco da bearmi.
    Ti dico solo che ora che non devo fare più 60km e 3h al giorno in auto, un lavoro che… boh non aveva senso per me, sono molto, molto più felice. E con me la mia famiglia. Passo del tempo con loro e magari lavoro di notte. Magari è una scelta idiota come mi dicono in molti. Boh, io sono di quelli che vuole vedere, anche se mi fido, finche non metto il naso non credo.

    Non deve essere così per tutti naturalmente. Qualcuno può preferire la sicurezza.
    Sicuramente se dovessi scegliere fra avere una bella macchina e passare più tempo con la mia famiglia sceglierei la seconda. Ma ancora una volta, questo sono io e non ho mai criticato in nessun momento chi fa scelte diverse!
    Ma di una cosa sono convinto e mi ripeto: scegliere si può.

    Si può scegliere di fare un lavoro meno retribuito e meno qualificato.
    Si può scegliere quanto tempo dedicare al lavoro. Alzino la mano quelli che si sentono in colpa quando fa meno di 9 ore.
    E anche quelli che si fanno problemi a chiedere ferie o addirittura a mettersi in malattia. Vabbè sto divagando.

    Per concludere cito me stesso (terribile!) “Se uno fa un lavoro di merda e comunque fa fatica a mantenere la famiglia (e chi non fa fatica oggi?) ha tutta la mia solidarietà.”
    Rinnovo la mia solidarietà.

    Cosa ne pensi?
    Ribadisco che è come la vedo io e non pretendo sia la maniera corretta.
    Grazie ancora del commento e della civiltà che capisco un argomento simile possa mettere a dura prova 😉

  5. ciao,
    sono un anonimo (si capisce dal nome) che ha fatto una sceltá a metá.
    il mio lavoro mi piace, anche se non ho ancora capito in che cosa consista esattamente.
    tempo fa, in un periodo di crisi esistenziale (termine sicuramente eccessivo, ma non me ne viene uno migliore) ho passato in rassegna tutti i miei hobbies, le mie passioni e le mie inclinazioni per capire quali e quanti di questi potessero avere sbocchi professionali.
    alla fine mi sono accorto che per me non era quella la soluzione. mi sono accorto che le mie passioni mi piacevano proprio perché erano un´evasione dal lavoro e dalla monotonia.
    mi sono accorto che il vero problema era che facevo una vita troppo dispendiosa e questo mi aveva costretto ad accettare ruoli che non erano nella mia natura, solo per potermi permettere uno stile di vita che qualcuno aveva deciso di affibbiarmi.
    allora mi sono chiesto perché mai stessi facendo questo.
    non certo per i miei figli (ne ho tre, ciccio, ti aspetto al varco) che chiedevano solo di poter passare piú tempo con me e con mia moglie.
    non certo per mia moglie che chiedeva solo di vedermi piú sereno.
    non certo per me che passavo le notti aggrappato al cuscino a tossirmi l´anima per via di un problema di salute dovuto allo stress.
    e allora ho capito.
    non é stato facile. anzi é stato proprio difficile. abbiamo cambiato casa, abbiamo cambiato macchina, abbiamo cambiato vita.
    niente piú villetta a schiera, meglio un onesto 4 locali (in 5 di meno non si poteva).
    via l´audi d´ordinanza e dentro il furgone di seconda mano.
    bandite le vacanze in albergo. si va solo in campeggio che si spende un decimo e ci si diverte il triplo.
    faccio sostanzialmente lo stesso lavoro di prima.
    ma guadagno un poco di meno.
    peró in compenso con la mia azienda di adesso ho messo in chiaro che io alle 5 e mezza sono giá con un piede fuori ufficio.
    tra 5 o 6 anni i miei figli non mi cercheranno piú e avranno meno bisogno della mia presenza (e forse piú del mio sostegno economico). allora vederemo. per ora va bene cosí.
    la notte dormo.
    vado in ufficio contento.
    ho ripreso a fare sport.
    e mi sento di 15 anni piú giovane.
    come dicevo, é stata dura. molto dura. e non é detto che sia finita. ma ho capito che le mie prioritá adesso sono queste.
    onore al ciccio. sapessi fare il fotografo gli andrei a reggere le luci che tanto si sa che i fotografi di matrimoni rimediano sempre due o tre numeri di cellulari dalle invitate assatanate…
    chapeau (si scrive cosí vero?)
    🙂
    filippo

  6. Filippo,
    mi sembrava di leggere roba scritta da me 🙂
    Stai facendo una strada fantastica che molti non percorrono perchè all’inizio sembrava dissestata. Com’è più in la nessuno può dirlo ma per quale strada si può?

    L’altro giorno ero in cucina con Marta e le dico: “Mamy, sono proprio felice, per tutto, ma che culo abbiamo?” Poi aggiungo pensando a questa scelta del lavoro: “Speriamo solo di non avere mai problemi economici”
    Ma subito le ho chiesto scusa scusa scusa.
    Che cazzata ho detto?
    Mi sono corretto immediatamente: “Scusa mum, speriamo davvero di non avere mai problemi di salute”
    La gente lo bolla come un luogo comune.
    Ma se uno è stato vicino a morte e malattie sa che non lo è.
    Si vabbè non è che volevo intristire il blog ora…
    provvedo con un post di quelli stupidi ASAP.

    Fede: 🙂 IO faccio il tifo per voi! Che avete il coraggio di avere idee uguali o diverse ma che volete confrontarvi. Sopratutto faccio il tifo per voi 4 (tre tolta mia moglie) che leggono ciccio.it!!! (Martis lo leggi ciccio.it vero?)

  7. Venerdì sera mi gustavo una birra con il Fede (che per la cronaca è mio marito da meno di due anni e mi sopporta e supporta da ormai 5) e di questo si parlava… voi non sapete quanto mi rincuori sapere che non siamo gli unici ad avere certi pensieri…al momento siamo solo noi, cioè il Fede,io e 3 gatti trovatelli e siamo incasellati nella classica situazione tipo dei giorni presenti: casa+mutuo+la dannazione di dover avere due auto perchè per orari e destinazioni e assenza di mezzi non possiamo buttarne via una+lavoro che sostanzialmente paga i conti ma nè piace nè dispiace. Io poi alzo la mano perchè sono una di quelle che se la mena se fa meno di 9 ore e si trascina al lavoro anche con la febbre.
    Noi stiamo arrivando la varco, abbiamo capito cosa davvero conta per noi (l’ecosostenibilità, staccarsi dalle logiche industriali, scrollarsi di dosso i riti del consumo smodato ecc ecc) e stiamo annusando l’aria per cercare di trovare la nostra via, fosse anche fuori da questo Paese o lontano dalla nostra città. Il mio lavoro, per quanto non sia legato a conflitti per il petrolio o al traffico d’armi, stride con i principi e con gli ideali che sto maturando e mi rendo conto che il mutuo non può essere una scusa per stare seduta a lamentarmi senza però muovere le reali natiche per provare a vivere come credo sia giusto.

    🙂 buona domenica a tutti
    Sarah

  8. Parlo in favore del ciccio, e con cognizione di causa. Ho fatto una scelta simile, qualche anno fa ormai, lasciando il lavoro, il fidanzato e la casa perchè mi ero costruita una vita “perfetta” ma in un luogo che sentivo non era il mio. Sono tornata nella mia città, sono tornata a Roma. E ho ricominciato da ZERO, anzi facciamo da UNO, visto che comunque avevo un appoggio, la mia famiglia d’origine, da cui ripartire. Sì, io potevo scegliere e l’ho fatto. Secondo me è questo il punto, ci sono migliaia di persone che potrebbero scegliere, avrebbero la libertà di farlo, le possibilità, ma poi non lo fanno. In questo senso sono schiavi. Schiavi di uno schema, di una vita costruita intorno a delle idee invece che intorno a se’ e ai propri stimoli. Fare il salto non è una passeggiata, anzi, è rimettere in discussione un po’ tutto, è sfidarsi, è volercela però fare per tentare una grande conquista. Only the brave 🙂

  9. Mi permetto di dire anch’io la mia. Purtroppo cresciamo tutti all’interno di un sistema che ha alcuni capisaldi nella relazione fra le persone che sono la bella casa, la bella macchina, il cellulare , le ferie ecc ecc. Essere all’interno di questo sistema è rassicurante perchè ci sentiamo socialmente accettabili ed accettati. Per retaggio ed abitudine non ci poniamo nemmeno la questione è così punto e basta.
    Secondo me coloro che riescono ad avere questa lucidità hanno un dono.
    Ed il Ciccio è sicuramente fra questi.

    Massima stima

  10. Mi hai “provocato”… e ti rispondo, raccontando anche la mia di storia….
    un mese a compiere 24 anni mi laureo specialistico (3+2)in economia…frizzi e lazzi, grandi festeggiamenti.Dopo le meritate vacanze vengo assunto in nota multinazionale della revisione contabile, una delle big four. tempo indeterminato grande gioia a casa.Ma l impatto è tremendo:Giacca e cravatta d’obbligo, manager sfigati che fanno quello che fanno perchè devono, ma interesse 0. Clima orrendo. Ragazzi di poco + di 20’anni già atteggiati da potenti uomini d’affari ma con un netto mensile che non arriva ai 1200/mese. Non sono mai riuscito ad adattarmi a tutto questo, nonostante le pressioni sociali, dell amico che ti guarda stupito se parli di abbandonare un tempo indet. perchè “c’è la crisi”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso 2 mesi + tardi,i( “rapporti con la società” si erano gia molto tesi) quando alla cena di natale commetto l errore di venire con un semplice maglione. anziche in camicia e cravatta ovviamente. Ho passato a quel tavolo le 2 ore + brutte della mia vita. Due giorni dopo mi hanno comunicato che non avevo superato i 3 mesi di prova e sono stato licenziato. Sono passati tre anni, faccio qualcosa di meno impegnativo, ma sono molto, molto piu felice.
    In culo alle multinazionali.

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