Lucia è la sorella di Mariagrazia e mentre sono lì come un gioppino che staziono con i miei album in un’area espositiva della galleria del centro commerciale Carrefour di Pavia Vigentina, viene lì e mi dice che vuole fare la fotografa. Boh, io manco quando avevo la sua età ce l’avevo sta intraprendenza. Cappello.
Fatto sta che chiacchierando salta fuori che Mariagrazia e Alessandro si sono sposati un anno prima e stanno per riporre per sempre gli abiti in uno scuro armadio.
Siccome in due a fare dei danni si fa meglio ecco che convinciamo i ragazzi che è un’idea grandiosa rimettere gli abiti per un servizio fotografico “POST”, quello che gli americani chiamano “Trash the dress”. Io di tressciarlo non è che me la sento proprio, però a qualche peripezia magari li sottopongo: leggere fino alla fine grazie.
Fatto sta che qualche giorno prima sono al parchetto che pesto delle cacche di cane mentre faccio divertire il piccolo Andrea e siccome al parchetto si fa society, parlo con sto papà (la storia che i papà al parchetto parlano con le fighe c’è solo nei film) che mi dice che sono stati alla stazione abbandonata di Motta S.Damiano.
Stazione abbandonata??? Motta S. Damiano??? E dove gambo sta?
A me che sono sempre alla ricerca di Location,Location,Location mi si rizzano le orecchie. Almeno quelle.
Detto fatto, quando il capo si è svagato a sufficienza, gratto le scarpe sullo spigolo del marciapiede, saltiamo sulla Yaris sgarrusa della martina (Martis, per fortuna che ci penso io a farle superare i 180 ogni tanto) e partiamo alla ricerca del tesoro perduto.
Dopo strade apparentemente a fondo chiuso e un percorso nascosto dalla vegetazione che percorrerlo è un pò come un passo nella fede tipo terza prova del terzo episodio di indiana jones, ecco sbucare il sito. Basta un rapido giro ispettivo per capire che è perfetto.
Organizziamo quindi la sessione. Una volta sul posto mentre scattiamo sul binario morto, il fischio del treno ci convince del fatto che è solo la stazione ad essere morta e il binario e vivo e vegeto. Per non innervosire il macchinista decidiamo di levarci dai binari. E scopriamo che sebbene la stazione sia morta, il treno si ferma lo stesso.
Probabilmente le tabelle orarie non sono cambiate e il treno prevede ancora la ferma in questa stazione.
Comunque, i ragazzi sono FANTASTICI.
Mariagrazia è di una disinvoltura sconcertante. Ale, te lo devo dire, ci hai messo un po’ di più a scioglierti ma quando ti sei sciolto sei diventato il mio eroe. La foto in cui voli vale da sola tutto il servizio. Purtroppo ha messo a dura prova il (fantastico) vestito: potrai riporlo orgogliosamente, è caduto in battaglia.
Basta chiacchiere, ecco il resoconto.
Ma prima di nuovo grazie a Mariagrazia, Alessandro e Lucia, con un roseo futuro da fotografa.
E voi? L’avete già imbustato il vestito? Pensateci!
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Non so se posso in quanto moglie del fotografo ma sono davvero fantasticissimi!!!!!!
Grandi grandi grandi e le foto mi piacciono sempre anche se forse sono di parte!
E va che la yaris forse raggiunge a malapena i 130 in 50 minuti su un rettilineo in discesa con il vento a favore!!! E ricordati sempre che ho in ostaggio la tua carretta 😉